Pianeta UCI: Prende già forma il ciclismo che sarà - Dal 2015 "serie A2", promozioni e retrocessioni, calendario più compatto
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Mentre a Firenze dieci giorni fa si consumava - con l'elezione di Brian Cookson alla presidenza dell'UCI - la fine dell'era McQuaid-Verbruggen, le basi per il ciclismo che verrà erano già state da tempo poste: considerato (e non se ne poteva fare a meno) che l'attuale sistema di suddivisione dell'attività professionistica fa acqua da tutte le parti, e che il World Tour è destinato ad essere presto o tardi accantonato, il Consiglio del Ciclismo Professionistico dell'Unione Ciclistica Internazionale aveva tracciato delle linee guida lungo le quali muoversi per dare un nuovo assetto al nostro sport.
Le novità proposte dal CCP sono state in prima istanza recepite dalla nuova UCI di Cookson, che ne ha dato immediatamente riscontro nel bollettino ufficiale pubblicato domenica (lo si trova a questo indirizzo). Il progetto di riforma del ciclismo pro' si svilupperà nel prossimo quinquennio (parliamo del periodo 2015-2020), e verrà discusso nel merito nel gennaio 2014: proprio in quell'occasione lo stesso CCP e il Comitato Manageriale dell'UCI saranno chiamati ad approvare la prima bozza che andrà in esecutività dalla stagione successiva (per il 2014 tutto resta invariato, quindi).
Le principali questioni riguardano le categorie in cui sono suddivise squadre e attività del ciclismo professionistico: dalle attuali tre (World Tour, Professional e Continental), si dovrà passare a quattro divisioni, con l'inserimento di una sorta di serie A2 tra le attuali categorie WT e Professional.
La prima divisione sarà composta da 16 squadre (contro le 18 del WT) e avrà a disposizione un calendario di 120 giorni di gara (comprendente quindi tutte le manifestazioni più importanti) al termine del quale emergerà un ranking che stabilirà quali formazioni resteranno nella prima divisione e quali retrocederanno in seconda. Questa è la novità più importante, ovvero un sistema di promozioni e retrocessioni che è stato fondamentalmente ciò che è mancato per rendere realmente appassionante l'attuale metodo.
Non è ancora dato sapere quante saranno le promozioni e retrocessioni tra una categoria e l'altra, e questa sarà una delle caratteristiche che dovranno essere discusse in gennaio.
La seconda divisione sarà composta da 8 squadre, il cui ranking stagionale emergerà da un calendario di 50 giorni di gara. Naturalmente le formazioni di seconda divisione potranno partecipare (con modalità da stabilire) alle gare della prima divisione (e viceversa), ma ai fini del ranking dovranno essere contate solo le prove del calendario dedicato.
Arrischiando un'ipotesi, il calendario di prima divisione potrebbe comprendere ovviamente i 3 GT, una quindicina di classiche (tra cui le 5 monumento) e - diciamo - 7 brevi gare a tappe. Il calendario di seconda divisione potrebbe sostanziarsi in 5 brevi gare a tappe e in una ventina di semiclassiche.
Al di sotto di queste due divisioni, i team Professional e Continental confluiranno in una terza divisione nel cui ambito ci saranno delle limitazioni per la partecipazione alle gare: le squadre Professional potranno partecipare a corse di categoria HC o .1, mentre le Continental potrebbero essere relegate solo alle gare di categoria .2. Non è chiaro se le più importanti tra queste gare (quelle HC e alcune .1, diciamo) saranno comprese anche nel calendario di prima o seconda divisione. Quel che è certo è che il ranking della terza divisione (unico per Professional e Continental) sarà basato sui risultati delle corse dei vari circuiti continentali (Europe Tour, America Tour e così via), e anche in questo caso varrà il sistema delle promozioni per le squadre.
Questo per ciò che attiene ai team; per quanto riguarda invece il ranking individuale degli atleti (da cui si desumerà ad esempio anche il numero di corridori selezionabili da ogni nazionale in occasione di Mondiali e Olimpiadi), ci sarà una graduatoria generale che comprenderà tutti i ciclisti di tutte le categorie, coi punti guadagnati in tutte le corse del calendario. Addio quindi alle separazioni tra ranking World Tour (quello che sta per essere vinto per il terzo anno consecutivo da Joaquim Rodríguez) e ranking continentali: di fatto, si tornerà alla vecchia classifica UCI, messa in soffitta dopo il 2004.
Restano validi, per le squadre, i criteri di selezione al di là del sistema di promozioni e retrocessioni: sarà messo a punto un criterio etico (basato su degli standard da soddisfare per quel che riguarda la struttura interna dei team, immaginiamo dal punto di vista medico, ad esempio), e varranno sempre i criteri finanziari e amministrativi (controllati da un ente esterno come Ernst&Young, società di rating internazionale).
Anche per quel che riguarda le corse, sono alle viste novità molto importanti. Intanto l'arco temporale della stagione verrà ridotto (almeno per quel che riguarda le gare di prima e seconda fascia) a 250-270 giorni, ovvero al periodo che va da febbraio a ottobre. Niente più Tour Down Under (corsa World Tour) in gennaio, tanto per fare un esempio.
Tutti i week-end (e in particolare le domeniche) di questo arco temporale avranno delle corse di prima o seconda fascia, ma non ci saranno sovrapposizioni tra tali eventi: né tra le gare di prima divisione (niente più Tirreno-Adriatico che parte mentre è in corso la Parigi-Nizza, per dire), né tra gare di prima e di seconda divisione.
Nel dettaglio, saranno previste 6 settimane ininterrotte di competizione (ma resta da capire se s'intende che si gareggerà per 42 giorni consecutivi, o se ci sarà anche qualche giornata di "buco") nel periodo delle classiche di primavera.
Altro particolare non di poco conto, le brevi gare a tappe (dal Tour de Suisse in giù, quindi) dovranno limitarsi a una durata di 5 o 6 giorni. In tal modo sarà ipotizzabile uno schema del tipo: classica di prima divisione alla domenica, gara a tappe dal lunedì al sabato, classica alla domenica successiva; oppure, tra le due classiche, una gara a tappe di 5 giorni e una competizione in linea (magari di seconda divisione) anche al sabato.
Tutti i vari eventi saranno categorizzati, oltre che in ragione delle risorse economiche di cui disporranno gli organizzatori (e anche contando il prestigio storico della singola competizione, speriamo; ma questo per il momento non emerge dalle linee guida), sulla base di 7 caratteristiche ben precise:
- Efficienza logistica (vicinanza di aeroporti e di infrastrutture, immaginiamo)
- Ospitalità di qualità (la carovana non potrà essere alloggiata in alberghi a una stella...)
- Alto standard qualitativo dell'organizzazione (qui si potrebbe leggere, in filigrana, il blasone di una corsa)
- Alta attenzione alla sicurezza (questo è un requisito che ci piace molto)
- Alta qualità della produzione TV (e ciò taglierebbe fuori la metà delle corse italiane...)
- Diffusione globale delle immagini televisive (idem come sopra...)
- Molto pubblico presente (che fine faranno le corse come il Tour of Qatar, che si disputano nel deserto?)
Le tematiche sul tavolo, come si vede, sono davvero molte, e alcune delle proposte qui elencate cambieranno radicalmente la struttura del ciclismo professionistico. Da Aigle però promettono che sarà una rivoluzione morbida: le nuove norme non saranno imposte tutte insieme, ma ci si dà appunto un lasso di tempo abbastanza ampio perché il sistema entri a pieno regime. Si partirà, come detto, dal 2015 con le prime riforme, per arrivare ad avere un ciclismo completamente riorganizzato nel 2020. Nella speranza che tutto ciò possa servire a dare nuovo appeal a questa meravigliosa disciplina sportiva.




