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Campionati Italiani Ciclocross 2015: Fontana li fa tutti a Pezze - Ancora Marco Aurelio! Tra gli U23 titolo a Colledani

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Il vittorioso arrivo di Marco Aurelio Fontana al Tricolore di Pezze di Greco © Cicloweb.itdal nostro inviato

Il campionato italiano di ciclocross visto dal punto più tecnico del percorso di Pezze di Greco, un costone sterrato preceduto da due barriere di legno, offriva un effetto straniante: l'oggettiva difficoltà del tratto, la folla assiepata ai lati, gli oooo-olè! che si scatenavano quando qualcuno (solo due corridori, per la precisione: Bertolini prima, Fontana poi) saltava quelle barriere rimanendo in sella anziché smontare dalla bici e caricarsela in spalla... Avresti detto "siamo in Belgio o dove?", ma il sole a picco nella primaverile (in gennaio!) giornata pugliese riconduceva all'italica realtà. Mentre un giro di sguardo sul resto del percorso brindisino rivelava che gli spettatori, negli altri punti dello scorrevole (ma bello) tracciato disegnato da Vito Di Tano, non erano poi così numerosi (non pochi, intendiamoci: ma neanche numerosi come avremmo sognato).

Purtroppo la realtà è che il ciclocross in Italia tira fino a un certo punto, è sempre più praticato a livello amatoriale e anche agonistico, ma ancora poco apprezzato dal pubblico. E malgrado la buona organizzazione dell'ASD Narducci, malgrado il contesto, il milieu (para)federale a fare da giulivo contorno alla festa di Pezze, malgrado le sincere lacrime di commozione di Di Tano ("Vi-to! Vi-to!", urla il pubblico, e lui si scioglie) alla fine della kermesse, malgrado l'eterno sorriso con un presidente intorno (ma che te ridi, a' Renati'?), gli spifferi che giungono non sono dei più rassicuranti: il GiroCross, ad esempio, potrebbe essere presto solo un ricordo, Fausto Scotti si è stufato di organizzarlo perché qualcuno lo boicotta, invidie di bottega, piccinerie di sponsor l'un contro l'altro armati (siamo pur sempre nel meschinerrimo ciclismo italiano, mannaggia), e così nonostante la bellezza e la crescente rilevanza della manifestazione rosa, nonostante contratti già firmati per gli anni a venire con supporter importanti (Fiuggi e le sue acque, ad esempio), se il ct-organizzatore non cambia idea, ciao Giro.

Ci torneremo presto, sulla questione. Ma qui stavamo parlando di campionati italiani, ed è giusto restare al tema. Dopo le gare della mattina, il primo pomeriggio della domenica offriva in rapida sequenza la prova degli Under 23 e quella degli Élite. Due favoriti d'obbligo, i già citati Gioele Bertolini e Marco Aurelio Fontana.

La sorpresa - almeno una - era però dietro l'angolo: nella gara Under infatti Bertolini non era il solito schiacciasassi, e anzi non è riuscito, per la prima metà della corsa, a liberarsi della compagnia di Nadir Colledani (in grande crescita quest'anno), di Manuel Todaro (a proprio agio su un percorso veloce e sostanzialmente asciutto) e del sorprendente Luca De Nicola. Una caduta a metà gara ha completato la frittata per il grintoso 19enne di Talamona, uno scivolone che ha spinto Colledani ad aprire il gas e a involarsi verso la vittoria, malgrado il tentativo di resistere di De Nicola e Todaro, e malgrado la rabbiosa reazione dello stesso Gioele.

Bertolini ha però bruciato tutto quello che aveva nelle due tornate successive alla caduta, e si è così ritrovato in paurosa riserva nel finale, cedendo di schianto e rassegnandosi a un opacissimo ottavo posto conclusivo. A vincere, come accennato, un felicissimo (lui e il suo ds Daniele Pontoni, Trentino Anima Nera) Colledani, davanti a De Nicola e Todaro; giù dal podio Simone Perna, Tommaso Caneva, Stefano Valdrighi, Moreno Pellizzon; poi Gioele.

Tutt'altra musica, aria di assolo, nella prova Élite, invece. Il faro della corsa era Marco Aurelio Fontana, e in effetti il corridore della Cannondale ha davvero illuminato la scena. Non da subito, a dire il vero, visto che nei primi giri si è limitato a un controllo attivo della situazione (magari anche per non ammazzare subito il pathos); i migliori in partenza sono stati Marco Ponta e Luca Braidot, ma mentre il primo è presto stato risucchiato nelle retrovie, il secondo è caduto malamente, perdendo il tubolare e - conseguentemente - un sacco di tempo e posizioni. Mentre il friulano smadonnando percorreva come poteva il lungo tratto che lo separava dai box, erano suo fratello Daniele e Mirko Tabacchi (entrambi suoi compagni di squadra nella Forestale) a prendere in mano la situazione. Fontana sempre lì in seconda-terza posizione a controllare da vicino l'evolversi degli eventi.

Dopo una trenata di Elia Silvestri al terzo giro, il primo affondo di MAF ha selezionato un quartetto comprendente appunto Silvestri, Daniele Braidot e Bryan Falaschi. Al quarto giro (sui nove totali) una nuova stoccata di Fontana ha mandato per aria Silvestri, mentre da dietro Cristian Cominelli (malgrado un'iniziale foratura) e Thomas Paccagnella emergevano nella lotta per le posizioni a ridosso del podio; intanto continuava la lunga rincorsa di Luca Braidot.

Alla quinta tornata il terzo e decisivo forcing operato da Fontana ha determinato una serie di cose: Daniele Braidot è improvvisamente scoppiato, mentre Falaschi si è assicurato il ruolo di sparring partner di giornata (da lì a fine gara è infatti rimasto sempre al secondo posto, a distanza sempre maggiore dall'incontrastato battistrada); dal canto suo, Cominelli sembrava avere sempre meno problemi a inseguire un comunque prestigioso terzo posto, visto che i vari Paccagnella, Silvestri, Stefano Capponi, Martino Fruet (questi ultimi due erano inizialmente nel gruppo buono) parevano avere sempre meno carte da giocare.

Il buon Cominelli avrebbe però dovuto preoccuparsi della grande volontà di Luca Braidot, che al sesto giro è rientrato sul "gruppetto Paccagnella", al settimo ha frantumato tale drappello, all'ottavo si è portato sullo stesso Cominelli, e al nono l'ha infine staccato, complice un'improvvido salto di catena di uno sconsolato Cristian a poche centinaia di metri dalla fine.

L'ordine d'arrivo, quindi: Fontana al sesto titolo tricolore del cross ha rifilato 31" a Falaschi secondo, 58" a Luca Braidot terzo, 1'06" a Cominelli quarto, 1'16" a Paccagnella quinto. Capponi ha chiuso al sesto posto a 1'43" dal vincitore, Fruet al settimo a 1'50", Silvestri all'ottavo a 2'38", Daniele Braidot al nono a 3'01", Ponta al decimo a 3'13".

Marco Grassi

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