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World Tour 2015: Astana, via libera ma con attenzione - Arriva la licenza ma non potrà sgarrare. Neri-Alé tra le Professional

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Alexandre Vinokourov e Vincenzo Nibali tirano un sospiro di sollievo © Bettiniphoto

Uova con bacon o muesli e yogurt? Non è difficile immaginare la giornata di ieri così, alle prime luci dell'alba, con la Commissione licenze che si chiedeva quel che tutti si chiedono a colazione, Michele Ferrari e Paolo Slongo compresi: uova e bacon o muesli e yogurt? Domanda successiva: Astana tra le World Tour o Astana tra le Professional? Alla fine la Commissione licenze ha scelto: non siamo a conoscenza dei dettagli circa la colazione, ma è noto, ormai dalla tarda serata di ieri, che l'Astana farà parte della Serie A del ciclismo anche nel 2015.

La decisione è discutibile? Da qualche punto di vista sì, divide (come ogni scelta che possa definirsi tale, del resto). Ma, codice UCI alla mano, non fa una grinza. Ricapitolando. Nel 2014 l'Astana ha avuto due positività: Maxim e Valentin Iglinsky per EPO. Non cinque? Non vanno aggiunte quelle dei giovani Artur Fedosseyev, Victor Okishev e Ilya Davidenok? No, perché se è vero che erano parte dell'Astana Continental, e se è vero che detto team è il vivaio della prima squadra, c'è da fare una scissione tra squadre World Tour e squadre Continental.

Certo, c'è la figura di Alexandre Vinokourov, grande capo dello squadrone kazako (nonché semidio in terra, almeno nel suo Paese), i suoi trascorsi discussi e discutibili, le frequentazioni - da lui stesso ammesse - con Michele Ferrari. E però la Commissione licenze, al momento di promuovere o bocciare una formazione, non si basa sulla reputazione del Vinokourov di turno, ma su quattro criteri: quello sportivo, amministrativo, economico ed etico. L'Astana, a posto con i primi tre, aveva qualche inghippo con il restante e l'UCI lo sa benissimo. Vinokourov che è proprio lo stesso che c'era anche gli scorsi anni, con l'Astana che ha ricevuto la licenza World Tour. Chiusa parentesi.

E sì che nelle ultime settimane s'è provato in ogni modo a cacciare a pedate l'Astana dai piani alti del ciclismo. Allora: due positività all'EPO, questo Vinokourov che si dopava e comprava le Liegi allora, che manderebbe da Michele Ferrari mezza Astana oggi, secondo la Procura di Padova. Lo stesso Ferrari che, secondo quanto sostiene il noto quotidiano sportivo di colore rosa, era a Montecatini Terme, nel ritiro dell'Astana, un anno fa. E ci sarebbero le prove di ciò: delle foto. Ora, trascurando il dettaglio che a distanza di giorni dalla pubblicazione, delle foto non vi è traccia (ma attendiamo con ansia, come direbbe Ferrari), la Commissione licenze doveva votare pro o contro l'Astana in base agli scoop dei giornali (e non, al massimo, delle carte di un'inchiesta)?

No, doveva applicare la legge, con quei quattro criteri. L'Astana, piaccia o no, i criteri li ha superati tutti. Con riserva, certo, ma quello era noto già una settimana fa, forse anche di più: i kazaki avrebbero ottenuto la licenza, seppur con una stretta osservazione da parte dell'UCI. Della serie: se sgarri un'altra volta, fai ciao ciao con la manina. E questo, né più né meno, ha fatto il massimo organismo del ciclismo. La motivazione della Commissione licenze parla chiaramente, infatti, di un'Astana sì in possesso del via libera per il 2015 (la squadra ha annunciato una riorganizzazione della lotta interna al doping), ma con paletti da rispettare.

Anzitutto, il team verrà esaminato dall'ISSUL (Institut des Sciences du Sport de l'Université de Lausanne), un organismo indipendente: l'ISSUL non farà altro che studiare i casi doping dell'Astana, valutando poi se ed in quali misure la squadra abbia responsabilità. ISSUL che valuterà anche l'organizzazione interna alla squadra, la sua cultura ed il modus operandi del suo management rispetto ai criteri etici. L'Astana, sempre secondo quanto deliberato dall'UCI, aderirà sin dal 2015 al protocollo che verrà applicato obbligatoriamente ai team World Tour dal 2017, con l'entrata in vigore della Riforma.

Non finisce qui per la formazione kazaka: se il rispetto delle nuove regole verrà a mancare, o non darà esiti positivi, oppure se ci dovessero essere altri casi di doping nel 2015, l'UCI potrà chiedere alla Commissione licenze di rivedere la posizione del team. Benissimo, potremmo dire, ma la maxi inchiesta di Padova, e le frequentazioni dei corridori da Ferrari, e l'evasione, e, e, e... E niente. L'UCI, in poche righe, butta nel fuoco del caminetto di Aigle un paio di pagine: «Al momento gli elementi dell'inchiesta non sono noti né all'UCI né alla Commissione, perciò nessuna decisione può essere presa. L'UCI avrà il compito di informare la Commissione se ci fossero prove contro la squadra».

Insomma, c'è un'inchiesta, lo sappiamo, la rispettiamo, attendiamo di leggere le carte (quelle che arrivano - o arriveranno - da Padova), ma per adesso l'Astana è a posto così. Fine di una storia che è iniziata mesi fa, s'è trascinata per intere settimane (come se l'unico problema del ciclismo di oggi, ma soprattutto di domani, fosse l'Astana), era già giunta alle conclusioni una settimana fa: conclusioni più strampalate possibile, dal momento che l'UCI aveva messo in standby la squadra.

Ricordiamo diversi titoli: «Astana fuori dal World Tour», oltre ai vari «Nibali non potrà difendere la maglia gialla al Tour», «Aru e Nibali cambiano squadra», e via andare. Bastava leggere e dare un senso a quanto comunicato dall'UCI - che lo si condivida o meno è un altro paio di maniche - per capire che nessuno era fuori da niente, che Nibali era tranquillo. E adesso, lo Squalo, è ancora più sereno di prima.

Astana dentro, ma se fosse stata fuori si sarebbe appellata al TAS, rischiando seriamente di rientrare: nel 2013, infatti, la Katusha fu lasciata fuori dal World Tour sempre per motivi etici, si appellò al TAS, ne uscì vincitrice. C'era un signor precedente, oltre a tutto il resto, insomma.

Tanto parlare di Astana, ma le altre squadre in bilico? Chi non sarà nel World Tour 2015 (che diventa a 17 formazioni) è l'Europcar, alle prese con problemi di natura economica: era noto, era anch'essa in standby, e verrà iscritta tra le Professional. Proprio nella categoria inferiore troviamo altri due casi, uno risolto ieri, l'altro in attesa (se ne riparlerà il 15 dicembre). Partendo dalla fine, la Cult Energy dovrà presentare una documentazione aggiuntiva appunto entro lunedì. Anche per la formazione danese, come per l'Europcar, i problemi sono di natura economica.

C'è poi la Neri Sottoli-Alé: veniva dal caso Rabottini (a proposito: quando arriveranno queste benedette controanalisi?), ma anche dalle positività di Santambrogio e Di Luca al Giro 2013 (sebbene il Team Manager Angelo Citracca le addebiti alla Vini Fantini di Valentino Sciotti, che Di Luca lo impose). Ecco, la Neri Sottoli-Alé è stata confermata tra le squadre Professional. Anche lei, come l'Astana, con riserva. La squadra di Scinto e Citracca dovrà infatti sottoporsi a stretti controlli della Fondazione AntiDoping del Ciclismo e dell'UCI per verificare l'applicazione delle misure annunciate.

La Neri-Alé potrà dunque correre, ma guai a sgarrare. Scinto e Citracca tirano un sospiro di sollievo nonostante quest'ultimo, romanistissimo, avrebbe (forse) barattato il passaggio della Lupa agli ottavi di Champions per una licenza UCI.

Roma fuori dalla Champions o Roma dentro? Astana con o senza licenza World Tour? Uova e bacon o muesli e yogurt? E adesso si pedali, come succede spesso dopo ogni colazione.

Francesco Sulas

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