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dal nostro corrispondente
Paolo Tiralongo conferma che le tattiche di ciclismo sono quantomai soggettive. Se Aru vuole vincere il Giro non mi sembra logico che l'Astana sganci ieri Landa e oggi Tiralongo con azioni che alla lunga peseranno sulle gambe. D'accordo la vittoria di tappa, ma l'obiettivo più importante resta quello di mettere fieno in cascina da parte del sardo prima della cronometro di Valdobbiadene, nella quale Aru dovrà per forza difendersi. Ardimentoso. |
Fabio Aru ha pianto nel dopotappa, andando ad abbracciare il "vecchio" Paolo Tiralongo, che lo chiama "il mio bambino". Scena da libro Cuore, ma mi resta un dubbio: il sardo sta spendendo troppe energie. Emozionato. |
Tom Jelte Slagter e Steven Kruijswijk sono intrepidi olandesi che se ne fregano delle gerarchie in gruppo e che quando possono tentano la soluzione anticipata. Questo Giro ci piace anche perché da qualche giorno le fughe vanno a buon fine. Basta sceriffi nel plotone, viva l'anarchia dei corridori meno famosi. Io sarei anche per allargare il numero di squadre al via, diminuendo il numero di corridori a sette per team. Ci sarebbe bagarre ogni giorno. Intrepidi. |
Rigoberto Urán starà anche migliorando giorno dopo giorno, ma troppo spesso quando la strada sale il colombiano della Etixx evidenzia limiti precisi. Anche oggi il Passo Serra, breve ma incisivo, ha fornito indicazioni esaustive. "Ciccio", come lo chiamano i compagni di squadra, ha problemi evidenti in salita e sta uscendo dalla zona clou della generale. Incompiuto. |
Ivan Basso non mi convince. E credo che non soddisfi appieno neppure il suo capitano Alberto Contador. Okay, ognuno ha compiti precisi in seno alla Tinkoff e quello del varesino negli ultimi giorni fa riferimento alla prima parte delle tappe. Insomma, il due-volte vincitore del Giro tiene alta l'andatura sino a metà corsa, dopodiché si fa spesso da parte. Francamente mi pare un po' poco, anche sotto il profilo della qualità. Che succede al varesino? Amletico.
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Richie Porte convince sempre di più, nel senso che dei possibili favoriti della vigilia è senza dubbio quello che sta spendendo meno per restare lassù, nelle posizioni dell'Olimpo. E la cronometro di quasi sessanta chilometri si avvicina. Un solo neo, per il tasmaniano: la sua Sky mi pare meno attrezzata rispetto all'Astana (bravissima anche se sprecona) e alla Tinkoff per l'ultima settimana di montagne. Sornione. |
Davide Cassani mi ha telefonato dopo la "storia" che Cicloweb.it ha proposto oggi con il racconto di un aneddoto del romagnolo che fa riferimento al Mondiale di Chambéry 1989: «Siete riusciti a trasformare una c.....a in un'impresa. Bravissimi, vi ringrazio! Non avete idea di quanto stessi male quel giorno!». Lo so benissimo, gli si leggeva in volto, quel giorno di tanti anni fa. E il viso di Cassani non mente mai. Verista.
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