Mondiali Ciclocross 2013: Sven sfata la maledizione - Dirompente Nys, torna iridato dopo otto anni. Italia: Franzoi 14°
Appena l'anno scorso a Koksijde, subito dopo l'ennesima delusione iridata, Sven Nys si era sfogato arrivando addirittura a dire che non avrebbe mai più partecipato ad un Campionato del Mondo: raro che un campione come lui si lasci sopraffare dalla rabbia e per fortuna Sven non ha mantenuto fede alle sue parole. Otto anni dopo Sankt Wendel 2005 il Cannibale di Baal è tornato sul gradino più alto del podio mondiale: due maglie iridate sono forse poche nella carriera di un corridore che ha fatto la storia di questo sport, ma per sconfiggere la maledizione che lo ha sempre accompagnato nella gara più importante della stagione s'è dovuti addirittura volare dall'altra parte dell'Oceano Atlantico.
A 36 anni (a giugno saranno 37) questo successo aggiunge un'altra perla alla carriera di Nys, forse che mancava più di ogni altra, ma inevitabilmente aprirà anche interrogativi sul futuro, alimentati inevitabilmente dallo stesso campionissimo belga: «Questa vittoria è più bella della prima e adesso la mia carriera è completa», ha dichiarato Nys dopo la corsa, aggiungendo poi che non è il momento per fare dichiarazioni sul futuro. Ma se quest'anno ha dimostrato ancora una volta di essere irraggiungibile per chiunque quando le cose girano bene e siamo sicuri che quella voce che lo ha spinto a tornare ancora una volta ai Mondiali nonostante tutto lo spingerà anche a regalare ai tifosi un'altra splendida annata da protagonista in maglia iridata.
Che potesse una giornata ottima per il corridore della Crelan lo si è era già capito ieri appena appresa la notizia dell'anticipo di un giorno della gara: nelle dichiarazioni riportate dai media fiamminghi, Nys era infatti risultato il più tranquillo assieme a Pauwels, tutto il contrario di Albert e Wellens, apparsi più nervosi e lanciatisi in pesanti critiche contro l'organizzazione. Il primo Mondiale extraeuropeo della storia, nonostante questo problema, ha regalato un bello spettacolo nella categoria élite uomini, una corsa combattuta e incerta fino all'ultimo.
Rispetto alla prima gara del mattino, quella degli junior, il percorso è cambiato radicalmente: il fondo duro, ghiacciato e innevato ha infatti lasciato posto al fango che ha appesantito il tracciato americano di Louisville ed alzato sensibilmente i tempi sul giro. In partenza è stato subito Rob Peeters a mettersi davanti, seguito da un lungo trenino di connazionali, ma a metà del primo giro si sono piazzati in testa il francese Francis Mourey ed il ceco Martin Bina. Esaltante anche la partenza di Marco Aurelio Fontana: scattato dalla quarta fila, il campione italiano è balzato in sesta posizione in poche pedalate e poi è riuscito a risalire ancora fino alla terza posizione alle spalle di Mourey e Bina; purtroppo la febbre dei giorni scorsi e un fondo non proprio ideale per le sue caratteristiche, unito ad un problema al cambio che lo ha colpito quando si trovava lontano dai box, lo hanno ricacciato indietro fino al 26° posto finale. Peccato.
Intanto all'inizio del secondo giro, con un leggero nevischio che ha rincominciato a cadere, Francis Mourey ha attaccato da solo riuscendo a guadagnare una quindicina di secondi sugli inseguitori. Tattica rischiosa, quella del francese, ma a volte può dare i suoi frutti: dopo tre giri in testa Mourey è stato ripreso da Pauwels all'inizio del quinto giro e subito dopo sono rientrati anche Nys e Vantornout. Non il campione uscente Albert, che per tutta la gara, complice anche una foratura al primo giro, è rimasto ad inseguire ad una manciata di secondi senza mai riuscire a riprendere contatto col primo gruppetto.
Il primo episodio decisivo della corsa è avvenuto sul finire del sesto giro, a poco più di tre tornate dalla conclusione. Dopo aver perso la Coppa del Mondo a Hoogerheide, Kevin Pauwels viene tradito ancora una volta da un salto di catena, problema non nuovo in casa Sunweb: il belga è costretto a fermarsi due volte e passando dalla terza alla 15a posizione; addio sogni iridati per lui. Lo stop di Pauwels ha creato anche un buco alle spalle di Nys e Vantornout che si sono involati così verso i primi due posti del podio. Il buco ed un successivo problema hanno fatto uscire Mourey dalla lotta per il podio in cui, però, anche Niels Albert dura poco: gli ultimi due giri sono stati un calvario per il vincitore della Coppa del Mondo che prima è stato ripreso dall'olandesino volante Lars Van der Haar (classe '91, il ragazzo...) e poi ha forato ancora andando a chiudere la gara in ottava posizione.
Davanti intanto Nys ha fatto le prove generali di attacco e nel corso del penultimo giro ha tentato due piccoli allunghi, uno al passaggio sotto al traguardo, l'altro subito dopo le barriere. Niente di definitivo comunque perché Vantornout ha chiuso sempre bene ma è lì che Nys ha capito di dover affrontare il testa la sezione più tecnica del circuito: all'ultimo giro, con la nevicata che è diventata più fitta a voler rendere ancor più epico il finale, il Cannibale di Baal ha attaccato subito prima della scalinata naturale, nella foga del momento Vantornout ha perso un briciolo di lucidità e nel voler chiudere troppo presto una curva il piede è rimasto agganciato nelle transenne; ha perso pochi metri ma cruciali. Nel saltare gli ostacoli Nys ha allungato ancora e nonostante una leggera sbavatura nella penultima curva è riuscito ad arrivare a braccia alzate sul rettilineo finale: alla fine il distacco tra i due è stato di appena 2".
Spettacolare quindi Nys che s'è confermato un vero cannibale in questi finali incerti uno contro uno e spesso è riuscito a fare la differenza più con la classe e l'esperienza che con le sole gambe. Onore comunque a Klaas Vantornout, forse il corridore che più si è migliorato in questa stagione: per lui la vittoria nel campionato belga era stata una soddisfazione immensa ma quando si arriva così vicini ad un Mondiale un po' di amaro in bocca è inevitabile che resti, a maggior ragione se c'è un piccolissimo errore nel finale che ti può dare dei rimpianti.
Se però un campione oggi ha messo la ciliegina sulla torta della sua carriera, bisogna fare i complimenti ad un ragazzino che forse a Louisville ha messo il primo tassello di una brillante carriera. A soli 21 anni Lars Van der Haar è salito sul podio conquistato un bronzo dal grandissimo spessore: i suoi coetanei hanno gareggiato prima nella gara Under 23. Lui, dopo aver vinto tutto il possibile nella categoria, ha deciso di saltare tra gli élite con un anno di anticipo e subito è stato capace di dare filo da torncere ai fenomeni più affermati. L'anno prossimo i Mondiali saranno proprio in Olanda ad Hoogerheide e allora un terzo posto potrebbe anche già essere considerato un risultato insoddisfacente.
Un applauso va anche al 34enne Bart Wellens, quarto al traguardo. Chiudiamo invece completando il discorso azzurro perché oltre a Fontana in gara c'era anche Enrico Franzoi che ha terminato con un discreto 14° posto a 2'38" da Nys: Enrico non è partito bene ma ha progressivamente recuperato posizioni, anche se la top 10 è rimasta distante quasi un minuto.