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L'addio: GoodbHoy Chris, simbolo della pista - Lo scozzese si ritira dopo 6 ori olimpici e 11 mondiali

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Sir Chris Hoy, una bandiera per il ciclismo britannico su pista, si ritira dalla scena © thesun.co.uk

Oggi Chris Hoy ha dato l'annuncio ufficiale del suo ritiro. Con lui se ne va il più forte velocista in attività e anche un pezzo di storia del ciclismo su pista. La sua storia è fatta di 6 titoli olimpici e 11 maglie iridate, un Record del Mondo (Velocità a Squadre) e un Record Olimpico (9"815 sui 200 metri a Pechino). È il ciclista che ha vinto di più a livello assoluto.

Era già noto da tempo che avrebbe lasciato dopo i Giochi Olimpici di Londra, ma la conferma ufficiale è arrivata solamente oggi con una conferenza stampa ufficiale. C'è molto da dire sulla sua storia, sulla sua vita sportiva e sulla sua incredibile evoluzione.

Chris Hoy non nasce come sprinter puro, ma come chilometrista. Proprio il Chilometro è la specialità che lo farà conoscere al Mondo con i primi successi. Fa tanta gavetta anche come terzo frazionista della Velocità Olimpica, specialità che gli darà la prima medaglia olimpica, un'argento alle Olimpiadi di Sydney. Quello è solo il primo passo verso l'olimpo dello sport.

Le prime maglie iridate le conquista nel 2002 proprio nel Chilometro e nella Velocità a Squadre. Vincerà il Campionato del Mondo nel Chilometro anche nel 2004, 2006 e 2007: sempre nel 2004 quella specialità gli regalerà anche uno splendido oro ad Atene davanti al favoritissimo francese Tournant.

Il 2004 sarà un anno di vera svolta, non solo per la carriera di Chris Hoy: dopo l'oro di Atene che ormai l'aveva consacrato, il CIO decide di ridurre le specialità del ciclismo su pista e si taglia proprio il Chilometro. Chris Hoy potrebbe decidere di continuare la sua carriera normalmente, un Olimpiade l'ha già vinta, ma sceglie di evolversi e diventare uno sprinter puro. Si mette a lavorare sulla velocità portandosi dietro la tecnica del Chilometro che utilizzava una corona molto più grande (si passa infatti dal 49 al 53), facendo così aumentare notevolmente la velocità di lancio.

I risultati si vedono in poco tempo e nel 2007 vince il primo Campionato del Mondo del Keirin, una specialità non solo di velocità ma anche di strategia. La Gran Bretagna crede in questo cambiamento e costruisce su di lui un intero movimento ciclistico con sede a Manchester: è il nuovo corso britannico che ha in Bradley Wiggins il portacolori per l'endurance. Alle porte ci sono le Olimpiadi di Pechino, la nazionale britannica si presenta in pompa magna proprio ai Mondiali di casa di Manchester e mostra a tutti che in Cina sarà con loro che dovranno fare i conti.

Alle Olimpiadi di Pechino è un tripudio proprio per Chris Hoy: vince tutte e tre le gare a cui prende parte (Sprint, Keirin e Velocità Olimpica) facendo segnare il Record Olimpico dello Velocità e il Record del Mondo della Velocità Olimpica. Solamente Usain Bolt e Michael Phelps potranno vantare, al termine dei Giochi di Pechino, di aver vinto, come Chris Hoy, tutte le gare alle quali hanno preso parte. Per completare il successo dello scozzese, la sua federazione sceglierà lui come portabandiera nella cerimonia di chiusura dei Giochi.

Non è tutto oro quello che luccica e anche la carriera di Hoy ha avuto la sua crisi che è arrivata nel 2010, quando nel panorama britannico si è affacciato il giovane sprinter Jason Kenny. Con il cambio di programma olimpico (un altro!) e le nuove regole che imponevano un solo atleta per nazione, la partecipazione di Hoy ai Giochi di Londra non era del tutto scontata.

Le polemiche non sono certo mancate: è meglio far partecipare un nome noto ma ormai in declino o un giovane che ormai lo batte regolarmente nei Campionati Nazionali? La Gran Bretagna fa la scelta più sicura, sceglie Kenny per la Velocità Individuale e Chris Hoy per il Keirin.

I Giochi di Londra sono per Chris Hoy il coronamento di una carriera eccezionale: viene scelto dagli sportivi britannici come portabandiera e conquisterà altre due medaglie d'oro (Velocità a Squadre e Keirin). Le lacrime sul gradino più alto alla premiazione del Keirin hanno mostrato al mondo il lato più umano di quello che sembrava una macchina per la vittoria.

Chris Hoy, un uomo, un ciclista, uno sportivo, il più vittorioso della storia della Gran Bretagna. Cosa resta a noi di una carriera così grande? Un nuovo modo di concepire la velocità, un velodromo nuovo di zecca a Glasgow che porta il suo nome e un movimento ciclistico, quello britannico, che prima non c'era. Cosa resta a Chris Hoy di una carriera così? Una nuova linea di biciclette e finalmente una meritata, lunga vacanza.

Laura Grazioli

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