Ronde Van Drenthe WE 2013: Vos Tout Terrain, avversarie asfaltate - Sotto la pioggia battute Van Dijk e Johansson
- Drentse 8 WE 2013
- RONDE VAN DRENTHE WE 2013
- Boels - Dolmans Cyclingteam [Donne] 2013
- Faren - Kuota [Donne] 2013
- Orica - AIS [Donne] 2013
- Rabo Women Cycling Team [Donne] 2013
- Specialized - Lululemon [Donne] 2013
- Team Argos - Shimano [Donne] 2013
- Wiggle Honda Pro Cycling Team [Donne] 2013
- Adrie Visser
- Ashlynn Van Baarle
- Carmen McNellis Small
- Chantal Blaak
- Chloe Hosking
- Elena Cecchini
- Eleonora Van Dijk
- Elizabeth Armitstead
- Emma Johansson
- Giorgia Bronzini
- Ilona Hoeksma
- Ina-Yoko Teutenberg
- Iris Slappendel
- Katie Colclough
- Kirsten Wild
- Loes Gunnewijk
- Lucy Garner
- Maaike Polspoel
- Marianne Vos
- Marijn De Vries
- Marta Bastianelli
- Marta Tagliaferro
- Romy Kasper
- Roxane Knetemann
- Shelley Olds
- Simona Frapporti
- Tiffany Cromwell
- Valentina Scandolara
- Ciclismo femminile
L'avete mai vista un'atleta capace di vincere ovunque? Non di competere, proprio di vincere. Su pista e su strada, nel ciclocross e, dopo le corse dell'adolescenza, nuovamente in MTB. Quelli che stupisce sono ormai pochi, quelle che lascia a bocca asciutta (e spesso aperta) sono le sue avversarie. Ecco, se un'atleta simile non l'avete mai vista, probabilmente non conoscete Marianne Vos.
Nell'ultimo anno ha vinto due titoli iridati di ciclocross, l'oro olimpico su strada ed il Mondiale, sempre su strada; nello scorso weekend s'è cimentata nell'Afxentia Stage Race, prova a tappe della Cyprus Sunshine Cup (e qui parliamo della sua prima gara di MTB di livello), vincendo due tappe e facendo seconda nella cronometro iniziale con un piccolissimo margine.
Nemmeno il tempo di festeggiare ed eccola, quattro giorni dopo, alla conquista della provincia olandese del Drenthe, ma su strada: giovedì la classica-aperitivo Drense 8 van Dwingeloo, oggi l'apertura di Coppa del Mondo con la Ronde Van Drenthe. La vincitrice - inutile dirlo - è sempre lei. Non si sa se fosse più difficile affermarsi oggi o giovedì, ma di sicuro la Ronde Van Drenthe, gara in passato già portata a casa due volte dalla Vos, aveva un livello medio molto elevato.
Pioggia a catinelle ed una temperatura mai superiore ai 2° C. hanno reso la corsa organizzata da Femmy van Issum una gara ad eliminazione. Pavé, strade viscide ed alla fine, a selezionare ulteriormente il gruppo, tre passaggi sul VAM Berg (la collina della spazzatura, per l'occasione rifatta). I 132.8 km di corsa hanno visto sin da subito, al secondo settore di pavé, andare in fuga un piccolo gruppo con Emma Johansson, Katie Colclough, Romy Kasper, Elizabeth Armitstead, Roxane Knetemann e Loes Gunnewijk.
Il gruppo non poteva concedere troppo a certi nomi e così alla fine della sezione il plotone tornava compatto. Le atlete della Boels-Dolmans erano molto attive e dopo l'accelerazione della Armitstead era la tedesca Romy Kasper ad andarsene alla fine dell'ultima sezione di pavé. La portacolori della Boels-Dolmans restava al vento fino alla fine del secondo e penultimo VAM Berg, quando il gruppo (o almeno le 35 atlete rimaste in testa) ritornava compatto. Adrie Visser, anche lei della Boels-Dolmans, cadeva, tirando giù pure Johansson e Vos, tra le altre. Sia la svedese che l'olandese (quest'ultima aiutata dalla Slappendel) rientravano in gruppo.
Era ancora la Vos a fare l'andatura in piano ma tutto si decideva sull'ultima ascesa. Marianne, con uno scatto che ricordava molto quello vincente di Valkenburg, staccava tutte. Le andavano dietro Emma Johansson, che la teneva nel mirino a 15", quindi un quartetto formato da Shelley Olds (caduta più volte), Chloe Hosking, Kirsten Wild ed Ellen Van Dijk. Proprio l'olandese della Specialized-Lululemon saltava però la Johansson, riportandosi sulla testa della corsa insieme alla Vos, capitana di tante battaglie vinte in nazionale (la Van Dijk fu decisiva per l'oro ai Giochi Olimpici londinesi, per dirne una).
Vos e Van Dijk al comando, quindi Johansson e dietro il primo gruppo inseguitore a oltre un minuto. La Vos tirava il collo alla Van Dijk fino al rettilineo finale dove le due, dopo essersi guardate un poco, decidevano di giocarsela: uno scatto secco e la Vos distanziava di 50 metri la Van Dijk, andando a vincere la prima di Coppa del Mondo (trofeo che è detenuto proprio dalla Vos, ça va sans dire). Johansson collezionava il quinto terzo posto del 2013 (dall'Omloop Het Nieuwsblad il filotto della svedese è da ansia da prestazione) mentre Chloe Hosking regolava il gruppo a 1'18". Wild, Olds, Armitstead, De Vries, Cromwell e Small completavano la top ten. Per l'Italia, in assenza di Elisa Longo Borghini (un malanno le ha fatto saltare a piè pari la trasferta olandese, forse con non troppo dispiacere), buona la prova di Simona Frapporti, 14a, mentre Marta Bastianelli chudeva in 20a posizione.
Drentse 8: Bronzini e Cecchini, in evidenza l'Italia presente e futura
Facendo un passo indietro e tornando a giovedì, la Drense 8 van Dwingeloo ha visto le italiane protagoniste, addirittura a podio con Giorgia Bronzini, seconda, e la giovane Elena Cecchini (classe '92) che ha chiuso quinta. Corsa di 141.2 km attorno a Dwingeloo, tanti tratti di pavé, ancor più cadute. La peggiore vedeva sfortunate protagoniste, tra le altre, la piccola Ashlynn Van Baarle (piccola solo all'anagrafe, dato che la '94 della Faren-Let'Go Finland dal vivo è una gigantessa); chi faceva spaventare era Ina-Yoko Teutenberg, che giaceva riversa al suolo.
Tanta paura e dolore ma verrà dimessa la sera stessa dall'ospedale, così come Chantal Blaak, per la quale si temeva una frattura alla clavicola. A terra anche le nostre Valentina Scandolara e Marta Tagliaferro, molto doloranti dopo la gran caduta. Tornando alla cronaca, a 40 km dal traguardo Ilona Hoeksma e Maaike Polspoel tentavano la sortita, con la Wiggle Honda di Giorgia Bronzini che mandava sulla testa della corsa l'australiana Lauren Kitchen. Le altre squadre interessate ad arrivare in volata si sobbarcano il lavoro.
Un lampo di nome Marta Bastianelli arriva da dietro, dal gruppo, quando quest'ultimo stava per raggiungere le fuggitive. È un lampo e nulla più ma fa piacere aver rivisto l'iridata di Stoccarda 2007 con una più che buona gamba. L'aspettiamo prossimamente, già domani alla Novilon Euregio Cup che nel 2012 la vide splendida seconda. Il gruppo si ricompattava nel finale e si arrivava così alla volata di gruppo; la Vos la prendeva in testa, la Bronzini, alla sua ruota, prova a passarla prima a destra, quindi a sinistra, ma il traguardo era ormai arrivato e lo tagliava per prima l'olandese davanti alla nostra piacentina ed a Emma Johansson.
Come detto, ottima quinta Elena Cecchini ma ancor più stupefacente la due volte Campionessa del Mondo tra le Juniores Lucy Garner, ottava. Era stata sesta domenica, alla Flèche Wanzoise, la classe '94 di Cosby, un paesino del Leicestershire. Senza dubbio ci farà divertire in questo primo anno tra le Élite.
Domani la Novilon Euregio Cup, 141.1 km che chiudono la bellissima tre giorni del Drenthe. Nel 2012 vinse Marianne Vos su Marta Bastianelli ed Elizabeth Armitstead. Quest'anno, di fronte alla più grande fuoriclasse che il ciclismo abbia mai conosciuto, le avversarie dovranno inventarsi più che qualche attacco facile da rintuzzare. Non per chissà quale motivo, ma perché dopo l'inizio di febbraio iridato nel ciclocross e la prima vittoria di peso in MTB, Marianne Vos ha già fatto capire come potrebbero andare le cose anche su strada. E dove si trova un'altra atleta che domina tre specialità nel breve arco di trentacinque giorni?