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dal nostro corrispondente
Fabio Aru ha confermato la mia impressione di ieri, allorquando avevo paventato che l'espressione sul suo volto fosse simulacro di stanchezza. Anche oggi, infatti, il sardo dell'Astana ha concesso spazio e secondi ad Alberto Contador, ora a +17". Per togliere abbuoni a quest'ultimo, l'Astana ha anche mandato in avanti Kangert, che però ha ceduto sullo strappo conclusivo. Ora la verità: Aru correrà adesso solo per il secondo posto, che comunque migliorebbe il terzo di un anno fa? Schiaffeggiato. |
Rigoberto Urán ritornerà clamorosamente in corsa per il podio finale perché al termine della tappa di oggi aveva il volto migliore tra tutti coloro che ambiscono al rosa o a finire nei pressi del primato. Attenzione perché la cronometro di sabato potrebbe dare tantissime risposte di un Giro dove troppi corridori hanno già acceso la spia della riserva. Redivivo. |
Philippe Gilbert è un uomo di parola. Aveva detto di voler correre questo Giro per vincere una tappa e così ha fatto, confermando di meritare l'eccelso palmares che ne contraddistingue la carriera. Gilbert era venuto a pedalare lungo gli ultimi 50 chilometri di questa tappa alla vigilia della Milano-Sanremo perché desiderava imporsi proprio davanti al Santuario. Categorico.
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Diego Ulissi si è classificato terzo dietro Gilbert e Contador ma a mio avviso è il vero trionfatore morale di una tappa corsa a velocità folle (52.2 km/h la prima ora), perché a cinquanta chilometri dalla conclusione ha forato la ruota posteriore. Protagonista di un folle inseguimento, è stato frenato anche dalle cadute in gruppo ma nonostante tutto ha ancora avuto la forza di giungere terzo. Senza quell'inconveniente il toscano della Lampre avrebbe sicuramente seguito Gilbert in una lotta a due per la vittoria di giornata. Sfortunato.
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Simon Gerrans era tra i grandi favoriti sull'asperità vicentina e invece è stato una delle tante vittime di cadute scendendo dalla Crosara. Terrore a più riprese per molti ma nessuna conseguenza drammatica: dev'essere intervenuta la Madonna che apparve due volte a Vincenza Pasini, prima il 7 marzo del 1426 poi il 1 agosto 1428, e che prometteva la fine della peste. Così, in pochi mesi, quello stesso anno venne eretta la prima chiesetta tardogotica e un piccolo cenobio per ospitare una comunità religiosa dedita all'accoglienza dei pellegrini: appunto il Santuario di Monte Berico. Miracolato.
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Sergio Bianchetto è uno dei mostri sacri nella storia della pista azzurra, con due ori olimpici nel tandem e altrettanti titoli iridati nella velocità individuale. Bianchetto è della classe '39 e oggi sul traguardo palesava l'entusiamo di un giovanissimo. A lui mi legano tante edizioni dei Mondiali su pista degli Anni Ottanta, quando era commissario tecnico dei velocisti azzurri. Mitico.
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