Giro di Lombardia 2012: Le foglie morte si sono ravvivate - Tanti big al via dell'ultima Monumento dell'anno
- GIRO DI LOMBARDIA 2012
- Astana Pro Team 2012
- BMC Racing Team 2012
- Colnago - CSF Inox 2012
- Lampre - ISD 2012
- Liquigas - Cannondale 2012
- Movistar Team 2012
- Team Saxo Bank - Tinkoff Bank 2012
- Alberto Contador Velasco
- Alejandro Valverde Belmonte
- Carlos Alberto Betancur Gómez
- Damiano Cunego
- Danilo Di Luca
- Diego Ulissi
- Domenico Pozzovivo
- Fabio Aru
- Giovanni Visconti
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Oliver Zaugg
- Philippe Gilbert
- Rigoberto Urán Urán
- Rui Alberto Faria da Costa
- Vincenzo Nibali
- Uomini
Storico e rinnovato, duro, durissimo e quasi sicuramente pure bagnato. Un monumento, questo è il Giro di Lombardia che domani prenderà il via da Bergamo per concludersi a Lecco. Un monumento che viene spostato. Se infatti questa Classica è per eccellenza quella delle foglie morte, e negli anni scorsi veniva disputata ad ottobre inoltrato, da quest'anno il calendario UCI ha di fatto imposto ad RCS Sport di cambiare data al Lombardia per far spazio al Giro di Pechino, organizzato dalla stessa UCI (come se già questo non fosse un elemento di contrasto, la corsa cinese sta vivendo momenti di incertezza a causa delle tensioni tra Giappone e Cina). Insomma, RCS Sport ha preso con filosofia quest'imposizione, pensando al Lombardia come ad una rivincita del Mondiale corso domenica. In effetti Philippe Gilbert farà l'esordio domani sulle strade lombarde con maglia (oltre a bici, scarpe...) iridata.
Se la data non fosse stata una novità sufficiente e se il percorso non fosse già così abbastanza impegnativo, ecco ritornare il Muro di Sormano. Proprio quei 1700 metri impossibili da scambiare con la più agevole salita verso la Colma, con tratti al 25% ed una pendenza media del 17%. Durò tre edizioni all'interno del Lombardia (inserito nel 1960 da Vinenzo Torriani, restò soltanto fino all'edizione del 1962 per poi venir rimosso in quanto la gara, con le spinte dei tifosi sui tratti più duri del Muro, risultava falsata. Verrà scalato - ed il termine è più che mai appropriato - dopo 168 chilometri e sarà la quarta di sei asperità sparse per i 251 km della corsa.
La partenza da Bergamo per celebrare il due volte vincitore di questa corsa, Felice Gimondi, che proprio domani compirà 70 anni. Dopo nemmeno 20 km si scollinerà sul Colle dei Pasta, dopo di che i corridori avranno dinanzi a sé una settantina di chilometri relativamente tranquilli. La seconda asperità sarà il Valico di Valcava, km 90.5: già lì chi non sarà in giornata faticherà a tenere le ruote dei migliori.
Chiuso un circuito attorno a Valcava, dove la selezione sarà netta, il gruppo si dirigerà a ovest per affrontare Colle Brianza dopo 134.9 km. Una volta conclusa salita e discesa, ci si dirigerà verso Sormano. Sfiorata Erba inizierà la salita verso la Colma di Sormano, abbordabile fino a quando il gruppo sarà obbligato a deviare in una stradina a sinistra ed in mezzo al bosco.
Lì inizieranno i 1700 metri del Muro di Sormano, salita che ha spaventato persino Joaquim Rodríguez, mentre a Vincenzo Nibali ricorda lo Zoncolan. Violenza fisica, con tante gambe che non vorranno più spingere (e con l'asfalto viscido sarà un problema anche alzarsi sui pedali nei punti più ripidi), e psicologica, con metri percorsi e da percorrere ben segnati sull'asfalto insieme a frasi celebri. Ad esempio quella di Gino Bartali: «Un passista non ha alternative. Deve arrivare ai piedi del Muro con almeno dieci minuti di vantaggio così poi se lo fa a piedi impiegando un quarto d'ora di più di quelli che lo fanno in bici arriverà con cinque o sei minuti di ritardo e potrà ancora sperare».
Oppure quella di Ercole Baldini, proprio un passistone, che a suon di spinte nel Lombardia del '62, l'ultimo con il Muro, stabilì il primato dell'ascesa in 9'24": «Non mi posso rendere conto del motivo per cui Torriani abbia voluto scegliere una novità di tale genere. Capisco che il Ghisallo non dava più le garanzie di selezione ma francamente è esagerato nel senso opposto. Questa salita è semplicemente bestiale , impossibile da percorrere». Sicuramente tra chi non proverà a difendersi troveremo Alberto Contador, in forma stupenda e reduce dalla vittoria alla Milano-Torino. Vero che il Muro di Sormano è a 82 km dal traguardo di Lecco ma, come ricorda Joaquim Rodríguez, «io ho perso una Vuelta a 60 km dall'arrivo...».
Giunti alla Colma chi avrà forze residue e lucidità potrà affrontare a tutta la discesa che porterà a Nesso (laddove con strada bagnata e pioggia battente Vincenzo Nibali cadde nel 2010, dicendo addio ad ogni speranza di vittoria). E di energie ne serviranno ancora, eccome, perché costeggiato il Lago di Como sino a Bellagio inizierà la classica e sempre impegnativa salita della Madonna del Ghisallo. Lì nel 2011 Nibali tentò il folle e geniale colpo di mano, anticipando i diretti rivali, a partire da Philippe Gilbert e provando ad involarsi verso Lecco.
L'azione solitaria fu molto bella ma venne annullata ben prima dell'ultima salita, che corrisponde a quella di domani, Villa Vergano. Troppa pianura, o meglio, troppi tratti che consentono il recupero agli inseguitori tra il Ghisallo e l'attacco di Villa Vergano, posto a 13 km dal traguardo. È probabile che lì, come nel 2011, si deciderà la corsa, perché la picchiata verso Lecco vedrà soltanto transitare chi, portatosi in testa, andrà per il successo. Visto quanto accaduto nel 2011, probabile che la soluzione da lontano non sarà molto gradita ai contendenti, a meno che il tempo inclemente ed altre condizioni particolari non stravolgano tutto.
Se la corsa si deciderà sul Villa Vergano un Gilbert iridato (ed in condizione "mondiale") potrebbe piazzare uno scatto dei suoi, cercando la terza vittoria al Lombardia. Valverde poteva essere un ottimo antagonista del vallone ma la febbre l'ha messo fuori causa e così la Movistar dovrà fare affidamento su Rui Costa e su un Giovanni Visconti che è parso in palla nelle ultime corse disputate. Contador è sempre un pericolo mentre outsider (ma nemmeno troppo) potrebbe esserlo Rigoberto Urán, che al Giro del Piemonte ha palesato una condizione molto buona, vincendo la semiclassica.
Molto atteso alla corsa lombarda sarà Vincenzo Nibali, che per un motivo o per l'altro non s'è mai imposto qui. Una vittoria in una Classica, in una stagione in cui sia a Sanremo che a Liegi lo Squalo dello Stretto ha tentato il colpaccio, sarebbe un bel modo per salutare la Liquigas. Da non sottovalutare l'armata Acqua e Sapone: Betancur in formissima ed un Danilo Di Luca che vuol tornare quello di qualche stagione fa potrebbero stupire e non poco (più l'abruzzese del colombiano, a dire il vero).
C'è spazio anche per il giovane Fabio Aru, mentre la Lampre avrà Damiano Cunego, vincitore di tre edizioni della corsa, oltre che Diego Ulissi, in grande spolvero a Superga. Tra gli italiani anche Domenico Pozzovivo potrebbe ben figurare, anche per il fatto che cerca un'ultima vittoria in maglia Colnago-CSF Inox. Attenzione sempre e comunque a Joaquim Rodríguez, che pur essendo uscito un po' scarico dalla Vuelta sa esaltarsi su rampe dalle pendenze elevate.
Una corsa storica, l'ultima vera Classica del 2012, arricchita da sei salite ed un Muro al limite dell'umano; tanti contendenti uno più forte dell'altro, un meteo che si annuncia difficoltoso. Insomma, con tutto il rispetto per lo svizzero Zaugg che si affermò nel 2011, il Giro di Lombardia di quest'anno difficilmente vedrà il successo di un carneade.
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