Liegi-Bastogne-Liegi 2015: Alaphilippe supera l'esame - Le pagelle: JRO fa il gioco di Valverde
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Alejandro Valverde – 10 e lode
Quante corse ha perso, Alejandro, per distrazioni, scelte non convincenti dal punto di vista tattico, attendismo eccessivo? Tante. E allora per conquistare la sua terza Liegi-Bastogne-Liegi, mettendo nel mirino, nonostante i trentacinque anni, le quattro vittorie di Moreno Argentin (uguagliare le cinque di Merckx è francamente difficile), il corridore murciano si rende autore di una prova eccellente, con gambe eccezionali al servizio di una mente lucidissima. Il capolavoro lo spagnolo la fa sulla Côte de Ans, quando Dani Moreno parte forte per anticipare la volata; Valverde sembra prima reagire, poi si risiede, evidentemente perché si aspetta che in quel frangente qualcuno arrivi ad aiutarlo a togliere le castagne dal fuoco. Non lo fa nessuno, ed il Valverde attendista sarebbe rimasto lì, a guardare Dani esultare e a ridursi a fare la volata per il secondo posto. Il Valverde di oggi però è un altro, e allora Alejandro parte come una fucilata, raggiunge Moreno, ha a ruota Rodríguez, ma non se ne cura, e sul rettilineo finale scatena tutta la sua velocità, andando a vincere, con assoluto merito, e facendo il paio con la vittoria della Freccia Vallone (ed il secondo posto dell'Amstel Gold Race). Dopo la vittoria di oggi quello che gli resta da chiedere ad una carriera eccezionale è solo il Mondiale.
Julian Alaphilippe – 9,5
Chiunque altro se riuscisse a piazzarsi secondo alla Liegi-Bastogne-Liegi a ventidue anni, dietro il Valverde di oggi, sarebbe felice come una Pasqua. Il giovane Julian no, per niente, e sulla linea d'arrivo dà libero sfogo alla sua rabbia ed alla sua frustrazione, con un bel pugno sul manubrio. Che caratterino. Se il secondo posto alla Freccia Vallone di mercoledì poteva essere considerato già una prova di talento fuori dalla norma, quello di oggi vale doppio, perché ottenuto in una corsa di maggior lignaggio, più dura e più lunga. Anche oggi la gestione del finale (nel quale lo aiuta un buonissimo Zdenek Stybar, 8 per lui perché va forte dalle Strade Bianche) da parte del francese è stata perfetta; non sappiamo se avesse o meno le gambe per andar dietro a Valverde e Rodríguez, quello che sappiamo è che nella volata del gruppetto, forse presa un po' indietro, è stato autore di una rimonta strepitosa, che l'ha portato a superare in tromba prima Rui Costa, poi Rodríguez. E con quel gesto di stizza forse il transalpino voleva proprio intendere che se fosse partito in miglior posizione avrebbe potuto impensierire Valverde. Non ci è riuscito, ma oggi entra assolutamente in una nuova dimensione.
Joaquin Rodríguez – 7,5
Il terzo posto del capitano della Katusha non lo soddisfa, come dimostra il volto pieno di disappunto del corridore spagnolo sul podio. La sua squadra è senza dubbio quella che si muove meglio nel finale, con Giampaolo Caruso (7,5) bravissimo ad entrare nell'attacco di Kreuziger sulla Roche-aux-Faucons e utilissimo a tenere alta l'andatura sulla Côte de Saint Nicolas, e Daniel Moreno (7,5), che con il suo attacco sulla Côte de Ans per un po' lascia pensare ad un epilogo inatteso della corsa, prima che Valverde prenda e decida di partire, uccidendo i sogni dello scudiero di Rodríguez (che chiude decimo). È bravo Purito a rimanere sulle ruote di Alejandro quando questo va a chiudere su Moreno, e lì, probabilmente perché la benzina l'ha usata già quasi tutta, o forse per attendismo, non prova per niente a partire in contropiede sul murciano. Probabilmente se l'avesse fatto (e se avesse avuto le gambe per farlo) si sarebbe limitato a tirare la volata al capitano della Movistar, che l'avrebbe lasciato lì; comunque, non lo fa e deve quindi giocarsela allo sprint, ottenendo un apprezzabile terzo posto. Ma lanciare Moreno prima, sul Saint Nicolas, dopo l'azione di Caruso, e giocarsela poi sulla Côte de Ans, sarebbe forse stata una strategia preferibile.
Rui Costa – 7,5
Quarto a Valkenburg, quarto oggi, e peccato che in questa settimana l'ex campione del mondo non sia riuscito a raccogliere almeno un podio, che forse avrebbe meritato. Poco gli può essere rimproverato riguardo la condotta di gara odierna: è sempre nel gruppetto buono, prima prova la sortita dopo la Roche-aux-Faucons, insieme a quattro altri uomini, all'inseguimento di Kreuziger, Fuglsang e Caruso, poi una volta ripreso rimane guardingo e pronto; pecca lì dove probabilmente ci si sarebbe aspettato di meglio, ovvero in volata, presa in ottima posizione, ma dopo 253 km più che la velocità pura, che appartiene al portoghese, contano le gambe, ed allora subisce la prepotente rimonta di Alaphilippe e lo spunto di Rodríguez. Prima o poi dovrà però vincere una grande corsa, per dimostrare che il Mondiale di Firenze non è arrivato per una fortuita congiunzione di eventi.
Roman Kreuziger – 8
Magari il quinto posto non soddisferà il forte corridore ceco, ma gli va dato atto di essere quello che si piazza meglio in top ten tra gli uomini che non hanno atteso la Côte de Ans per regolare i conti. Roman è infatti autore di un convinto e convincente attacco sulla Roche-aux-Faucons, al quale subito risponde Giampaolo Caruso, che rimane però passivo, e sul quale successivamente entra anche Jakob Fuglsang, che invece collabora. Il loro tentativo viene rintuzzato sulla Côte de Saint Nicolas, e da lì in poi ovviamente il capitano della Tinkoff-Saxo deve correre in difesa, ottenendo poi un più che dignitoso piazzamento in volata.
Romain Bardet – 7
Non è certo il sempre generoso Romain, che ha nella capacità di andar forte in salita la sua qualità migliore, ma che non ha uno scatto secco degno di nota, l'uomo che può impensierire i vari Valverde e Rodríguez sullo strappo finale. E questo lo sa benissimo anche lui, tant'è che si produce in un affondo alla chetichella, superata la Côte de Saint Nicolas, prontamente rintuzzato dai suoi rivali. È grazie ad un'ottima volata che ottiene il suo miglior piazzamento alla Liegi-Bastogne-Liegi, un sesto posto che migliora il tredicesimo del 2013 ed il decimo del 2014. Sempre in casa AG2R Domenico Pozzovivo (6,5) non replica il quinto posto, ma soprattutto l'ottima prestazione, dello scorso anno, giungendo ottavo, probabilmente perché, parole sue, fiaccato da un Giro del Trentino corso con grande intensità, nel quale il lucano ha ottenuto una tappa e in cui ha battagliato per la classifica generale.
Jakob Fuglsang – 7
Come alla Freccia, il danese è l'uomo che si piazza meglio in casa Astana terminando nono, ma soprattutto provando a combinare qualcosa prima del finale, inserendosi nel tentativo di Kreuziger e Caruso dopo la Roche-aux-Faucons. Gli va male, ma la sua azione probabilmente sarebbe dovuta essere anche in funzione di un attacco di Vincenzo Nibali (5,5) sul Saint Nicolas. L'attacco arriva, ma le gambe del siciliano non sono delle migliori, e non solo non riesce a fare il vuoto, ma rimbalza, staccandosi dai migliori. Rientra ai piedi della Côte de Ans, ma la fatica gli impedisce di far meglio del tredicesimo posto. E meglio forse avrebbe potuto fare anche la formazione kazaka dal punto di vista tattico, perché è vero che prova a fare la corsa dura mandando all'attacco molti dei suoi corridori, ma l'impressione è che lo faccia senza una certa coerenza.
Philippe Gilbert – 5
Ci ha provato a far pretattica l'idolo di casa Philippe, affermando che negli ultimi giorni si stesse riprendendo in maniera velocissima dalla brutta botta patita in occasione della Freccia Vallone. E invece no, evidentemente la caduta gli ha lasciato strascichi rilevanti, perché sulla Côte de Saint Nicolas al vallone si spegne la luce e buonanotte, se ne riparlerà l'anno prossimo. Se nel 2014 aveva salvato la campagna delle Ardenne con la vittoria dell'Amstel, quest'anno ne esce senza risultati: tanta sfortuna, certo, e non sappiamo cosa sarebbe stato in grado di fare se non avesse assaggiato l'asfalto prima di Huy; l'impressione però è che ormai i tempi migliori siano definitivamente passati.
Michal Kwiatowski – 4
Dove sia finito il corridore che una domenica fa vinceva l'Amstel Gold Race è lecito domandarselo. Kwiato arriva ad Ans ventunesimo, tra le vittime della Côte de Saint Nicolas: nessuno pretendeva che vincesse tutte e tre le classiche delle Ardenne, il passaggio a vuoto della Freccia poteva essere comprensibile e rimediabile, ma anche oggi il polacco è spento e privo di energie. Troppo dura la Liegi per lui? Più probabilmente il corridore della Etixx-Quick Step ha nella mancanza di continuità il suo attuale tallone d'Achille (per quanto sia lecito parlarne utilizzando solo una settimana come arco temporale di riferimento). Il tempo è dalla sua.
Diego Ulissi – 7
Il corridore toscano si rende autore, con Matteo Montaguti, Marco Minnaard, Anthony Turgis e Cesare Benedetti, ai quali si estende il voto, della fuga di giornata, da lui portata ovviamente senza ambizioni di vittoria, con l'intenzione di mettere nelle gambe chilometri di qualità utili per approcciarsi con una condizione discreta al Giro d'Italia, nel quale spera di essere protagonista. Gli ci vorrebbe, per mettersi definitivamente alle spalle il recente periodo buio.