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Bpost Bank Trofee Hamme 2014: Van der Poel ci crede, Van Aert lo uccella - Gara tattica risolta da uno sprint a due. Nys leader | Cicloweb

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Bpost Bank Trofee Hamme 2014: Van der Poel ci crede, Van Aert lo uccella - Gara tattica risolta da uno sprint a due. Nys leader

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Il momento in cui Wout Van Aert batte Mathieu Van der Poel ad Hamme © Sport.be-Alain BuyckDomanda: può una gara di ciclocross di alto livello assomigliare fortemente a una prova su strada? Risposta: sì, a volte può. Oggi ne abbiamo avuto riprova con la terza tappa del Bpost Bank Trofee disputata ad Hamme-Zogge e vinta da Wout Van Aert dopo un emozionante testa a testa nell'ultimo giro con Mathieu Van der Poel. Belgio contro Olanda, un 20enne contro un 19enne, una rivalità che sta scoppiando impetuosa anche tra gli élite dopo aver preso corpo nelle categorie giovanili.

L'epilogo insomma rappresenta quanto di meglio si potesse aspettare chi ha a cuore il futuro di questa disciplina: su questo dualismo del domani il cross potrà costruire memorabili pagine sportive. Riguardo all'oggi, non saremmo però onesti se non confessassimo che per nove decimi la gara è stata un po' al di sotto delle attese.

Una gara in cui c'è stata poca selezione, forse per la natura del percorso, che non aveva troppi inserti difficili (e quei pochi che c'erano non erano troppo complicati - come poteva essere ad esempio l'esasperante muro di Francorchamps qualche giorno fa), e che aveva anzi dei punti in cui era fisiologico, per chi inseguiva, recuperare terreno (un paio di lunghi rettilinei compatti prima di due serpentine erano fatti apposta per arrivare al limite con la "staccata" e mangiare così metri a chi era davanti).

Fatto sta che di rado si vedono, nella stagione del cross internazionale, corse da gruppo compatto quasi fino alla fine; oggi è stato uno di quei rari casi. Ma va anche bene, in fondo è pure giusto che i percorsi siano vari e sollecitino le più diverse attitudini dei tanti protagonisti che settimanalmente battagliano sul fango.

Oggi si può dire che c'erano tutti, ad Hamme-Zogge: sia i più esperti che i più verdi si sono dati appuntamento per la terza prova della challenge guidata da Sven Nys, in una sfida all'Ok Corral che non prevedeva defezioni. Il primo a mettere sul piatto la volontà dell'azzardo è stato Wout Van Aert, che si è messo in testa nella tornata iniziale; già dalle prime battute si son capite due cose: una, che Mathieu Van der Poel aveva tutta l'intenzione di non lasciare il proscenio all'altro giovane principe del seeding; l'altra, che fare selezione non sarebbe stato facile, visto che le trenate di Van Aert non hanno spezzettato (come di solito avviene) il gruppo. Al massimo, si riusciva a tenere tutti in lunga fila indiana.

Il ragazzino della Vastgoedservice è rimasto al comando di questa fila fino a metà del secondo giro, quando un guaio meccanico gli ha fatto perdere parecchie posizioni. Ciò ha favorito - in vista dello sprint con abbuoni - Tom Meeusen, Kevin Pauwels e Sven Nys, che si trovavano alle spalle di Wout nel momento dell'incidente, e che sono transitati nell'ordine nella volatina che offriva 15"-10"-5" di bonus. In ogni caso, Van Aert non si è perso d'animo: circondato dai suoi compagni, che hanno addirittura organizzato un trenino per riportarlo davanti, è rientrato al termine del terzo giro, rimettendosi a tirare il gruppo già nel quarto.

Viste le intenzioni ancora bellicose di Van Aert, qualcuno dei suoi avversari ha pensato che fosse il momento di tentare qualcosa. Nella fattispecie, è stato Lars Van der Haar a provare la sortita, ma il buon Wout non si è fatto sorprendere e ha preso la ruota dell'olandese, mentre al comando della corsa si formava un quartetto con loro due e con Meeusen e Nys. I due alfieri della Sunweb (il citato Pauwels e Klaas Vantornout), protagonisti ieri a Milton Keynes, non dimostravano la stessa brillantezza di 24 ore fa, e gravitavano poco dietro; altri corridori spesso lontani dalle prime posizioni erano comunque in zona, non distanti dal drappello di testa: in una giornata da gruppone, come si intuisce facilmente, tutti speravano di potersi giocare le proprie carte per cercare un piazzamento importante.

Nel quinto giro Pauwels, avendo degli interessi in classifica (alla partenza era terzo della generale a 2'03" da Nys), ha pensato che fosse il caso di chiudere il gap rispetto a Sven e gli altri, e si è prodotto in uno sforzo per rientrare sul gruppetto di testa. Un ottimo Jens Adams, intanto, emergeva dal secondo gruppetto avvicinando vistosamente il primo, e rientrando anch'egli, proprio in dirittura d'arrivo. Tanto è stato lo slancio di Adams, che gli ha permesso non solo di passare in testa al transito dei -5 giri, ma anche di piazzare un vero e proprio allungo in contropiede.

Le ragioni del forsennato attacco di Adams sono da ricercare proprio nel discorso che facevamo in apertura, quello sulle similitudini tra la gara di oggi e una normale corsa su strada. Da un certo punto in avanti, infatti, diciamo da quando si è capito senza più ombra di dubbio che la tattica oggi avrebbe giocato un ruolo determinante, le formazioni più forti hanno iniziato a comportarsi in un certo modo. Ovvero - è questo il caso - mandiamo in avanscoperta un "gregario" per spingere gli avversari a lavorare. Essendo Adams un compagno di Van Aert, possiamo tranquillamente dire che la sua azione aveva proprio l'obiettivo di stanare alcuni dei rivali di Wout.

Nell'occasione, sono stati prima Nys (per tutto il sesto giro) e poi Meeusen (nel settimo) a lavorare per andare a riprendere il fuggitivo del momento. Il gruppo, tra una strappata e l'altra, perdeva qualche pezzo, si selezionava temporaneamente, ma alla lunga tornava sempre a ricompattarsi con 10-15 corridori. A metà della settima tornata Adams è stato raggiunto in primis da Meeusen, Nys, Van Aert, Van der Poel e Van der Haar, con gli altri poco dietro, pronti a riportarsi sotto non appena arrivava qualcuno dei tratti favorevoli agli inseguitori.

Nell'ottavo e terz'ultimo giro, Adams ha tentato un'altra volta l'evasione, con schema appena diverso rispetto al primo affondo: se nell'occasione precedente Jens aveva preso tutti di sorpresa sopraggiungendo da dietro, stavolta Van Aert gli ha proprio fatto il buco, come si suol dire. È stato Van der Haar a mettersi a tirare il gruppo, sulle prime; poi - nel nono giro - si è capito che toccava a qualche squadra con più di un rappresentante, e non è che ce ne fossero troppe: Lars era solo, così come - in quel momento - Nys e pure Meeusen (i compagni di Tom oggi non hanno proprio brillato).

Si è allora incaricato di lavorare Philipp Walsleben, in favore del suo capitano Van der Poel. Tanto bene ha lavorato il tedesco che non solo ha fatto sì che Adams venisse ripresso, ma ha pure allungato per conto suo (in questo caso è stato MVDP a fare il buco al compagno). Mentre Meeusen scivolava in un tratto di pineta, tirandosi così involontariamente fuori dalla contesa, si capiva che il momento era topico: a poco più di un giro, con un Walsleben più che mai convinto nella sua azione di rottura, e con un gruppo in cui fatalmente qualcuno doveva iniziare a patire un po' di fatica, non si poteva più attendere.

Il tedesco è passato al traguardo con 7" di vantaggio su Van Aert (obbligato a trenare in prima persona per ridurre il gap), Van der Poel, Adams, Van der Haar, Pauwels, Nys e Sven Vanthourenhout (non l'avevamo ancora citato, ma con Adams è stato a lungo il più convincente tra i crossisti "di seconda schiera", oggi); gli altri, poco dietro. Appena iniziata la tornata conclusiva, Van Aert ha dato fondo a quanto aveva, allo scopo di riavvicinare Walsleben; Van der Poel, correttamente dal punto di vista tattico, ha tenuto la ruota dell'avversario, unico a riuscirci, mentre tutti gli altri perdevano infine terreno.

In un tratto con ostacoli artificiali si è consumato il ricongiungimento col fuggitivo. Ma Walsleben non aveva ancora speso tutto, tant'è vero che subito si è rimesso in testa a tirare in favore di Van der Poel. A questo punto Van Aert pareva preso nella morsa dei due corridori della BKCP: in terza ruota, era esposto a possibili giochetti (nei limiti della correttezza, ma pur sempre "giochetti") della coppia avversaria: se Walsleben avesse aperto un buco a Van der Poel e avesse poi in qualche modo chiuso le traiettorie, per Wout sarebbe stato difficile mettersi in scia al giovanotto olandese. Per questo motivo, con notevole sagacia, il belga ha colto la prima occasione buona (su una rampa metallica) per passare Walsleben e mettersi a curare direttamente la ruota di Van der Poel, che in quel momento stava tirando.

Forse con un attimo di ritardo Mathieu ha dato vita al suo attacco: a quel punto Van Aert non aveva più l'intenzione di mollare un metro, e per un breve tratto i due sono stati letteralmente spalla a spalla, a cercare le migliori traiettorie, mentre Walsleben era qualche metro più indietro. Van der Poel, ad ogni buon conto, pareva fin qui averne di più. Una conferma a questa impressione è giunta sull'ultima rampa del circuito, quella che dal boschetto immetteva sul tratto finale in asfalto: sulla curva in cima a tale muro, Mathieu è passato liscio, mentre Wout (come pure Walsleben alle sue spalle) ha dovuto mettere piede a terra.

Fatta per Van der Poel? Neanche per sogno! Non si sa come, Van Aert ha trovato la forza di reagire con ferocia a quell'intoppo, e ha rimontato metro su metro tutto lo spazio che aveva improvvidamente concesso all'avversario. Sulla semicurva conclusiva, Mathieu pareva ancora poter vincere abbastanza agevolmente; ma sul successivo breve rettilineo, Van Aert gli è piombato sulla ruota, e a quel punto - come succede nove volte su dieci - il rimontante era favorito nello sprint a due: senza battere ciglio, Wout ha saltato netto Mathieu, che per un attimo aveva accennato un cambio di traiettoria per provare a sfavorire il rivale, ma che poi - capito che non c'era più niente da fare - si è rassegnato alla sconfitta, smettendo di sprintare negli ultimi 10 metri di gara.

Vittoria palpitante per Van Aert, quindi, la seconda in tre gare di Bpost Bank Trofee (dopo quella clamorosa nel Koppenbergcross ai danni di Nys - ma col poco galante aiuto ricevuto nell'occasione dal compagno Denuwelaere). Van der Poel fa buon viso a cattivo gioco per il secondo posto, ma gli brucia abbastanza; terzo ha chiuso, a 7" dai primi, Walsleben, precedendo di poco tutti gli altri, che gli sono arrivati più o meno in scia, a partire da Nys e Pauwels (Sven l'ha spuntata al colpo di reni su Kevin) e Van der Haar, proseguendo con Adams, il redivivo Marcel Meisen, Vanthourenhout e lo svizzero Julien Taramarcaz.

In classifica continua a comandare Nys, sempre con un paio di minuti sui primi inseguitori: Pauwels e Van Aert hanno superato Vantornout (oggi proprio giù di corda, ha chiuso 13esimo), ma restano tutti e tre vicinissimi: Kevin paga 1'58" al primo, Wout 2'09", Klaas 2'10"; un po' più indietro Van der Haar (2'45") e Meeusen (2'53", alla fine oggi è stato 11esimo), mentre Van der Poel è ottavo a 6'15" (ma ha pagato ben 5' d'ufficio per non aver gareggiato nel Koppenbergcross). La prossima prova di Bpost Bank Trofee è dietro l'angolo, programmata per sabato prossimo ad Hasselt. Se qualcuno volesse tentare di scalfire la leadership di Nys, sarebbe il caso che ci provasse ora che Sven non sembra ancora aver raggiunto la miglior condizione possibile: più avanti, ogni sforzo potrebbe risultare vano.

Marco Grassi

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