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Giro d'Italia 2015: Modolo doma la baraonda - Sacha vince su Nizzolo e Viviani. Una caduta ridisegna la classifica | Cicloweb

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Giro d'Italia 2015: Modolo doma la baraonda - Sacha vince su Nizzolo e Viviani. Una caduta ridisegna la classifica

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Sacha Modolo ha ragione di Giacomo Nizzolo a Jesolo © Bettiniphoto

E non doveva succedere nulla! La frazione numero tredici del Giro d'Italia, 147 km da Montecchio Maggiore a Jesolo, è la più semplice e, almeno dal punto di vista altimetrico, piatta della corsa. Spazio ai velocisti in attesa della lotta tra i big da domani, con la crono di Valdobbiadene, poi le montagne. E invece... Invece succede che appena fuori dai -3 km dall'arrivo cadono in tanti, in troppi. Fabio Aru (ed altri) passa, Alberto Contador e Richie Porte, ma non solo, ci restano intrappolati. Il tasmaniano perde un paio di minuti, Contador riparte più velocemente che può, ma taglia il traguardo con 36" di ritardo da Fabio Aru. Il sardo, a 24 anni e 323 giorni, diventa la seconda maglia rosa italiana più giovane degli ultimi dieci anni (il tricolore più giovane è Adriano Malori - 24 anni e 104 giorni - che la maglia la prese al Giro 2012). Cambia molto, cambia l'approccio con cui Aru e Contador correranno la crono, e non è poca cosa. In tutto questo passa quasi in secondo piano la prima vittoria al Giro di Sacha Modolo, lanciato ottimamente da Roberto Ferrari e Maxi Richeze. Il velocista di Conegliano giocava in casa ed ha sfruttato l'occasione, anche se Giacomo Nizzolo ha provato a rovinargli la festa. Vorrà dire che il velocista della Trek proverà a rifarsi nella sua Milano, all'ultima tappa.

 

Fuga a tre, c'è anche il giovane Zabel
Un piattone di 147 km da Montecchio Maggiore e Jesolo, subito dopo 4 km fuga a cinque: Marco Frapporti (Androni-Sidermec), Arnaud Courteille (FDJ), Jérôme Pineau (IAM), Bert De Backer (Giant-Alpecin) ed il figlio d'arte, Rick Zabel (BMC). Il gruppo non lascia loro via libera e così si ritorna presto ad una situazione di plotone compatto. Pineau non desiste ed allora Marco Frapporti e Rick Zabel escono nuovamente. Il terzetto guadagna stavolta ed il vantaggio massimo raggiunto è di 2'28" al km 28. Un passaggio a livello all'altezza di San Giorgio delle Pertiche blocca la fuga, con il gruppo che deve fermarsi e rendere il minuto e 52" perso nell'attesa del treno. Si riparte, sempre sotto la pioggia. Non che succeda granché fino a quando i fuggitivi non vengono raggiunti, con 17 km da percorrere per raggiungere Jesolo. La Trek viene messa alla frusta un po' presto (mossa voluta) dal leader Giacomo Nizzolo. Arriviamo ai -3, anzi, ai -3.2: e lì l'ennesima caduta di questa Corsa Rosa. È un piccolo macello.

 

Caduta fuori dai -3: Aru passa, Contador e Porte no
Molti Astana a terra, ma Fabio Aru sfugge abilmente. Non Alberto Contador che finisce a terra, picchia la spalla ed una gamba, perde tempo. Matteo Tosatto, detto il Toso, ammazzerebbe per dare una bici al suo capitano e spingerlo il prima possibile verso il traguardo. Non basterà a mantenere la maglia rosa, ma a limitare i danni sì. Richie Porte, cui già la classifica non sorrideva (dopo la penalizzazione di 2' stamane aveva 3'18" da Contador), finisce a terra, e con lui mezza Sky. Faticano, gli uomini di Braislford, a trovare una bici da dare a Porte, che riparte con quella di Kiryienka. Due misure in più ed un sorriso amarissimo: Giro più che compromesso? Tutto dipende dalla crono di domani e dalle gambe.

 

La volata va a Modolo: Nizzolo e Viviani dietro
Nel frattempo che nei pressi dei -3 la gente si rialzava, davanti si volava. Il treno Lampre-Merida era perfetto e Sacha Modolo scattava con i tempi giusti. Anche Giacomo Nizzolo sprintava bene, ma per raggiungere e superare Modolo mancava tanto così. Peccato. Elia Viviani chiudeva al terzo posto, riappropriandosi della maglia rossa della classifica a punti (ne ha 119 come Nizzolo, mentre Boem è a 109). Ai piedi del podio il russo Alexander Porsev, quindi Eduard Grosu, Maxi Richeze, Moreno Hofland, Nicola RUffoni, Luka Mezgec ed Heirich Haussler. Fabio Aru chiudeva 18° a 4" da Modolo, e con lui Rigoberto Urán, mentre Alberto Contador era 46° a 40" dal Lampre: maglia rosa che inaspettatamente passava sulle spalle del sardo.

 

Domani maxicrono: Aru guida su Contador
Alla vigilia della maxicrono di Valdobbiadene Aru guida così con 19" su Contador, poi Landa a 1'14", Kreuziger a 1'38", Cataldo a 1'49", Urán a 2'02", Caruso a 2'12", Amador a 2'21", Visconti a 2'40", Trofimov a 3'15". Richie Porte, che ha chiuso con un ritardo di 2'08", scende dalla 12esima piazza alla 17esima: adesso deve recuperare a Fabio Aru 5'05". Domani i 59.4 km di crono individuale da Treviso a Valdobbiadene diranno chi ha bluffato e chi era serissimo, chi è in forma e chi non ne ha, chi ha patito le cadute e chi non sente dolori. E per fortuna (per Contador e Porte), le vere tappe per velocisti sono finite, Milano (e forse Lugano) esclusa. Da domani inizia il vero Giro.

Francesco Sulas

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