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World Tour 2013: Degenkolb, Kittel e tanti altri bimbi - Nomi promettenti per la Argos-Shimano

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Marcel Kittel, Tom Veelers e John Degenkolb col General Manager della Argos-Shimano Iwan Spekenbrink © BettiniphotoÈ una storia che parte da lontano, quella dell'ultimo team ad essere entrato nel World Tour. Nel 2005 una squadra olandese di seconda categoria (GS2), perso lo sponsor Bankgiroloterij, si fuse con il team giapponese Shimano (che veniva dai GS3), dando vita alla Memory Corp-Shimano, formazione Professional. Una categoria in cui il team ha militato fino all'altroieri, col nome Skil-Shimano (dal 2006 al 2011) e quindi, dalla stagione scorsa, con la denominazione Argos-Shimano.

Che l'obiettivo fosse entrare nell'élite del ciclismo era già stato annunciato, e grazie ai risultati del 2012 e a qualche rinforzo ingaggiato nell'ultimo mercato, il progetto di diventare la terza formazione olandese del World Tour è diventato realtà. La società ha investito per assicurarsi nove nuovi corridori, con un bilancio di +3, visto che gli atleti in uscita sono stati 6: i giovani francesi Bonnin e Geniez, che non sono stati capaci di ritagliarsi un ruolo da protagonisti; i tedeschi Kluge e Klemme, in fase un po' calante (e certamente in cerca di riscatto altrove); l'olandese Van Zandbeek, ancora acerbo malgrado non gli sia mancata una vittoria nel 2012 (il Kampioenschap van Vlaanderen); e il giapponese Doi, che era l'ultimo superstite della colonia nipponica targata Shimano.

In cambio, tra i nuovi arrivi non manca chi potrebbe permettere alla squadra di vivere qualche giornata di protagonismo non solo nelle volate, specialità in cui, grazie a Degenkolb e Kittel, nel 2012 si sono raggiunti livelli d'eccellenza. Barguil e Janse van Rensburg paiono le punte di diamante tra i 9 nuovi arrivati (gli altri sono Ahlstrand, Arndt, Clarke, Mezgec, Parisien, Peterson e Preidler) di una rosa di 28 corridori comprendente molti giovanissimi, e in cui ai più esperti sono riservati i ruoli di fatica: scelta obbligata, quando si dispone di tante promesse. E il gran numero di talentini che affollano il roster della Argos-Shimano fa pensare ad un futuro abbastanza interessante per il sodalizio dei Paesi Bassi.

Esperti per tappe e gare in linea
Solo due nomi in questa categoria, per una squadra che punta tutto sul futuro. François Parisien, arrivato dalla SpiderTech, porta in dote dal 2012 la vittoria nel Tour of Elk Grove (breve gara a tappe statunitense) ma soprattutto un quarto posto alla Tre Valli Varesine e un decimo al GP di Québec (gara WT). William Clarke ce lo ricordiamo principalmente per una fuga vincente messa a segno giusto dodici mesi fa al Tour Down Under (poi ha vinto anche una tappa al Tour of Japan). Abbastanza spesso li vedremo all'attacco da lontano.

Giovani per tappe e gare in linea
C'è solo l'imbarazzo della scelta, in un settore in cui la Argos è più che mai da considerare in prima fila. Tanti giovani dal futuro - si spera - brillante, chiamati alle prime sfide coi professionisti o a confermare quanto di buono fatto intravedere negli anni scorsi. Possiamo partire dal sudafricano Reinardt Janse Van Rensburg, protagonista di una stagione memorabile (14 vittorie) che lo ha lanciato verso il World Tour. Fin qui brillantissimo in corse di secondo piano (ma ha timbrato due volte anche alla Volta a Portugal), sa vincere in molti modi (ottimo a cronometro, forte in volata, in grado di fare il vuoto - ad esempio - sul Mûr-de-Bretagne, capace di attaccare da solo e in gruppetti), alla Ronde van Zeeland Seaports ha piegato un certo Lars Boom. Altro corridore molto atteso è Tom Dumoulin, in prospettiva uomo da classiche dure o addirittura da grandi giri, nel suo primo anno da pro' non ha sfigurato tra Strade Bianche (17esimo), Vuelta a Burgos (decimo), Ruta del Sol (sesto), Giro del Lussemburgo (quinto) e Rund um Köln (quinto): a dimostrazione di una grande versatilità dell'olandesino, che è anche veloce. Georg Preidler, austriaco, nel 2011 vinse il Toscana-Terra di Ciclismo, nel 2012, in maglia Type 1, ha fatto più che altro volate. Ramon Sinkeldam tra pochi giorni compirà 24 anni, ha in carniere una Roubaix Espoirs, nel 2012 ha vinto due volate al Tour of Hainan ma ha anche chiuso al 13esimo posto il GP di Plouay. Jonas Ahlstrand ha vinto un paio di corse scandinave (è svedese) nell'ultima stagione, ma si è fatto vedere anche in piccole classiche, spiccando nel Giro delle Fiandre Under 23 (concluso al settimo posto). Simon Geschke è più grandicello (classe '86), ama andare in fuga e non è male in salita (alla Vuelta ha fatto sesto e ottavo ai Lagos de Covadonga e alla Bola del Mundo, dopo essere andato all'attacco da lontano), si difende a cronometro (secondo nella prova contro il tempo del Critérium International) e sa cercare anche discreti piazzamenti nelle classiche (ha in palmarés un decimo alla Freccia del Brabante e un tredicesimo alla Sanremo).

Corridori da GT
Si ragiona totalmente in prospettiva, visto che parliamo di un corridore che al momento non sarebbe competitivo in un grande giro, ma già tra un paio d'anni, se tutto va bene, potrà farsi vedere nelle corse più importanti. Parliamo di Warren Barguil, 21enne francese fresco vincitore del Tour de l'Avenir (ma anche secondo al Tour des Pays de Savoie, gara molto impegnativa), capace di far la differenza in salita, visto che nel 2012 è stato protagonista su vette come Télégraphe, Moncenisio, Le Grand Bornand. A parte lui, non paiono esserci uomini in grado di ben figurare nella classifica di una grande corsa a tappe.

Esperti gregari
Avere l'obbligo di far bene in tante volate, significa dover disporre di una fidata guarnigione che sappia organizzare un treno vincente (o comunque competitivo). Si può pescare a piene mani tra l'esperienza degli olandesi Roy Curvers (che vediamo pure in parecchie fughe durante l'anno), Albert Timmer (tra i veterani della squadra, in cui milita dal 2007) e Tom Stamsnijder (che da tempo ha messo la sordina alle velleità da cronoman per votarsi al gioco di squadra) e quella del tedesco Johannes Fröhlinger (gran lavoratore dalla distanza), mentre il belga Bert De Backer (anche lui spesso in fuga) è più adatto alle corse fiamminghe, e i francesi Yann Huguet, Matthieu Sprick e Thierry Hupond provano a contribuire anche quando la strada sale. Ambito in cui è atteso a buone cose anche il nuovo arrivato Thomas Peterson (12esimo all'ultimo Langkawi).

Giovani gregari
Thomas Damuseau, non essendo riuscito ad andare - nei suoi due primi anni da pro' - oltre a pochi piazzamenti in tappe qua e là, sembra destinato a votarsi al ruolo di gregario. Ma se è stato confermato, significa che lo staff crede nelle sue doti di uomo squadra che in futuro potrà anche imparare a colpire. Cheng Ji è in squadra da quando aveva 19 anni, oggi ne ha ancora 25 e la sua dimensione è quella del lavoro per la causa comune; si è parlato di lui nei giorni scorsi in quanto - se tutto va bene - sarà il primo cinese a disputare il Giro d'Italia.

Esperti da volata
Spesso ultimo uomo di Kittel o di Degenkolb, Koen De Kort mette la propria esperienza al servizio della causa, ma quando è libero di sprintare per sé raccoglie più di un piazzamento, facilitato anche in corse più dure grazie a una discreta resistenza sulle salitelle: degni di nota, nel 2012, il terzo posto nella Dwars door Vlaanderen e un paio di top-20 a Sanremo e Mondiale. Tom Veelers è l'altro "ultimo uomo", ma ad esempio al Tour dello scorso anno, quando Kittel ha alzato bandiera bianca, si è preso l'incarico di far lui le volate, raccogliendo un bottino comprendente un terzo, un quarto e un sesto posto di tappa.

Giovani da volata
Due nomi, in questo comparto, sono sinceramente strepitosi e rappresentano i due gioielli conclamati di casa Argos. Si tratta di John Degenkolb e Marcel Kittel. Il primo ha vinto nel 2012 la bellezza di 5 tappe alla Vuelta, oltre ad altre 7 affermazioni. Ma occhio al possibile salto di qualità, che lo trasformerebbe in uomo (anche) da classiche: l'anno scorso è stato in grado di terminare al quarto posto il Mondiale (non certo piatto) e la Parigi-Tours, e al quinto la Sanremo; inoltre sin dall'esordio, due anni fa, ha dimostrato una certa predisposizione per il pavé. Kittel, dopo aver lasciato intendere, in passato, di poter dire la sua anche come cronoman, si è specializzato negli sprint e ne ha vinti ben 13, con la perla della Scheldeprijs e la delusione di un Tour in cui non ha potuto esprimersi. Accanto ai due tedeschi, ne va menzionato un altro, Nikias Arndt, attivo anche in pista, e tutto da scoprire tra i professionisti, visto che è all'esordio. 21enne, ha margini di crescita molto ampi. Lo sloveno Luka Mezgec, classe '88, ha ottenuto 6 vittorie nel 2012, affermandosi come mattatore assoluto al Qinghai Lake (5 successi e 3 secondi posti), potrà dare un contributo nelle corse con meno concorrenza.

Cronoman
Relativamente giovane (è un classe '87), capace di aiutare i compagni quando c'è bisogno (notevoli le sue trenate), ma in grado anche di andare a segno: è l'identikit di Patrick Gretsch, tedesco che abbiamo visto molto bene al Tour 2012 (settimo nel prologo, sesto
nell'ultima crono). Ha anche vinto una corsa (il prologo della Ruta del Sol), e insomma, non sarà un nuovo Tony Martin, ma non è assolutamente disprezzabile nella specialità. In questa categoria possiamo inserire (nell'attesa di capirlo meglio come corridore: ha solo 22 anni) Tobias Ludvigsson, vicecampione svedese contro il tempo e nei dieci nella cronometro dell'ultimo Giro del Belgio.

Marco Grassi

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