L'iniziativa: Undici squadre, tre punti cardine - Nasce Velon, l'ennesima novità per un ciclismo migliore
Ogni giorno che passa è sempre più evidente che nel mondo del ciclismo c'è una grande volontà di cambiare buona parte della struttura organizzativa, il problema però è che non si riesce a trovare un progetto il più convincente e condiviso possibile: dalle ultime notizie quella che doveva essere la grande riforma da lanciare entro il 2017 sarebbe già stata stravolta dall'UCI ed intanto il tempo passa e di fatti quasi non se ne vedono. Di oggi, però, è la notizia che 11 formazioni del World Tour si sono riunite in un'associazione denominata Velon nel tentativo di creare un nuovo e miglior futuro soprattutto economico per il ciclismo. I gruppi sportivi coinvolti sono Belkin, BMC, Garmin-Sharp, Giant-Shimano, Lampre-Merida, Lotto Belisol, Omega Pharma-QuickStep, Orica GreenEDGE, Team Sky, Tinkoff-Saxo e Trek.
A dire la verità oggi non si può parlare di novità perché tra la World Series Cycling di Rothschild, Bakala ed il Progetto Avignone questo genere di annunci sono ormai diventati praticamente una certezza nel lungo periodo invernale senza corse: è da quattro anni che ciclicamente si parla di questi progetti che poi finiscono nel dimenticatoio appena iniziano le gare per ripresentarsi poi a stagione conclusa. Per quanto riguarda Velon il primo punto da capire sarà proprio questo: siamo di fronte ad un qualcosa di reale e forte o sarà esclusivamente la solita moda passeggera destinata a sparire nel giro di pochi mesi?
A prescindere da quella che sarà poi la reale efficienza, bisogna riconoscere che i principi fondanti di Velon sono assolutamente condivisibili e molti di quei concetti sono anche gli stessi che abbiamo espresso spesso qui sulle pagine di Cicloweb.it. Come si fa infatti a non concordare con un primo punto che parte dicendo di cercare "uno sport più emozionante"? Per raggiungere questo obiettivo viene indicata ancora una volta una riforma dei calendari che venga incontro alla crescente base internazionale di appassionati: un sistema più facile da comprendere e magari classifiche che siano rappresentative di tutto ciò che è accaduto nell'arco della stagione.
Il secondo punto su cui si fonda Velon è invece la tecnologia che, nelle intenzioni, dovrà consentire agli spettatori di seguire e vedere la corsa dal punto di vista dei corridori in gara. Se vogliamo dirla tutta anche qui non è che ci sia chissà quale novità: si parla infatti delle telecamerine sulle biciclette che già abbiamo apprezzato in qualche corsa 2014, della possibilità di rendere pubbliche le comunicazioni radio tra corridore e ammiraglia o ancora di avere in tempo reale alcuni parametri degli atleti come ad esempio rapporti, watt o frequenza cardiaca; qui il dialogo e la cooperazione tra le parte ha già portato a qualche risultato.
Il capitolo più strettamente economico è invece riservato al terzo ed ultimo posto ed anche qui non si può che essere d'accordo: avere squadre sostenibili e credibili che i fan possano seguire a lungo nel corso degli anni è fondamentale, e per fare ciò bisogna superare la mentalità che il budget di una stagione sia composto esclusivamente dall'investimento degli sponsor o di qualche magnate appassionato di questo sport. Si parlerà quindi ancora della suddivisione dei diritti televisivi ma non solo.
Per far diventare realtà tutto questo Velon ha deciso di affidarsi alla collaborazione di Graham Bartlett, manager britannico che in passato ha lavorato come capo dello sviluppo del business della UEFA o come direttore del marketing sportivo della Nike: qualcosa si deve cambiare, qualcosa si vuole cambiare, e quindi si punta a farlo in grande stile. La direzione che si vuole intraprendere, come spiegato anche da Luca Guercilena proprio a Cicloweb.it, è quella di un modello sportivo sempre più di stampo americano tipo la NBA o le altre leghe professionistiche. Il problema è che, per quanto quest'unione di squadra possa essere forte, c'è anche chi non condivide i suoi progetti per il domani: si posso ottenere grandi risultati senza che siano coinvolte grandi realtà come il ciclismo francese (AG2R, Europcar e FDJ), quello spagnolo (Movistar) o quello est europeo (Astana e Katusha)? Vedremo cosa succederà in futuro, ma di sicuro al momento, tra UCI, MPCC, AIGCP e Velon, gli appassionati ci capiscono sempre di meno.