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Liegi-Bastogne-Liegi 2015: All'assalto della Doyenne - Tornano la Roche-aux-Faucons e il maltempo | Cicloweb

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Liegi-Bastogne-Liegi 2015: All'assalto della Doyenne - Tornano la Roche-aux-Faucons e il maltempo

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Il gruppo affronta una delle prime côtes della Liegi-Bastogne-Liegi 2014 © letour.fr

La decana, o Doyenne, insomma, la più anziana delle classiche, chiude la primavera del ciclismo. È la Liegi-Bastogne-Liegi, una gara fatta di côtes, nata nel 1892, giunta all'edizione numero 101. È il palcoscenico che i corridori da grandi corse a tappe, pronti ad entrare in azione al Giro d'Italia tra pochi giorni, sfruttano sia per affinare la condizione che per provare a cogliere un piazzamento più che prestigioso. Perché chi vince a Liegi - meglio, ad Ans, la collina sopra la città vallone che ospita l'arrivo - non è quasi mai un carneade. In programma 253 km durissimi, mai pianeggianti, con dieci côtes che sono decisive nella parte finale. Subito Côte de La Roche-en-Ardenne e Côte de Saint-Roch, ma è dalla Côte de Wanne, affrontata dopo 169 km di corsa, che si fa la vera scrematura. Chi non s'è ancora riscaldato avrà perso la sua occasione, perché dalla successiva Côte de Stockeu, scalata dopo 175.5 km, non si scherza più. La salitella più nota delle Ardenne è senza dubbio la Redoute, da anni non più decisiva per le sorti della Liegi. In un ciclismo che si decide sempre più sullo scattino e sull'attendismo, ben poco in mano ai coraggiosi, gli attacchi a 34.5 km da Ans (questa la distanza tra la Redoute ed il traguardo, appunto) non vengono premiati. E così si prova a dare la botta decisiva sulla Côte de la Roche-aux-Faucons, rampa di un chilometro e mezzo divisa in due severi tronconi: fa male, poco da aggiungere, ma è difficile che faccia la differenza (e dista 19 km da Ans). Resta così la Côte de Saint-Nicolas, la salita degli italiani, che essendo posta a 5 km dall'arrivo facilita gli attacchi. La salita morbida - ma durissima dopo 253 km di su e giù senza sosta - verso Ans screma in maniera ulteriore e definitiva, decretando di fatto il vincitore. L'Italia ha vinto 12 volte la Doyenne, seconda solamente al Belgio (con 58 centri è inarrivabile), ma manca dal gradino più alto del podio dal 2007, quando il migliore fu Danilo Di Luca. Dall'anno scorso è entrata nel club dei vincitori di Liegi anche l'Australia, che ha ringraziato sentitamente Simon Gerrans, già vincitore della Sanremo nel 2012.

 

Valverde e Kwiatkowski ardennesi tra i più in forma
Non si può non mettere tra i principali favoriti la coppia che sulle Ardenne è uscita vincitrice nell'ultima settimana, ovvero Alejandro Valverde e Michal Kwiatkowski. Il murciano correrà in una Movistar che avrà a disposizione anche Nairo Quintana e Giovanni Visconti. È in un grandissimo momento di forma, inutile dirlo, venendo da un secondo posto all'Amstel Gold Race e dalla terza vittoria alla Freccia Vallone, ottenuta con una certa autorevolezza. È probabilmente il favorito numero uno: può attendere una volata ristretta - ma troppo spesso in passato ha atteso invano - o attaccare da lontano (che nel ciclismo moderno equivale a 10 km, non oltre). Sarà molto controllato da tutti, ha già portato a casa due volte la Doyenne (nel 2006 e nel 2008), può centrare la seconda tripla della settimana. Storia ed età differente, classe ugualmente cristallina per Michal Kwiatkowski: polacco, iridato, ha benedetto la maglia più prestigiosa con la vittoria nella classica di primavera forse meno sentita, l'Amstel Gold Race. L'ha fatto stringendo i denti sull'ultimo Cauberg e rientrando verso il traguardo di Valkenburg. Sarà capitano di una Etixx-QuickStep che crede molto in lui, anche perché ad Ans ha già chiuso una volta al terzo posto, proprio nel 204. Come se tutto ciò non bastasse, Kwiatkowski avrà al suo fianco gente come Zdenek Stybar ed il giovanissimo, ma molto interessante, Julian Alaphilippe, secondo mercoledì alla Freccia Vallone.

 

Daniel Martin vuol tornare a vincere
Liegista sì, ma ancora non al massimo della forma, è l'irlandese Daniel Martin. L'uomo di punta della Cannondale-Garmin ha vinto su quest'arrivo nel 2013 e chissà senza quella scivolata cos'avrebbe potuto concludere lo scorso anno. Quest'anno ha esordito al Laigueglia ma non ha ancora trovato la vittoria: all'Amstel è stato 15°, alla Freccia Vallone non ha tagliato il traguardo, vittima di una caduta. Ciò non depone a suo favore, ma la voglia di portare a casa per la seconda volta la Doyenne è forte.

 

Gilbert, una caduta di troppo per ripetersi
Caduta e conferma, stessa solfa anche per Philippe Gilbert. Il vallone della BMC aveva fatto il diavolo a quattro nell'Amstel, staccando il gruppo sul Cauberg e rimanendo con il solo Michael Matthews. Alla Freccia Vallone è caduto male, e ciò non è un buon viatico verso la conquista della seconda Liegi-Bastogne-Liegi. La ricognizione ha visto un Gilbert in leggera ripresa e che sicuramente non la darà vinta tanto facilmente domani: vorrebbe ripetere il trionfo del 2011, il magico 2011 (infilò Freccia del Brabante, Amstel, Freccia Vallone e Liegi); allora i fratelli Schleck non riuscirono a metterlo in difficoltà, diventando di fatto una piccola scorta per Phil. Che se potesse scacciare i dolori post Freccia, farebbe male, ma agli avversari.

 

Gerrans non al top, occhio ad Albasini e Yates
Non si può non citare il blocco Orica, non fosse altro perché sarà guidato dal campione uscente, Simon Gerrans. L'australiano non arriva certo alla Doyenne nella miglior forma possibile, ma solitamente non attacca il numero sulla schiena tanto per. Se però non dovesse rimanere con i migliori la formazione australiana avrebbe a disposizione altre interessanti soluzioni: quel Simon Yates che più va avanti e più meraviglia, così come un Michael Albasini capace di cogliere il terzo posto alla Freccia Vallone e, ultimo ma non meno importante, un classe '90 colombiano, Johan Esteban Chaves, che ancora aspettiamo per il grande colpo.

 

Lotto e Lampre, Gallopin e Rui Costa
Interessante il blocco Lotto-Soudal, con Tony Gallopin che proverà a tener duro sugli strappi per cercare il risultato sul rettilineo finale di Ans, mentre Tim Wellens, già in fuga alla Freccia Wallone nei chilometri finali, potrebbe ugualmente cercare la soluzione dalla media distanza. Intrigante poi la Lampre-Merida, con Rui Alberto Faria da Costa già terzo all'Amstel e che vuole, fortissimamente vuole, la Doyenne.

 

Purito Rodríguez e la Liegi che sfugge sempre
Altro potenziale favorito è Joaquim Rodríguez, che alla Liegi non ha mai primeggiato: è sul viale del tramonto e vuol lasciare il segno, la zampata, anche su queste strade, dove non è mai andato oltre due piazze d'onore (nel 2009 e 2013).

 

Italia, Nibali lanciato. E Pozzovivo, Gasparotto...
L'Italia parte in questa corsa con un notevole gruppo di corridori, molti dei quali possono veramente far bene. C'è Vincenzo Nibali, primo della fila, che dopo gli attacchi dell'Amstel Gold Race vuol centrare l'obiettivo primaverile per poi concentrarsi sul Tour (o anche sul Giro?). Il messinese ha sempre fatto discretamente qui, rischiando addirittura di vincere nel 2012, quando fu proprio quel Maxim Iglinskiy beccato positivo all'EPO nel 2014 a fregarlo. Un po' per vendetta, un po' per dare un senso alla prima parte di stagione e, dato non trascurabile, con la mente più libera dopo che la Commissione Licenze dell'UCI ha lasciato l'Astana nel World Tour (salvo nuovi aggiornamenti), Nibali cercherà il bersaglio grosso. Ma non sarà l'unico: Domenico Pozzovivo nel 2014 era in testa fino all'ultimo con Giampaolo Caruro, nella Doyenne: il lucano dell'AG2R La Mondiale è in forma, ha vinto a Fierozzo, arrivo in salita del Giro del Trentino-Melinda, vuole riprovare l'assalto alla Liegi. Magari non al primo posto, ma al podio sì. Ci sarà poi un Enrico Gasparotto visto in grande spolvero all'Amstel (ottavo, primo degli italiani) ed alla Freccia (quindicesimo). Da tener d'occhio anche Rinaldo Nocentini, che però lavorerà per Pozzovivo, con tutta probabilità. Nella Lampre-Merida Diego Ulissi è atteso, almeno per un segnale di vita, mentre la Trek di Arredondo, Fränk Schleck e Bauke Mollema, potrà giocarsi anche la carte Fabio Felline (che però tra Amstel e Freccia ha deluso parecchio, chiudendo sempre al 30° posto.

 

Per la Liegi-Bastogne-Liegi numero 101 è prevista una temperatura gradevole ma con molta probabilità assisteremo ad una gara bagnata: i maghi della pioggia ed i più temerari potranno giocarsi le loro carte. Una curiosità: correva l'anno 2003 quando la Liegi uscì dall'Europa per la prima volta. Nell'edizione successiva vinse un italiano, quel Davide Rebellin capace di vincere in una settimana anche Amstel e Freccia. Ora, visto che nel 2014 la Doyenne è finita nuovamente in un continente nuovo (anzi, nuovissimo, l'Australia) grazie a Simon Gerrans... Ecco, ognuno completi la frase a suo piacimento.

Francesco Sulas

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