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Riforma UCI World Tour: Sarà tutto buono ciò che cambierà? - Primi passi del nuovo corso, i dubbi restano

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Brian Cookson, presidente dell'UCI © BettiniphotoDomani e dopodomani il Consiglio per il Ciclismo Professionistico dell'UCI ratificherà i criteri cui dovranno sottostare squadre e organizzatori in vista dei grandi cambiamenti che interesseranno il ciclismo di vertice nell'ambito dell'annunciata (per il 2015) e poi posticipata (al 2017-2018) riforma del World Tour.

Gli obiettivi di tale riforma sono un'ulteriore "elitarizzazione" del ciclismo di prima fascia, una più assidua partecipazione dei corridori più importanti a tutte le gare più prestigiose, l'introduzione di un criterio sportivo che stabilisca retrocessioni e promozioni tra la futura 1a Divisione A (una sorta di "serie A1" formata da 16 squadre) e la 1a Divisione B (la "serie A2" formata da 8 squadre), due categorie che andranno a comporre il nuovo WT (denominato al momento 1a Divisione). La 2a Divisione corrisponderà grossomodo all'attuale categoria Professional, la 3a Divisione alla categoria Continental.

Tale suddivisione varrà anche per le corse: le più importanti andranno a comporre il calendario di 1a Divisione A (la "serie A1", diciamo per sintetizzare), composto da 120 giorni di gara, e a cui le formazioni di 1a A saranno obbligate a partecipare (wild card saranno distribuite ai team di 1a B e di 2a Divisione). 50 giorni di gara (con corse da definire) formeranno il calendario di 1a Divisione B, a cui saranno obbligate a partecipare le squadre di 1a B, e a cui potranno essere invitate squadre di 1a A e di 2a).

Invariati rispetto ad oggi i criteri per 2a e 3a Divisione: le corse di 2a potranno invitare squadre di tutte e 4 le categorie; le corse di 3a potranno avere al via solo formazioni di 2a e 3a.

Ogni categoria avrà dei ranking distinti: quello di 1a A sarà basato sui 120 giorni di corsa previsti dal relativo calendario, quello di 1a B terrà conto dei 50 giorni di gara del calendario 1a B, mentre dalle divisioni inferiori verranno stilati i ranking continentali che esistono già oggi. Il tutto è riassunto nella tabella sottostante.

Questo, in sintesi, il quadro che andrà via via a comporsi nei prossimi anni. Al fondo di tutto, l'introduzione di una retrocessione stagionale dalla 1a Divisione A, e una promozione dalla 1a Divisione B, al fine di creare una sorta di campionato tra le squadre e premiare chi avrà ottenuto i migliori risultati in 1a B, "punendo" al contempo chi è andato peggio in 1a A. Una formula che esiste in tutti gli sport di squadra e che - seppur faticosamente - viene introdotta anche in un ciclismo che per 10 anni si è dibattuto nel World Tour (o Pro Tour, come si chiamava all'inizio) senza riuscire a capire che un sistema del genere avrebbe dovuto essere sposato sin dall'inizio. Invece l'attuale struttura del WT prevede che una squadra possa ingaggiare in inverno corridori con punteggi alti per rimanere ai vertici del ranking pur avendo magari ottenuto scarsi risultati nel corso della stagione.

Ma come entrerà a regime la riforma? Sono previsti diversi step che progressivamente implementeranno le norme attraverso le quali a partire dal 2018 il nuovo WT sarà una realtà già consolidata. Per quest'anno, al di là delle manovre preliminari, non ci saranno variazioni (del resto la stagione è già in corso). Per il 2014 l'UCI si limiterà a definire nero su bianco i criteri per stabilire quali corse faranno parte della 1a Divisione A e quali andranno a comporre il calendario di 1a Divisione B.

Al contempo, sarà importante seguire le evoluzioni del ranking World Tour, perché in base a questo si andrà a stabilire quali squadre faranno parte del World Tour 2015: vi saranno ammesse le prime 16 formazioni dell'attuale WT, e per concedere le altre 2 licenze si farà una classifica tra le 2 escluse del WT, le Professional interessate al salto di categoria ed eventuali nuovi team: le 2 squadre che - dal computo dei punteggi dei 5 migliori corridori - risulteranno le migliori del ranking, accederanno al World Tour. Importante elemento da segnalare: le squadre già esistenti decideranno se basare il proprio ranking sui 5 best del 2014 o sui 5 migliori scelti anche tra i nuovi ingaggi. Di fatto, non cambia granché rispetto al sistema in essere: chi avrà i soldi per ingaggiare corridori con molti punti potrà entrare (o rimanere anche a fronte di scarsi risultati) nel WT.

Per il 2016 vigeranno le stesse regole del 2015. È nel 2017 che avremo la vera svolta: solo i migliori 16 team del ranking WT andranno a formare la 1a Divisione A, mentre i 2 esclusi, insieme alle migliori formazioni Professional, comporranno la 2a Divisione B: il fatto che questa categoria sia ridotta a sole 8 squadre prevederà una forte e forse drammatica selezione, con sodalizi di livello medio-alto che rischiano di restare fuori dall'élite.

Da questo momento in avanti, si entrerà compiutamente nel nuovo sistema: a fine stagione, l'ultimo team classificato in 1a Divisione A retrocederà, lasciando il posto al primo team classificato in 1a Divisione B. I nuovi team potranno partire al massimo dalla 1a Divisione B, e provare a conquistarsi sul campo la promozione (utile per avere la certezza di disputare tutte le gare più importanti, a partire dal Tour de France).

Ci permettiamo di nutrire forti dubbi relativamente ad un sistema che rischia di rivelarsi al contempo poco rilevante e molto punitivo. Poco rilevante perché un'unica promozione/retrocessione, limitata in ogni caso alle due categorie principali e senza un'apertura verso il basso (sarebbe forse utile almeno una promozione/retrocessione anche tra 1a Divisione B e 2a Divisione), finirà con il creare ben poco interesse per gli appassionati: insomma, assisteremo a una lotta per "salvarsi" in 1a A abbastanza marginale, visto che riguarderà presumibilmente ben poche formazioni: tanto rumore per (quasi) nulla?

Quel che è peggio è ciò che attiene al concetto di "molto punitivo" espresso poco sopra: di fatto, l'élite del ciclismo (quella della 1a Divisione) sarà ridotta a 24 squadre, contro le circa 40 che al momento compongono le categorie World Tour e Professional. Ciò andrà a detrimento di quei team di caratura medio-alta, che oggi possono fare un'attività abbastanza completa, e che invece si troveranno limitati in una categoria, la 2a Divisione, che non avrà certo la possibilità di accedere a tutte le wild card oggi disponibili.

In soldoni, se esaminiamo l'attuale livello Professional, troviamo almeno una decina di squadre che da molti anni sono presenti nel ciclismo, e che continuerebbero a starci alle attuali condizioni, ma che magari si vedrebbero spingere fuori dall'attuazione della riforma. Facendo i conti, oggi abbiamo 18 squadre del WT, magari qualcuna chiuderà nei prossimi 2 anni, ma altri progetti scalpiteranno per entrare (su tutti il team di Fernando Alonso).

Se la riforma entrasse in vigore subito, per arrivare alle 24 formazioni che formeranno la futura 1a Divisione (16 di A e 8 di B), oggi dovremmo scegliere le 18 WT attuali, quel paio di nuove formazioni, e le restanti 4 o 5 tra le Professional: e allora chi resta fuori tra Androni, Bardiani, Yellow Fluo, Colombia, Cofidis, Bretagne, IAM, NetApp, Caja Rural, Unitedhealthcare, TopSport, Wanty, CCC? Ne abbiamo citate 13, 8 o 9 delle quali sarebbero destinate al minoritarismo della 2a Divisione, senza la possibilità di riconquistarsi sul campo la promozione in 1a. L'unica possibilità di rientrare nell'élite passerebbe dall'attendere che qualcuna delle 24 squadre di vertice chiuda i battenti: non c'è che dire, bel modo di dare certezze a chi vorrebbe pianificare un'attività pluriennale. Se un munifico sponsor vuole entrare in gioco con un progetto tutto suo nel 2019, e nessuna delle 24 di 1a Divisione smette l'attività o cede la licenza, il munifico sponsor s'attacca al tram, e magari rivolge il proprio interesse ad altri sport.

In ogni caso, da qui a 5 anni tutto potrà nuovamente mutare. Se l'attuale presidente UCI Brian Cookson non dovesse essere confermato nel 2017, ad esempio, chi ci dice che il successore darà seguito a tale riforma così come viene pensata oggi? (Del resto è ciò che lo stesso Cookson ha fatto, congelando l'attuazione del progetto messo a punto durante la gestione McQuaid).

Insomma, per il momento prendiamo il buono che verrà (a partire dal prossimo anno assisteremo ai primi aggiustamenti in calendario al fine di eliminare ogni sovrapposizione tra le gare più importanti), e sospendiamo il giudizio nell'attesa che - visto che il tempo non manca di certo - ad Aigle si perfezionino gli aspetti più controversi della grande riforma.

Marco Grassi

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