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Coppa del Mondo Roma WE 2013: Coppa a Compton, Vos vince ancora - Bene l'Italia: Lechner 10a, Scandolara 17a | Cicloweb

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Coppa del Mondo Roma WE 2013: Coppa a Compton, Vos vince ancora - Bene l'Italia: Lechner 10a, Scandolara 17a

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Katie Compton e Marianne Vos nelle prime fasi di gara. Alla prima la Coppa del Mondo, alla seconda la vittoria di giornata © uci.chLa miglior descrizione del percorso romano esce dalla bocca, anzi dal profilo Twitter, di Marianne Vos, una che (anche) in tema di ciclocross è piuttosto ferrata: «Ho quasi preso il kit sbagliato per la Coppa del Mondo di Roma. Che "problema" se si può prendere la maglia iridata sbagliata, strada anziché cross. Il percorso lo è, veloce». Come a dire agli organizzatori: se ci aveste fatto correre su strada per noi sarebbe stata la stessa, identica cosa. In effetti non si può dar torto alla fuoriclasse di Meeuwen, che peraltro non sta troppo a spaccare il capello: sia che si corra su strada, su pista o per campi, lei martella sempre. Possibilmente vince.

Non ha fatto differenze oggi, Marianne. Partita sin dal primo giro con la statunitense Katie Compton, a cui bastava un piazzamento per aggiudicarsi la Coppa del Mondo con una gara d'anticipo, la Vos s'è scrollata di dosso la rivale nel corso del terzo giro. Prima 3", poi 16", alla fine il distacco ammonterà a 24". La gara ha avuto un esito scontato sin dallo sparo che ha dato il via (se non sin da ieri, quando la Vos dopo le prove si diceva molto soddisfatta del percorso), con Vos e Compton subito al comando.

All'inseguimento, da sola, la grintosissima ceca Katerina Nash, mai però in grado di riportarsi sulle due al comando. Il primo gruppo inseguitore vedeva Sanne Cant, Sabrina Stultiens, Sanne Van Paassen, Helen Wyman e Lucie Chainel-Lefevre. Mordeva il freno anche l'altoatesina Eva Lechner; la ragazza di Appiano, dopo una partenza non troppo felice, sarebbe stata autrice negli ultimi giri di una rimonta che dapprima l'avrebbe portata al 9° posto ed alla fine chiuderà con una più che buona 10a piazza, sopravanzata dalla sola Ellen Van Loy.

Davanti, come detto, Vos cerca la vittoria e ad ogni curva rilancia come se il traguardo fosse dietro l'angolo. Per lei è tutto allenamento in vista della stagione su strada (e da quest'anno anche per la MTB). La Compton, invece, forte del primato in Coppa del Mondo, per i primi tre giri e tre quarti si mantiene alla ruota dell'olandese, ben conscia che con un secondo posto porterebbe a casa la Coppa. Non si dannava perciò troppo l'anima per inseguire la Vos, quando l'olandese attaccava a testa bassa, correndo negli ultimi tre giri una vera e propria cronometro.

Katie ci prova, a ricucire, ma a nulla valgono i suoi sforzi. Dietro la Nash sta correndo in solitaria praticamente dalla partenza, senza vedere mai la testa della corsa né essere acciuffata dalle inseguitrici. Negli ultimi tre giri, mentre davanti la Vos incrementa il vantaggio su Compton e Nash, le due Sanne (Van Paassen e Cant) allungano su Wyman, Stultiens e Chainel-Lefevre. Finiti i semplici e veloci sei giri, Marianne Vos può esultare per la sua seconda vittoria nella Coppa del Mondo 2012-13 (la quarta di questa stagione crossistica).

Katie Compton chiude a 24" festeggiando per la conquista della challenge Uci. Completa il podio la tenace ceca Katerina Nash. Sanne Van Paassen conclude la prova a 1'15", Sanne Cant a 1'22", la Campionessa Europea Helen Wyman a 1'37". Sabrina Stultiens a 1'46" precede di un paio di secondi Lucie Chainel-Lefevre, mentre Ellen Van Loy, 9a a 2'02", anticipa di un secondo la nostra Eva Lechner.

Buonissimi segnali da casa Italia, con il decimo posto della Lechner, appunto, ma non solo. Valentina Scandolara è autrice di un bel recupero nella seconda parte di gara e chiude 17a, Elena Valentini è 19a, Francesca Cucciniello 21a. Più indietro Alice Maria Arzuffi, a cui il percorso non si addiceva troppo (la giovane di Seregno chiude al 23° posto). Non tanto bene (ma si riscatterà già agli italiani di Vittorio Veneto, dove correrà in casa) la fresca Campionessa del Veneto, Francesca Cauz.

Il fatto è che globalmente l'Italia ha giovani molto interessanti (la Cauz, appunto, oltre alla Arzuffi, all'ottima Scandolara ed alla Valentini) cui si uniscono atlete esperte che possono cercare il buon risultato (Vania Rossi, che oggi non ha concluso la gara per un problema meccanico, Francesca Cucciniello e la più competitiva di tutte. Eva Lechner). Insomma, il potenziale per far bene c'è (e non s'intende certo battere le Vos, le Compton, ma centrare una top ten di tanto in tanto, quello sì). Non siamo tecnici, certe valutazioni le lasciamo a Fausto Scotti ed al suo staff. Però così, a naso, ci verrebbe spontaneo azzardare una migliore gestione delle forze in campo.

Ossia, che senso ha convocare per l'appuntamento romano 48 atleti tra uomini e donne Élite, Under 23 e Juniores, quando durante l'anno si fanno trasferte di Coppa con al massimo un paio di ragazze? Per non parlare di episodi - ci sovviene un'occasione importante come l'ultimo Europeo di Ipswich - dove l'Italia non ha schierato nessuna ragazza. Insomma, la crescita di un movimento arriva dalla cultura e la cultura è portata anche dall'esperienza, che si forma sul campo, non certo nei cross di paese (con tutto rispetto per quest'ultimi).

Detto ciò, torniamo alla Coppa del Mondo. In classifica generlae la pratica è stata chiusa dall'impiegata Compton, che prepotentemente, con 4 vittorie su 7 gare disputate, vince la challenge Uci per la prima volta in carriera. La classe '76 di Chattanooga si trova a quota 390 punti, 136 in più di Nikki Harrris e di 140 lunghezze davanti alla rivale d'inizio stagione Sanne Van Paassen.

Il prossimo weekend sarà dedicato ai Campionati Nazionali, quindi la prova di Hoogerheide il 20 gennaio. Ma l'obiettivo primario di tutte le ragazze, da Compton e Vos in giù è ad inizio febbraio, con i Campionati del Mondo di Louisville. Lì l'americana sarà disposta ad attaccarsi anche con i denti alla ruota di Marianne, una che corre sui campi come su strada e su pista. Specialmente se per essere veloce, il circuito è veloce come quello delle Capannelle.

 

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Francesco Sulas

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