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Coppa del Mondo Cauberg 2014: Van der Haar, in pratica è stata una fuga - Lars subito al comando. Male Nys, Franzoi 20esimo | Cicloweb

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Coppa del Mondo Cauberg 2014: Van der Haar, in pratica è stata una fuga - Lars subito al comando. Male Nys, Franzoi 20esimo

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Lars Van der Haar vince in solitaria al Cauberg Cross © teamgiantshimano.comA Lars Van der Haar la Coppa del Mondo piace proprio. L'ha vinta l'anno scorso, corredandola con tre successi di tappa; vuol vincerla quest'anno, e per farlo ha iniziato proprio come 12 mesi fa: conquistando il Cauberg Cyclo-Cross, ovvero la prima delle sei prove della challenge UCI.

In assenza del suo giovane (ancor più di lui) connazionale Mathieu Van der Poel, autodirottatosi sulla prova Under 23 tra quelle in programma a Valkenburg, il corridore del Giant Development Team ci ha tenuto a lasciare un'impronta profonda, dopo che 15 giorni fa a Gieten, sempre in Olanda, proprio MVDP l'aveva beffato nella prima tappa del Superprestige.

In quello che è un vero e proprio cambio dell'asse del ciclocross, con spostamento dal Belgio ai Paesi Bassi, è sintomatico che ai successi dei giovani tulipani facciano da contraltare i rovesci dell'uomo simbolo del cross fiammingo, Sven Nys, che oggi non ha nemmeno portato a termine una prova nella quale è stato - finché è rimasto in gara - una pallida figura di contorno.

Van der Haar non ha lasciato spazio a troppe alternative, va detto: partito lancia in resta sin dalla prima curva, passato già tutto solo sulla linea del traguardo al termine del primo dei 9 giri che hanno composto la gara, è stato appena contenuto da Tom Meeusen e Kevin Pauwels nelle successive tre tornate; i due belgi, rientrati all'inizio del secondo giro sul campione nazionale olandese, hanno resistito con lui fino al quarto.

Nella prima parte del circuito, Van der Haar ha provato a disfarsi della compagnia degli altri due già al terzo giro, senza riuscirci; meglio gli è andato il forcing di inizio quarto giro, che ha fatto staccare Meeusen. Un Pauwels a tutta riusciva a rimanere a ruota di Lars, ma per far ciò il corridore della Sunweb ha dovuto spingere talmente al limite da incorrere in una caduta in fondo all'ultima discesa del circuito, nel finale di tornata. In quel momento è iniziato il volo solitario di Van der Haar, proseguito poi senza intoppi fino alla fine.

Alle spalle del terzetto si era segnalato un buon inizio di Francis Mourey, che però non ha ancora la condizione per reggere il ritmo dei migliori, e infatti è andato progressivamente spegnendosi; un iter simile a quello proposto da Enrico Franzoi, che è rimasto insieme a Nys e Vantornout nei primi tre giri, ma poi ha perso parecchio terreno in quelli successivi. Meglio procedeva Philipp Walsleben, sempre più competitivo gara dopo gara e - relativamente ad oggi - giro dopo giro, dopo un inizio quasi disastroso.

Nys ha optato invece per una partenza di conserva, attendendo il momento buono per emergere, tattica identica a quella messa in campo da Vantornout. Ma mentre quest'ultimo è più o meno riuscito nel suo intento di venir fuori alla distanza, il campione nazionale belga è stato bloccato sul più bello (alla fine del sesto giro) da un salto di catena che gli ha mandato a monte tutti i piani; un successivo problema alla fine dell'ottavo e penultimo giro ha fatto definitivamente perdere la pazienza a Sven, che si è proprio ritirato.

Ritorniamo alla caduta di Pauwels: andato giù lui, Meeusen l'ha raggiunto anche se non decisamente staccato, visto che Kevin è stato bravo a rialzarsi subito e - seppur abbastanza disunito per tutto il quinto giro - a resistere alle brevi sfuriate del connazionale, a cui ha concesso qualche metro nel corso della tornata, ma su cui è rientrato proprio al termine. A metà del sesto giro Walsleben, dopo averli tenuti a lungo nel mirino, si è accodato a Meeusen e Pauwels, mentre da dietro si segnalava un Vantornout in crescita.

Immancabilmente, infatti, Klaas è rientrato in avvio di settimo giro (riportando dentro pure Walsleben, che a sua volta aveva riperso qualche metro). A quel punto però il vantaggio di Van der Haar era già superiore ai 40", e il lavoro congiunto dei due Sunweb (Vantornout e Pauwels) non ha sortito effetti. Alle spalle del quartetto, due compagni di Meeusen (Corné Van Kessel e Thijs Van Amerongen, altri olandesi decisi a far bene nella gara di casa) continuavano intanto a pedalare bene in perfetto accordo. E quando Tom passava a tirare nel suo drappello, dava l'impressione di rallentare il ritmo proprio per permettere il rientro alla coppia.

Walsleben, dopo aver sofferto abbastanza (sempre in ultima ruota per tutto il settimo giro e metà dell'ottavo), ha capito che se gli altri due Telenet fossero rientrati, sarebbero sfumate le già poche chance di podio che aveva lui, e allora ha dato fondo a tutto quel che aveva per tentare l'azzardo: a metà tornata è partito all'attacco, provando ad avvantaggiarsi sui compagni di gruppetto e a ricacciare indietro i sopraggiungenti olandesi. Ma l'azione del tedesco, seppur coraggiosa, non ha avuto grossi esiti: sul cambio di ritmo l'unico ad aver patito qualcosa è stato Pauwels, ma la benzina per il tedesco è finita presto insieme al suo attacco, sicché Meeusen ha potuto riprendere la testa del quartetto, rallentando un'altra volta e facendo - stavolta sì - rientrare definitivamente Van Amerongen e Van Kessel.

L'ultimo giro, con Van der Haar ormai avviato a festeggiare, è servito per definire i piazzamenti di rincalzo: dopo un ultimo, breve forcing (che ha fatto staccare Walsleben), Vantornout ha tradito una condizione non ancora perfetta e si è un po' sfilato sulla successiva stoccata di Van Kessel; anche Van Amerongen, dopo aver tanto lavorato nel precedente inseguimento, ha perso un po' di terreno, sicché è toccato a Pauwels andare a chiudere su CVK, riportando sotto anche Meeusen.

A quel punto, l'unica carta a disposizione di Kevin (in inferiorità numerica rispetto ai due Telenet) era quella dell'anticipo, e in effetti il corridore della Sunweb ha giocato per sorprendere gli altri due, allungando a metà giro, su una rampa di legno. Gli ha detto bene che Meeusen non sono non ha avuto la brillantezza per rispondere, ma ha per un attimo perso lucidità, finendo per chiudere involontariamente Van Kessel sulla successiva discesa. Dei due Telenet, a quel punto, era proprio Corné ad averne di più, ma l'intoppo col compagno gli ha fatto perdere l'attimo giusto per accodarsi a Pauwels, il quale ha potuto così allungare in maniera determinante andando a conquistare il secondo posto.

Van der Haar, che ha fatto gli ultimi due giri in scioltezza (gestendo il minuto e passa di margine che aveva conquistato), ha chiuso con 26" su Pauwels, 34" su Van Kessel e 38" su Vantornout (che alla fine ha risucchiato Meeusen, quinto in scia a Klaas). A 41" ha chiuso Van Amerongen, a 48" Walsleben; a 59" si è piazzato Jens Adams (che quest'anno sta ricoprendo il classico ruolo del giovane belga che centra parecchie top ten), a 1'10" l'americano Jeremy Powers, a 1'24" Gianni Vermeersch (altro belga che era partito benino e ha chiuso calando ma non troppo). Mourey non è andato oltre la 16esima posizione finale (ma lo aspettiamo a risultati di pregio più avanti nel corso della stagione invernale), Franzoi è riuscito a prendere l'ultimo posto disponibile in top 20, a quasi 3' dal primo. Essendo stata quella del Cauberg una giornata quasi primaverile, con sole e terreno di gara non troppo fangoso (quindi più amichevole per l'italiano rispetto a circuiti di Coppa molto più selettivi), non è, per il veneto, un risultato da far lustrare gli occhi. Va però detto che un'incomprensione al box col massaggiatore azzurro che non gli ha passato una borraccia (non si può transitare dai box senza rifornirsi o senza cambiare bici) è costata a Enrico una penalizzazione: un giudice di gara l'ha infatti fermato come da regolamento, e ciò è costato all'azzurro oltre mezzo minuto e la possibilità di continuare a far corsa di vertice (o quasi).

Marco Grassi

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