Giro Donne 2013: Chi organizzerà la corsa più rosa? - Fiato sospeso dopo l'addio di Sara Brambilla
Versione stampabileSebbene ormai fosse nell'aria da diverso tempo, la notizia lanciata ieri dal sito internet olandese WielerRevue è di quelle inquietanti per il movimento del ciclismo femminile: la continuità del Giro d'Italia Donne è messa in pericolo e nel 2013 la corsa potrebbe anche non disputarsi. Dall'anno della sua prima edizione nel 1988, il Giro Donne non è stato corso solo nel biennio 1991-1992 e dal 1993 abbiamo assistito a venti edizioni consecutive che hanno sempre incoronato le più grandi campionesse del momento, italiane ed internazionali. In ogni caso, come vedremo, di segnali per essere ottimisti ce ne sono.
Negli ultimi anni grazie all'organizzazione della società Epinike e agli sforzi di Sara Brambilla la corsa era riuscita ad assumere un'importanza ed un prestigio unico nel calendario femminile: il Giro Donne era ridiventata la gara a tappe dell'anno, l'obiettivo principale di molte campionesse e soprattutto era la corsa più spettacolare al mondo. Affrontare salite come lo Stelvio (arrivo in quota nel 2010), il Mortirolo (2011) o proporre una cronometro a Roma sotto al Colosseo non era da tutti e contribuiva alla crescita di tutto il movimento.
Ovviamente questo lavoro immenso non è stato facile e, quando la crisi economica s'è fatta più accentuata, gli organizzatori sono stati costretti a veri e propri salti mortali per tenere viva la corsa senza comprometterne la fama. Il problema è che con il 2012 è scaduto l'accordo con la Federciclismo e quindi la Epinike ha deciso di fare un passo indietro e di non proseguire la propria avventura: «Abbiamo avuto un'esperienza molto positiva - ha dichiarato Sara Brambilla a WielerRevue - ma ora ci stiamo concentrando su altre cose. La sensazione è che abbiamo avuto dei Giri bellissimi negli ultimi anni, ma sono stati un po' duri per tutte le ragazze».
Nel corso delle sue 23 edizioni, il Giro d'Italia femminile ha più volte cambiato organizzazione, il tutto sotto l'egida della FCI che è la "proprietaria" della gara: il problema sarà soprattutto vedere se in questa situazione non facile ci sarà qualcuno che vorrà farsi carico dell'impegno con serietà. Se già nel mondo delle due ruote i nuovi investitori sono una preziosa rarità, le aziende che decidono di puntare sul ciclismo femminile sono ancora meno, anche tra quelle del settore.
Un altro fattore di difficoltà di cui bisogna tenere conto è che con ogni probabilità almeno per un altro mese nulla si muoverà. Il prossimo 12 gennaio si terranno le elezioni federali ed una ricoferma alla presidenza di Renato Di Rocco o la vittoria di uno degli altri candidati aprirebbero inevitabilmente scenari abbastanza diversi: una fase della partita elettorale si giocherà anche qui; chi vorrà quindi organizzare la 24a edizione del Giro d'Italia femminile dovrà quindi farlo in circa sei mesi visto che la gara è in calendario dal 28 giugno al 7 luglio 2013.
L'ottimismo citato prima, però, arriva proprio da qui perché con un terzo mandato dell'attuale presidente della FCI, il Giro Donne sarebbe quasi sicuro di continuare a vivere: al sito Eatsportnews.net Di Rocco ha dichiarato di essere già in contatto con due grandi conoscenti del movimento femminile come Giuseppe Rivolta, già a capo della corsa rosa in passato, e Mario Minervino, organizzatore del Trofeo Binda, prova italiana della Coppa del Mondo. Se invece le elezioni porteranno al potere qualcun altro è difficile immaginare che il nuovo presidente voglia essere ricordato subito come colui che ha affossato la più importante corsa femminile del calendario, già al primo anno di mandato. In sostanza, per ora la situazione del Giro Donne non è stabilissima ma neanche così tragica da far prefigurare lo spettro della cancellazione: sarà un Giro difficile da organizzare, ma, per fortuna, ancora vivo.