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Giro delle Fiandre WE 2013: Longo Borghini al primo obiettivo - Elisa è pronta ma bisogna battere una Vos motivatissima

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La punta dell'Italia per il Fiandre sarà Elisa Longo Borghini, qui impegnata nella scalata del Paterberg © Bart HazenLa prima gara femminile su suolo europeo è stata l'Omloop Het Nieuwsblad, 125 km attorno a Gand con otto muri e cinque tratti in pavé. Un piccolo Giro delle Fiandre (anche per diversi muri e tratti analoghi alla Ronde), classica monumento che si disputa cinque settimane dopo e che può vantare il fatto di lasciar correre in concomitanza maschi e femmine; di questi tempi una rarità o quasi. Percorso molto simile, pubblico, calore e visibilità garantita anche per le ragazze, in una delle poche occasioni dell'anno.

Se questo è un punto di forza del Giro delle Fiandre, la parità sessuale, c'è da dire che il plotone femminile domenica non solo darà vita ad uno splendido diversivo per gli spettatori, ma offrirà una gara interessantissima per gli spunti, tecnici ma non solo.

Il percorso, innanzitutto. La 10a Ronde Van Vlaanderen femminile prevede partenza ed arrivo ad Oudenaarde, 127 km con due tratti in pavé da affrontare (Paddestraat e Haaghoek) ma soprattutto dieci muri. Dal Molenberg, prima asperità di giornata, fino alla terribile terna finale formata da Oude Kwaremont, Paterberg e Hoogberg.

Fu proprio l'Oude Kwaremont nel 2012 a decidere la corsa, con Judith Arndt e Kristin Armstrong, 74 anni in due, ad andare da sole all'arrivo: vinse la tedesca sulla statunitense, proprio come era accaduto nel 2008.

Ritiratesi dalle competizioni le prime due del 2012, la decima edizione del Giro delle Fiandre femminile vedrà senza dubbio Marianne Vos alla ricerca della prima vittoria in carriera nella classica di muri e pavé. Un buco nel palmarès dell'olandese cui va posto rimedio senza fretta, come ha più volte detto la fuoriclasse di Meeuwen, ma che un bel giorno andrà colmato.

Potrebbe essere proprio domenica, quel giorno, per una serie di motivi: la Vos sente molto questa gara appunto perché qui non ha mai ottenuto la vittoria, arrivandoci spesso ad un passo: basti pensare che nel 2010 fu seconda dietro alla fiamminga Grace Verbeke, l'anno successivo non poté andare oltre il terzo gradino del podio (fu la sua compagnia Annemiek Van Vleuten ad attaccare nel finale e vincere) mentre nel 2012, al top della condizione e reduce dalle brillanti vittorie in Drenthe ed a Cittiglio, fu fermata da una banale influenza.

Ha tutti i numeri per domare un percorso esigente come quello della Ronde, non andrebbe neppure specificato ancora una volta, ma la sfortuna o le differenti situazioni di gara l'hanno sempre penalizzata. Deve vincere, in un certo senso, per altri due motivi. Dal basso stanno rapidamente arrivando tanti giovani talenti pronti a dar filo da torcere alla Vos, che in secondo luogo vorrà riscattarsi dal ceffone preso domenica scorsa a Cittiglio, dove ha chiuso addirittura sesta.

Qui entra in gioco la nostra fiamminga d'Italia, Elisa Longo Borghini. Posto che in Belgio l'ornavassese ha lasciato un pezzo di cuore e che le gare su muri e pavé la esaltano tantissimo, va detto che sta attraversando uno splendido momento di forma, è in un momento in cui ha riportato la vittoria in Coppa del Mondo all'Italia proprio domenica a Cittiglio, al Trofeo Binda, sotto un tempo da lupi e con una cavalcata solitaria durata 30 km.

C'è però di più: oltre all'essere lanciatissima da una vittoria esaltante, il Fiandre è infatti il primo obiettivo stagionale (e più volte dichiarato) della Longo Borghini. La quale non si aspetta di vincere (ma non se l'aspettava nemmeno a Cittiglio, questa piccola poker face...), di entrare nelle prime dieci però sì, eccome! E così, dopo anni passati tra Baccaille, Cantele e Bronzini, ragazze che su questi muri hanno quasi sempre corso bene, adattandosi, abbiamo oggi un corridore adatto a questo tipo di percorsi.

Adatto e determinato a restare con le migliori, allo stesso tempo realista e consapevole che non potrà sempre fare numeri come al Trofeo Binda: «Il Fiandre è una delle gare che mi piacciono di più in assoluto - ci rivela Elisa - e mi piacerebbe poter gareggiare bene. Sarei molto contenta di un risultato che mi permettesse di entrare nelle prime dieci, ma si sa che ogni corsa ha una sua dinamica: può andare tutto molto bene o tutto malissimo. Naturalmente cercherò di fare del mio meglio».

La condizione c'è, dopo Cittiglio ha ripreso le forze («Ero molto stanca i primi due giorni - ci confida - adesso sto un po' meglio e spero di stare bene per domenica») ed è lanciatissima per la Ronde, che si potrebbe decidere «sull'Oude Kwaremont, a meno di sorprese». Certo, ci sono altre avversarie, oltre alla Vos, che arriva ad Oudenaarde ancora una volta come «la ragazza da battere». Quali? Le solite, e ce lo dice ancora la Longo Borghini, chi potrebbero essere le più temibili: «Johansson, Van Dijk e se correrà Evelyn Stevens. Poi ci saranno altre atlete come Cromwell, Van Vleuten...».

Quindi da tenere d'occhio su tutte Rabobank (con Vos), Orica-AIS (con Johansson e Cromwell come ottima alternativa) e Specialized-Lululemon (con Van Dijk e Stevens). Già liquidata la Vos nelle righe precedenti, la Johansson alla Ronde non è mai andata oltre il terzo posto del 2009 ed anche per quest'edizione non sembra poter ottenere qualcosa di più che un piazzamento. In squadra ha pur sempre due jolly speciali come Loes Gunnewijk e la già citata Tiffany Cromwell, che accidentalmente sono le ultime due vincitrici dell'Omloop Het Nieuwsblad e sui muri sanno dire la loro.

La Specialized-Lululemon falcidiata dagli infortuni potrà contare su una Worrack sempre affidabile ma soprattutto su una Ellen Van Dijk che quest'anno sta facendo vedere cose egregie (per rimanere alla Coppa del Mondo, è andata a podio sia alla Ronde Van Drenthe che al Trofeo Binda). Ci dovrebbe essere anche Evelyn Stevens (condizionale d'obbligo), messa ko da una bruttissima caduta alla Classica Città di Padova. Se sarà al via e la gamba girerà come ai tempi migliori è un brutto cliente per tutte; si potrà così colmare il vuoto lasciato da Ina-Yoko Teutenberg (vincitrice dell'edizione 2009), anche lei caduta alla Drentse 8 van Dwingeloo e costretta a saltare le classiche per una commozione cerebrale.

Altri pericoli potrebbero venire da Tatiana Guderzo, che dovrà dare qualche segnale (anche se la sua stagione inizierà più avanti) e soprattutto Noemi Cantele. La varesina di Arcisate, con la forma della Vuelta a El Salvador, potrebbe davvero fare un buonissimo risultato sul traguardo di Oudenaarde. In Be Pink va rimarcato che ci sarà anche la giovanissima Ilaria Sanguineti, classe '94, all'esordio in una corsa tanto dura (sarà la seconda atleta più giovane al via, battuta solo dalla Garner). Può solo imparare dalla sua capitana per le stagioni che verranno.

L'Italia può contare anche su una Giorgia Bronzini che sì, vuol diventare un po' meno velocista in vista dei Mondiali di Firenze, ma sui muri del Fiandre difficilmente riuscirà a stare con le primissime (prima esperienza nella classica monumento anche per Beatrice Bartelloni, restando in Wiggle Honda). Attenzione anche a Kirsten Wild, vincitrice della Gand-Wevelgem domenica, ed a Charlotte Becker (con la già citata Lucy Garner, altra classe '94 interessantissima) senza dimenticare Elena Cecchini e Susanna Zorzi, Francesca Cauz e l'olandese Chantal Blaak, 5a a Cittiglio ed al Fiandre in corsa con la selezione nazionale (a proposito di olandesi, non va sottovalutata Anna Van der Breggen, classe '90 e nel 2012, alla prima esperienza al Fiandre già 9a).

Difficile dire chi potrà vincere in una corsa sempre incerta e spesso condizionata dagli episodi, dalla sfortuna, dai singoli eventi. Non è però arduo capire chi troveremo davanti in quel di Oudenaarde ed è con immensa piacere (ma altrettanta scaramanzia...) che possiamo dire che sì, Elisa Longo Borghini sarà là davanti a giocarsela, a provare a togliere per l'ennesima volta la Ronde Van Vlaanderen a Marianne Vos. È una missione molto difficile, per le motivazioni che muovono l'olandese (e non solo lei), quella dell'ornavassese dell'Hitec Products-UCK. Tanto meglio, perché alla Longo Borghini le sfide facili e scontate proprio non piacciono.

Francesco Sulas

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