Record dell'Ora: Thomas Dekker ci va molto vicino - Ad Aguascalientes 52.221 per l'olandese disoccupato. Dennis tiene
Versione stampabilePoco più di un giro di pista, 270 metri, la differenza da Rohan Dennis: 52.491 km per l'australiano contro 52.221 km di Thomas Dekker. Olandese, trentenne, senza squadra, ex bimbo prodigio. Aveva scelto una sfida tornata in auge, il Record dell'Ora, per tornare a far parlare di sé. C'è riuscito, e non ha nemmeno mancato più di tanto l'obiettivo. Mai gareggiato in pista, ma con il cronometro è - o almeno, era ed è stato, specie da giovanissimo - un ottimo atleta. Ha scelto gli allenamenti su pista per adattarsi: niente gare, anche perché, come detto, non ha trovato chi lo volesse ingaggiare. Allenato dal greco Vasilis Anastopoulos, è sceso in pista ai 1800 metri di Aguascalientes, Velodromo Bicentenario. L'ha mancata, ma di certo non l'ha trascurata, questa prova. Da parte del fu Dekkerino (per non confonderlo, quando si affacciò tra i grandi, con Erik Dekker), un'ottima prestazione: 270 metri di differenza, come detto, e secondo miglior atleta sull'ora. Rohan Dennis resiste, ma ha tremato. Nella terza parte di gara Dekker ha perduto il ritmo migliore, e ciò è stato probabilmente decisivo ai fini del Record.
58x14: Dekker non teme il rapportone
Via con tanto coraggio: Thomas monta un 58x14. Al miglior Sergey Gonchar verrebbero i brividi. Un'ora con quel 58 sarà dura, ma Dekker ha preparato tutto molto bene. Il via leggermente barcollante non tragga in inganno, così come non impressioni più di tanto quella traiettoria in curva. Larga, nei primi giri, troppo larga. Lì si perdono metri su metri, allargando la traiettoria. però questo Dekker, come pedala. Dopo 10' il ritmo era già attorno ai 54 km/h, ma presto si sarebbe stabilizzato poco al di sotto. Sempre attorno ai 53, nell'ottica di partire non troppo forte e sparare ogni cartuccia a disposizione nel finale. L'unico che ha tentato il Record ed è partito a stecca - Jack Bobridge - s'è poi dovuto arrendere nel finale, cedendo di schianto: sforzo troppo sbilanciato. Dekker procede costante e dopo 85 giri (21.25 km) siamo ben al di sopra: 52.6 km/h. Ai 25 km la media è di 52.350 km/h. Siamo sui ritmi del detentore, Rohan Dennis. Dopo 126 giri (31.5 km) sarebbe nuovo primato, visto che Dekker gira a 52.7 km/h. Il classe '84 non accenna a diminuire, anzi, dopo i 35 km viaggia a 52.828 km/h.
Molto bene fino al 126° giro, poi c'è il calo
Bisogna segnarsi però quel giro 126, perché da lì inizia il momentaccio dell'olandese. Il ritmo cala e s'attesta tra i 51 ed i 52 km/h. Qualche sbandata di troppo, la stanchezza che si sente eccome, il 58x14 che diventa difficile da spingere. Dekker però non molla: sa soffrire e fino al giro 200 ce n'è di sofferenza. Gli intermedi danno l'olandese spacciato: 51.763 km/h dopo 40 km, 51.461 km/h dopo 45 km, 51.493 km/h dopo 50 km. Ed il finale è di nuovo in crescendo: se dal giro 127 al 200 Dekker viaggia anche al di sotto dei 51 km/h (la media dal giro 127 al 209 sarà di 51.6 km/h), negli ultimi nove giri risale la china. E non solo la china, visto che riprende un ritmo che sarebbe quello di un nuovo primato. La conclusione dell'Ora più dura del mondo è una volata disputata con il 58x14 a circa 53 km/h. Basterà? Forse sì. E invece no, ma di poco. Thomas Dekker arriva a 29 metri dal completare il 209° giro, per un 52.221 decisamente notevole e forse anche un po' inaspettato. Dekker è partito bene, costante ed a ritmo alto, calando nel finale ma senza andare allo sbando: è la tattica (chiamiamola così, anche se in un'ora, tu, l'anello e la bici, di tattico c'è ben poco) che finora ha premiato tutti, da Voigt a Dennis passando per Brändle. Chi è uscito dagli schemi, ovvero Bobridge, ha pagato un conto salatissimo.
L'olandese non segna il primato. Sabato c'è la Storey
Con il suo 52.221 Thomas Dekker è il secondo miglior atleta sull'Ora: alle sue spalle c'è il 51.852 di Brändle, il 51.300 di Bobridge, il 51.110 di Voigt. Chissà che dopo la prestazione di oggi, qualche squadra a cui avanza un posticino non decida di puntare sull'olandese. A conferma che il Record dell'Ora è rinato (finché uno Wiggins, Martin o Cancellara di turno lo seppellirà di nuovo...), sabato si scende di nuovo sull'anello: stavolta tocca ad una ragazza, Sarah Storey, britannica. Correrà al Lee Valley Velopark di Londra, durante il Revolution Series, nel tentativo di superare il 46.065 stabilito nel lontano 2003 da Leontien Van Moorsel a Città del Messico. Poi verrà l'estate e sarà la volta, non si sa ancora quando, di Sir Bradley Wiggins.