Driedaagse van West-Vlaanderen 2014: Nuovi rampolli per il grande Nord - Ecco Van Poppel e Van Keirsbulck. E Napolitano lotta sempre
C'è il vecchio (nient'affatto adagio). Ci sono i giovani rampanti (e rampolli, inoltre). Le Fiandre d'Occidente prolungano di un altro capitolo la storia ciclistica di Danilo Napolitano; e inaugurano "pagina 3" di altre due biografie, quelle di Guillaume Van Keirsbulck e Danny Van Poppel. Classe 1981 il ragusano: se il pallottoliere non c'inganna, dieci anni in più del belga e quasi dodici fra lui e il minore (ma meglio attrezzato rispetto a Boy) dei pargoli di Jean-Paul. Assume, allora, un senso karmico questa Driedaagse 2014: si è compiuto, fin troppo platealmente, il passaggio di consegne fra due generazioni (o meglio, rappresentanti di).
Napolitano secondo nella prima delle due tappe in linea, sabato ad Harelbeke, battuto da DVP. Napolitano secondo anche il giorno dopo, sul traguardo di Ichtegem, davanti a tutti tranne che a GVK. Amara eccezione all'assunto del "non c'è due senza tre", ricordando le precedenti affermazioni del portacolori della Wanty giusto dodici mesi fa e nel 2009 (in maglia Katusha). La classifica a punti, a ragione dominata, al tempo stesso ricompensa e sprona ad almeno replicare la prima esperienza in Belgio, in archivio lo scorso anno con una ventina di piazzamenti fra i primi 15 di classiche e semiclassiche nordeuropee.
Territorio di caccia, questo, che ci stupirebbe non divenisse esclusivo di questi due "Van-der 23". Anzi, già NON fa notizia la zampata (prima assoluta nella sua vita ciclistica professionistica) di Van Poppel, lui che a Bastia - ultimo Tour de France, prima tappa - sbucò alle spalle di Kittel e Kristoff, aggiungendo così la ciliegina di un terzo posto (cui seguirono altri due inserimenti in top ten, a Montpellier e a Saint-Malò) alla cremosissima torta con le 19 candeline del più giovane di sempre (dopo la Seconda Guerra) al via della Boucle.
L'exploit di Van Keirsbulck può sorprendere, invece, soltanto chi nel portafogli non conserva la tessera di addetto ai lavori. Fra l'incudine di dovere-potere contendere la frazione alla dozzina di estemporanei compagni di fuga (compresa un'altra stellina, il francese e suo coéquipier Alaphilippe), e il martello dell'orda del gruppo distante poco più di venti secondi e prossimo ad ingoiare tutti, il ragazzino della Omega Pharma-Quick Step (al quarto anno nell'università del ciclismo fiammingo, dove sin da giovanissimo studia alla corte di Boonen e compagni) ha dato uno sguardo alla carta d'identità, ha trovato conferma della sua nazionalità - la stessa di Museeuw (il santo patrono della kermesse) - e s'è poi finalmente deciso ad utilizzare il colpo segreto del belga nascente, lo scatto da finisseur a cinque chilometri dall'arrivo. Ipso facto, secondo sigillo dopo due anni e mezzo (Omloop van het Houtland, settembre 2011). Avrebbe fatto persino 31, dopo il 30, se - fra calcoli sbagliati e giudici in preda a una crisi di nervi - in testa alla generale non fosse rimasto l'estone dalla pronuncia per pochi ma non per tutti, Gert Jõeäär (Cofidis).
Gioventù bruciata? Per adesso, senz'altro in Fiandre...