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Milano-Sanremo 2013: Grinta Chavanel, tempra Paolini - Pagelle: voto alto anche per Ian Stannard

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Fabian Cancellara scatta sul Poggio, Sagan e Ciolek sono all'orizzonte © Bettiniphoto

Gerald Ciolek - 10
Nell'autunno scorso, quando venne resa pubblica la sua firma per il semisconosciuto ai più team MTN Qhubeka, molti pensavano ad una sorta di resa da parte dell'atleta tedesco, che preferiva tornare leader in una piccola squadra, come ai tempi del Team Wiesenhof. Invece, dopo soli due mesi dal debutto con la squadra sudafricana, è possibile affermare che mai scelta fu più azzeccata; il ventiseienne di Colonia è la figura attorno al quale i compagni si muovono e, fatto non trascurabile, egli può preparare con tranquillità gli obiettivi stagionali senza l'assillo del risultato. Gli inviti per Tirreno e Sanremo vennero considerati da alcuni addetti ai lavori come delle scelte di marketing da parte dello staff RCS, senza possibilità di raggiungimento di risultati concreti. Ebbene, Ciolek ha sorpreso molti con questo successo odierno. Tuttavia bastava ricordarsi delle ottime gare stagionali, condite dalla vittoria nella seconda tappa della Driedsaage van West Vlaanderen, per indicarlo come pericoloso outsider. Sul Poggio è stato l'unico a non perdere mai contatto dai due favoriti Sagan e Cancellara ed è rimasto con loro in discesa mentre raggiungevano la coppia al comando. Nel breve tratto finale è stato perfetto nel prendere sin da subito la ruota dello slovacco della Cannondale, attendendo lo sprint nella posizione ideale. Il sorpasso decisivo avviene solamente negli ultimi venti metri di corsa, continuando la recente tradizione di vincitori a sorpresa della Classicissima.

Peter Sagan - 8
Non è facile essere a 23 anni appena compiuti il grande favorito di una classica monumento (a memoria, è dai tempi di sua maestà Eddy Merckx che l'indiziato principale per la vittoria non era così giovane); Peter si è comportato come tale, mettendo al lavoro la squadra quando la corsa era ancora in territorio lombardo per cercare di diminuire l'importante vantaggio accumulato dai sei fuggitivi della prima ora. Il team di Amadio ha spremuto tutti i ragazzi (menzione speciale per Damiano Caruso e Moreno Moser, voto 7 ad entrambi, bravi a ricucire prima e durante la scalata del Poggio). Da questo momento "Tourminator" ha risposto all'allungo di Paolini ai meno sette dal traguardo, ha riportato sotto gli altri dopo la trenata di Cancellara negli ultimi metri dell'ultimo strappo, ha condotto l'inseguimento in discesa, ha chiuso sul tentativo (abbozzato) di Stannard e si è piazzato in seconda ruota prima del rettilineo finale. Il suo errore è stato quello di voler partire troppo presto, non appena si è avveduto della lunga volata tentata da Chavanel; lo slovacco si è lasciato prendere dalla voglia di stravincere ed ha effettuato uno sprint con un rapporto troppo lungo, venendo superato negli ultimi metri da Ciolek. Nonostante tutto raccoglie il suo primo podio nelle grandi classiche e, con la grande condizione che si ritrova, sarà sicuro protagonista fra due settimane alla Ronde van Vlaanderen dove potrà correre sulle ruote altrui.

Fabian Cancellara - 7.5
Il bernese completa oggi la sua panoramica sul podio sanremese, concludendo per la prima volta in terza posizione dopo un successo e due secondi posti nelle ultime due edizioni. Tuttavia, a differenza delle altre edizioni, quest'anno è sembrato un Cancellara più umano, meno dominante; più semplicemente, dopo aver corso due edizioni da favorito ed aver subito altrettante brucianti sconfitte australiane, quest'anno "Spartacus" ha voluto scaricare le responsabilità sulle spalle del poco amato Sagan, tentando di piazzare il colpo decisivo in volata. Nello sprint finale la sua progressione è forse la migliore fra chi è salito sul podio ma ha il torto di essere partito troppo tardi, rimontando quando ormai i giochi erano fatti. La prestazione odierna è comunque benaugurante in vista delle gare del Nord, nelle quali vorrà tornare a trionfare dopo due annate poco proficue per diversi motivi.

Sylvain Chavanel - 8.5
Probabilmente il corridore che, per quanto mostrato in corsa, avrebbe meritato di più il successo. Lo si inizia a vedere in testa al gruppo non appena comincia l'ascesa di Costa Rainera si avvantaggia insieme a Bouet, Caruso, Lovkvist e Roelandts (un 6 per il portacolori della Lotto, partito troppo presto) e poi, dopo il ricongiungimento in discesa con i favoriti, riparte in pianura rispondendo con Stannard ad un attacco di Vorganov. Il vantaggio raggiunge anche il mezzo minuto all'altezza dei primi metri del Poggio. Dopo aver percorso in coppia con Stannard i restanti chilometri di ascesa, conduce la coppia in discesa e, una volta raggiunto dagli altri quattro, tenta l'allungo prima sull'Aurelia e poi cerca di anticipare la volata, provocando il prematuro sprint di Sagan. Taglia il traguardo in una buona quarta posizione in una giornata in cui la squadra ha deluso con Boonen (voto 4.5 per la scelta di non ripartire, decisione assai poco elegante) e Terpstra ritiratisi troppo presto, mentre Cavendish (voto 6.5) pareva essere in buone condizioni di forma, favorito forse dalle ridotte asperità altimetriche.

Luca Paolini - 7.5
Il corridore della Katusha conquista un soddisfacente quinto posto finale nella classica in cui si è sempre ben comportato. Sostenuto da un'ottima squadra, con il fuggitivo Belkov (di cui si parlerà in seguito), Vorganov (voto 7) capace dell'allungo post Cipressa e Kristoff (7 anche per lui) che regola il gruppo principale arrivando ottavo, il "Gerva" è l'autore dell'attacco che porta via Sagan, Cancellara, Ciolek e per qualche metro Pozzato dal gruppo principale, contribuendo a segnare l'andamento del finale. Negli ultimi chilometri è palesemente stanco e, anche per questo, non riesce a disputare la miglior volata possibile, posizionandosi in una quinta piazza finale. Ora il trend positivo può essere prolungato in Belgio dove, reduce dalla vittoria della prima semiclassica stagionale (la Omloop Het Nieuwsblad), si presenta da capitano unico con ambizioni di outsider di lusso. Sperando, in cuor suo, di essere il Ciolek della situazione.

Ian Stannard - 8
Il team Sky si è messo tirare il gruppo dal tratto savonese sino all'imbocco della Cipressa; inizialmente si pensava che il lavoro potesse essere poi sfruttato da Boasson Hagen e Thomas (voto 5 ad entrambi), risultati poi deludenti e staccati troppo presto per le loro qualità, o eventualmente da Eisel (6.5), alla fine decimo. A portare in alto il sodalizio nerazzurro ci ha pensato questo passistone dell'Essex che ha attaccato nel tratto pianeggiante con Chavanel e Vorganov. Le sue trenate nei rettilinei prima del Poggio hanno aumentato il vantaggio, portandolo sino al mezzo minuto. Sull'ultima difficoltà di giornata, in maniera anche inaspettata, ha tenuto il ritmo imposto dal francese ed ha anche tentato un allungo. Ritornati in sei, ha riprovato ai meno due dall'arrivo, venendo ripreso da Sagan; per questo motivo non è riuscito a spostarsi dalla testa ed ha di fatto tenuto alto il ritmo senza poter avere carte da giocare in volata. Prova più che buona e che potrebbe proiettarlo in una diversa dimensione.

Taylor Phinney - 7.5
Dopo la sofferenza patita lunedì nella tappa di Porto Sant'Elpidio alla Tirreno, il corridore statunitense, come suo solito, non si è perso d'animo e, alla prima occasione utile, ha fatto vedere quali siano le sue eccellenti qualità. In una Bmc uscita con le ossa rotte dopo la prova odierna, con Hushovd (5 al norvegese) staccatosi nonostante la buona forma e la giornata adatta e con Gilbert (5.5) pimpante a Costarainera ma poi sparito sul Poggio, la prestazione del ventiduenne è stata molto buona; nella salita del Poggio è rimasto col gruppo e nella successiva discesa ha costruito l'ottimo piazzamento finale, avvantaggiandosi e recuperando molto sui sei in testa.

Vincenzo Nibali - 5
In virtù di quanto fatto sia l'anno scorso sia alla Tirreno era dato tra i primissimi favoriti; se aggiungiamo che con queste condizioni meteorologiche, per sua stessa ammissione, si trova a suo agio, ecco che la controprestazione odierna è negativa. Tuttavia, data anche la particolarità della gara divisa in due, è probabile che il periodo di pausa lo abbia danneggiato, visto che prima della neutralizzazione l'Astana tirava il gruppo assieme alla Cannondale. In sua vece, gli uomini di Martinelli hanno provato a raccogliere qualcosa con Iglinskiy (6), attaccante solitario sul Poggio ma ben presto riassorbito.

Filippo Pozzato - 5
Il vicentino si presentava a questa Sanremo in condizioni migliori rispetto allo scorso anno in cui era reduce dalla breve convalescenza post infortunio. In questa occasione tutta la Lampre, compresi un velocista come Ferrari e uno scattista in buona forma come Ulissi, erano per lui, con l'eccezione di Petacchi (voto 5), lasciato libero in caso di arrivo allo sprint. Tuttavia, dopo aver fatto vedere una buona gamba sulla discesa della Cipressa, in occasione dell'allungo di Paolini sul Poggio non è stato capace di resistere a lungo, perdendo le ruote del gruppetto e rientrando nei ranghi, concludendo in una deludente trentatreesima piazza.

John Degenklob - 6
Il giovane tedesco, che al debutto nella scorsa edizione ottenne un'ottima quinta posizione, si è ripresentato al via di Milano in una condizione non ottimale; tuttavia è riuscito a tenere le ruote migliori fino all'imbocco del Poggio, da dove ha proseguito col resto del gruppo chiudendo diciottesimo. A differenza di altri corridori che non erano al top come lui, in primis Gerrans, Haussler e Pellizzotti (voto 5 per tutti e tre), ha provato qualcosa di buono e non si è limitato alla mera presenza. Sapendo che questo atteggiamento pagherà frutti, lo si attende in migliori condizioni nella campagna del Nord.

André Greipel - 5
Il velocista di casa Lotto non ha un'ottima condizione, ma vederlo staccarsi prima di Cavendish lascia un po' di delusione. Forse le condizioni non erano ideali per il "Gorilla" ma certamente non si può restare soddisfatti di quanto ha fatto. Discorso simile vale per Goss, mentre il duo Vini Fantini Gatto e Santambrogio non si è visto (voto 5 per gli ultimi tre citati).

Diego Rosa - 7.5
Il giovane neoprofessionista dell'Androni Venezuela si presenta al grande pubblico nella maniera migliore, ossia attaccando sin dal chilometro zero. Con gli altrettanto validi Belkov (7.5 anche per lui), Bak, Fortin, Lastras e Montaguti (7 a ciascuno di loro) ha animato la corsa, cercando di piazzare la sorpresissima prima dello stop di Ovada, arrivando ad ottenere quasi tredici minuti come massimo vantaggio. Dopo la ripresa di Cogoleto gli otto minuti in dote sono via via scemati fino al definitivo ricongiungimento nei pressi di Capo Berta.

Alberto Vigonesi

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