Ciclocross: Tradito dal cuore, Niels Albert si ritira - Un'aritmia mette il belga a rischio d'infarti
A 28 anni si è nel pieno (o quasi) della maturità psicofisica, si può ancora dare tantissimo allo sport (e a se stessi, quindi), tantopiù se si è già da tempo una vedette della disciplina praticata. Niels Albert però i suoi 28 anni se li ricorderà come l'età in cui dovette abbandonare il ciclocross. Fermato da un'aritmia cardiaca, un problema che potrebbe anche essere ignorato, a voler rischiare. Rischiare la vita, s'intende: in qualsiasi momento, sotto massimo sforzo, chi ne è affetto potrebbe infatti subire un infarto. Meglio lo stop, anche se terribilmente di malavoglia (stavamo per scrivere "a malincuore" ma sarebbe sembrato troppo beffardo).
Così, d'improvviso, il ciclocross perde una stella di prima grandezza. Impegnato nelle visite mediche di prammatica prima di iniziare la preparazione per la prossima stagione, Albert è stato messo in guardia dai medici che hanno notato qualcosa che non andava: «Li ho odiati. Ma ora sto realizzando che mi hanno salvato la vita e grazie a loro potrò vivere ancora a lungo». Esami più approfonditi hanno permesso ai dottori di focalizzare per bene il problema. Appendere al chiodo la bici schizzata di fango è stato l'obbligato passo successivo, per Niels.
In un'affollata nonché emozionata conferenza stampa l'annuncio, nel primo pomeriggio. Il piccolo mondo del ciclocross ne è stato turbato, scosso, e le reazioni incredule degli avversari di Albert si sono affastellate l'una sull'altra: «Noooooo! C***o che brutta notizia @ Niels_Albert! Grande forza per questa decisione, Niels #GrandChampion» (tweet di Lars Van Der Haar); «Buona fortuna Niels e Chantal. È una mazzata, ma la salute viene prima di tutto» (messaggio di Bart Wellens); «Grande perdita per il ciclocross!» (anche dal ciclismo su strada arriva solidarietà, questo un tweet di Jurgen Van den Broeck).
Per arrivare al commento del più grande avversario di Albert, Sven Nys: «Sono esterrefatto, non ci sono parole», ha dichiarato il campionissimo di Baal, che con Niels in questi ultimi anni aveva instaurato una leale rivalità che ha regalato tanto spettacolo al ciclocross. Anche e forse soprattutto Nys sentirà la mancanza di questo campione elegante e potente come pochi. L'unico che riusciva a portare a termine una prova nel fango arrivando al traguardo con la sua maglia BKCP quasi linda. Espressione, Albert, del più "sporco" degli sport ciclistici, ma vissuto da lui quasi in maniera aristocratica.
Lascia la squadra delle vittorie più belle (la BKCP che ora potrebbe puntare sul tedesco Walsleben per una difficile eredità), e chiude il palmarès con due titoli mondiali élite (2009 a Hoogerheide, 2012 nella sabbia di Koksijde) e due iridi giovanili (da Juniores e da Under 23), un titolo nazionale belga, due Coppe del Mondo e un BPost Bank Trofee, oltre a innumerevoli vittorie nelle varie challenge (11 in CDM, 14 in Superprestige, 16 in BPost Bank Trofee). Lascia anche con l'amarezza di una stagione - l'ultima - vissuta sottotono rispetto ai suoi standard: sfortunato al Mondiale (s'è fatto male prima del via, ha concluso lontanissimo dai primi), non è mai stato in corsa per la Coppa del Mondo (chiusa al terzo posto: e i tifosi italiani l'hanno potuto ammirare a gennaio a Roma, dove si è imposto proprio in una prova di CDM, sotto un diluvio memorabile), né - in realtà - per il Bpost Bank Trofee (dominato da Nys; Albert è stato secondo).
Ma è il Superprestige - da lui mai conquistato in carriera - il rimpianto maggiore dell'anno: dopo la prova di Gieten (la quinta su otto) sembrava che ce l'avesse in tasca, con otto punti di vantaggio su Nys. Il quale però nelle ultime tre gare ha recuperato chirurgicamente tutto il gap, rimontando 2 punti a Diegem, 2 punti a Hoogstraten e i restanti 4 a Middelkerke: risultato, 101 pari e vittoria a Sven (in base al maggior numero di vittorie di "tappa", 4 contro 2). Uno smacco fortissimo per Albert, che ha chiuso la stagione 2013-2014 rinviando alla successiva i grandi propositi di riscatto che già lo animavano. Questa inattesa svolta nella sua vita cancella dal cartellone quella rivincita che tanto sospirava, e che tanto altro spettacolo avrebbe regalato agli appassionati (pochi - almeno in Italia - ma buoni) di ciclocross.