L'impresa: 43 anni, un giorno e un'Ora: super Voigt! - 51,115 km, e con Jens il Record torna in auge
Versione stampabileCi sarebbe da chiedersi una cosa: perchè proprio oggi, 18 settembre, e non ieri, 17, giorno del suo 43esimo compleanno? Quali impedimenti non permettevano di abbattere il Record dell'Ora con un giorno d'anticipo? Sembrerebbe una domanda da poco, un sollazzo per suiveur annoiati, e invece non lo è, perché l'evento odierno era completamente finalizzato allo spettacolo, alla monetizzazione. Col cavallo di battaglia giusto: Jens Voigt, il Tony Stark del ciclismo, capace di unire Est e Ovest; ultimo residuato bellico della Germania Est, grande scuola di passisti, eppure amatissimo negli Stati Uniti. E forse anche passato e futuro del ciclismo. Andiamo dunque a descrivere questo piccolo tassello della storia del ciclismo andato oggi a incastrarsi, nelle sue quattro fasi: l'idea, la preparazione, l'allestimento dello show, la finalizzazione.
Fase 1: L' idea
Di Record dell'Ora si è ricominciato a parlare qualche anno fa. Dopo la decadenza iniziata negli anni 2000, quando l'UCI decise di annullare i record ottenuti su bici non tradizionali, il primato ottenuto da Sosenka nel 2005 lasciò intuire che allo stato attuale della cose, per battere il record non serve essere dei fenomeni. Il problema vero consiste piuttosto nel creare l'evento: Fabian Cancellara riceve proposte per tale record da diversi anni, ma non è riuscito a raggiungere un accordo economico con nessun velodromo. Come si suol dire, "la spesa non vale l'impresa". Nell'ultima annata però la cosa sembrava concretizzarsi: si parlava di un Cancellara pronto a battere il primato su bici Trek in Messico dopo il Tour de France, idea che è stata poi archiviata in un cassetto. Da quel cassetto è andato segretamente a pescare Jens Voigt, voglioso di chiudere la sua carriera con un degno botto.
Fase 2: La preparazione
Come già detto prima, per battere il Record dell'Ora non bisogna essere dei fenomeni: ci sta che un glorioso passista 43enne diventi recordman. A patto che le cose vengano fatte per bene. Così, mentre la Trek lavora sulla preparazione del mezzo e del body per la prova, Voigt comincia allenamenti segreti in Francia con Daniel Gisigier, allenatore della nazionale svizzera su pista ed egli stesso autore di un record dell'ora nella categoria dilettanti. Un altro elemento prezioso per l'aiuto di Jens è l'amico Chris Boardman, che Voigt aveva assistito nel 2000 quando fece il suo ultimo tentativo: il ricordo di Boardman a colazione il giorno dopo, che riusciva a camminare a stento, era uno degli elementi che ha fatto subito capire a Jens Voigt che battere il Record dell'Ora non sarebbe stata esattamente una cosa facile. Un altro problema è la scarsa dimestichezza di Voigt con la pista, problema che però verrà sormontato dal buon Jens in fretta e con disinvoltura.
Fase 3: L'allestimento dello show
Fare il record dell'ora senza creare l'evento è un po' come organizzare un rock festival nel giardino di casa a porte chiuse. Il 3 settembre annuncia il tentativo: si terrà a Grenchen, nel Velodrome Suisse voluto da Andy Rihs. Nessun appuntamento esotico e nessun velodromo storico. La cosa è quantomeno curiosa: Grenchen è casa BMC, ma Voigt correrà su una bici Trek. Inutile dire che i biglietti per l'evento vanno subito in sold out: il buon tedescone ha pensato a tutto pur di creare l'evento, dalle scritte sborone sul telaio alla ruota con disegnato l'orologio. Se deve essere uno spettacolo, che sia allora mastodontico! Invitati tanti personaggi di prestigio, tra i quali il presidente dell'UCI Brian Cookson.
Fase 4: La finalizzazione
Jens sarà stato sicuramente emozionato, ma ha dimostrato di non pagare assolutamente la tensione per il tentativo. Partito in sordina (ma già sopra i 50 km/h), è riuscito a terminare in continuo crescendo, addirittura rilanciando nelle fasi finali da buon cagnaccio quale ci aveva abituato essere, mentre dagli altoparlanti del Velodrome Suisse tambureggiavano Black Sabbath, AC/DC, Queen, per caricare ulteriormente atleta e folla. Voigt conclude migliorando nettamente la prestazione di Sosenka: alla fine il nuovo record dell'ora è segnato sui 51,115 km, ovvero 1415 metri meglio del precedente. Un miglioramento spiegabile parzialmente con la qualità superiore di Voigt, e per altra parte coi miglioramenti tecnici sui quali l'UCI ha fatto qualche concessione.
Cosa resta? A tutto il ciclismo resterà di Jens Voigt il ricordo magico, diventa davvero dura trovare un corridore che sia riuscito a ritirarsi in una maniera più cool, quasi da film. Ma forse, resta qualcosa di più. Serpeggia il dubbio che Jens Voigt sia stato comunque mandato avanti come apripista per un tentativo di un collega più forte: ogni riferimento a Fabian Cancellara è puramente causale (avete letto bene, causale). E chissà che non si generi una bella sfida tra costruttori con tentativi-sfida tra gli atleti più forti del pianeta: tutto sta nel riuscire a costruire un giocattolo remunerativo e vincente, impresa forse ben più difficile del Record dell'Ora stesso. Insomma, un Jens "gregario" fino all'ultimo. Ma per il momento, ci piace osannarlo come l'uomo che a 43 anni si ritirò facendo il Record dell'Ora.