GiroTelex 2015 - MiniVerdetti in salsa rosa - Landa sfortunato, Aru maturato
dal nostro corrispondente
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Mikel Landa ha rischiato di ruzzolare giù dal podio quando è stato coinvolto in una caduta prima che iniziasse la salita di Monte Ologno sistemata beffardamente nell'ultima parte di una tappa che tutti immaginavano interlocutoria. E ancora una volta si è capito che in casa Astana non tutte le idee sono lucide. Pare sempre più inevitabile che Landa a fine stagione passerà ad altro team, con la Sky in pole position. Ma sia chiaro: incidente a parte, quello di oggi non era lo stesso Landa di Campiglio e del Mortirolo. Sfortunato.
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Fabio Aru è alla frutta sin dalla tappa di Vicenza, allorquando per la prima volta tradì un'espressione del viso che diceva moltissimo. In relazione a quello che ha patito dieci giorni prima della Corsa Rosa (un attacco virale che lo ha fatto dimagrire di cinque chili in altrettanti giorni), il sardo va comunque applaudito e questo Giro gli servirà assai più di quello dell'anno scorso per capire come si corre, chi sono gli amici, quali i rivali e soprattutto individuare chi gli suggerisce tattiche sensate e chi invece lo manda allo sbaraglio. Maturato.
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Giovanni Visconti è un ragazzo siciliano che nella sua carriera di corridore ha vissuto anche momenti molto difficili e crisi di panico che rischiavano di escluderlo per sempre dal gruppo. Tornato competitivo con imprese di livello assoluto (una su tutte: la vittoria al Giro nella tappa che si concludeva a metà del Galibier), oggi il palermitano della Movistar ha lavorato come un matto per favorire il compagno di squadra Andrey Amador, che punta al podio. Encomiabile.
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Damiano Cunego è un dannato del pedale. Pare che vincendo il Giro d'Italia del 2004 quando era giovanissimo - e dopo il colpo di mano comandato dall'ammiraglia Saeco ai danni del compagno di squadra e capitano Gilberto Simoni - abbia venduto l'anima al Diavolo, perché quello di questi tempi è un ragazzo smarrito e inconcludente. Oggi che il veronese aveva azzeccato la fuga buona, ecco che la malasorte lo ha scagliato in terra, costringendolo al ritiro. Perseguitato.
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Philippe Gilbert è un signore della bicicletta. È venuto al Giro sapendo di essere un ex campione del mondo. E come tale si è comportato, vincendo oggi la sua seconda tappa al termine di una giornata fantastica. Grande classe e signorilità, per il vallone. Dedicato a Tom Boonen e a tanti che nel passato si sono presentati al via per prendere la "stecca" e per poi darsela a gambe senza aver lasciato il segno. Chapeau.
Alberto Contador non corre mai per guardare il paesaggio. Anche oggi ha dato spettacolo, facendo capire al gruppo che qualsiasi sgarbo (leggi l'attacco di Katusha e Astana quando lui, il madrileno, aveva forato scendendo dall'Aprica) prima o dopo si paga. Meraviglioso atleta e uomo leale, a mio avviso ha però sbagliato, dimenticandosi per un giorno che dopo il Giro vorrà vincere anche il Tour. Stiamo parlando di un extraterrestre, ma non vorremmo che Froome, Quintana e Nibali avessero registrato la tappa odierna del Giro per approfittarne sulle strade francesi. Immaginifico.
Mikel Landa ha rischiato di ruzzolare giù dal podio quando è stato coinvolto in una caduta prima che iniziasse la salita di Monte Ologno sistemata beffardamente nell'ultima parte di una tappa che tutti immaginavano interlocutoria. E ancora una volta si è capito che in casa Astana non tutte le idee sono lucide. Pare sempre più inevitabile che Landa a fine stagione passerà ad altro team, con la Sky in pole position. Ma sia chiaro: incidente a parte, quello di oggi non era lo stesso Landa di Campiglio e del Mortirolo. Sfortunato.
Fabio Aru è alla frutta sin dalla tappa di Vicenza, allorquando per la prima volta tradì un'espressione del viso che diceva moltissimo. In relazione a quello che ha patito dieci giorni prima della Corsa Rosa (un attacco virale che lo ha fatto dimagrire di cinque chili in altrettanti giorni), il sardo va comunque applaudito e questo Giro gli servirà assai più di quello dell'anno scorso per capire come si corre, chi sono gli amici, quali i rivali e soprattutto individuare chi gli suggerisce tattiche sensate e chi invece lo manda allo sbaraglio. Maturato.
Giovanni Visconti è un ragazzo siciliano che nella sua carriera di corridore ha vissuto anche momenti molto difficili e crisi di panico che rischiavano di escluderlo per sempre dal gruppo. Tornato competitivo con imprese di livello assoluto (una su tutte: la vittoria al Giro nella tappa che si concludeva a metà del Galibier), oggi il palermitano della Movistar ha lavorato come un matto per favorire il compagno di squadra Andrey Amador, che punta al podio. Encomiabile.
Damiano Cunego è un dannato del pedale. Pare che vincendo il Giro d'Italia del 2004 quando era giovanissimo - e dopo il colpo di mano comandato dall'ammiraglia Saeco ai danni del compagno di squadra e capitano Gilberto Simoni - abbia venduto l'anima al Diavolo, perché quello di questi tempi è un ragazzo smarrito e inconcludente. Oggi che il veronese aveva azzeccato la fuga buona, ecco che la malasorte lo ha scagliato in terra, costringendolo al ritiro. Perseguitato.




