Parigi-Bruxelles 2012: Tom capitale del Belgio - Boonen, volata vincente su Renshaw e Freire. E Gatto ci prova...
- Parijs-Brussel - Paris-Bruxelles 2012
- Farnese Vini - Selle Italia 2012
- Katusha Team 2012
- Omega Pharma - Quick Step 2012
- Rabobank Cycling Team 2012
- Team Type 1 - Sanofi 2012
- Alessandro Bazzana
- Andreas Schillinger
- André Schulze
- Craig Lewis
- Francesco Lasca
- Georg Preidler
- Jean-Pierre Drucker
- Kenny Robert Van Hummel
- Kévin Thome
- Lars Ytting Bak
- Manuel Belletti
- Mark Renshaw
- Michael Van Staeyen
- Oscar Gatto
- Rafael Andriato
- Theo Bos
- Tom Boonen
- Óscar Freire Gómez
- Uomini
Una volata perfetta, ma è più che una volata. A Bruxelles Tom Boonen si mette alle spalle Mark Renshaw ed Óscar Freire e per uno che aveva dichiarato non troppo tempo fa di non voler più disputare troppi sprint è un gran risultato. Se contiamo che lo stesso Tom Boonen che oggi si è imposto allo sprint ha nel mirino quel Mondiale di Valkenburg che prima di un'ipotetica volata (che presumibilmente non ci sarà) vedrà i corridori affrontare il Cauberg ed altre colline più o meno impegnative del Limburgo, ecco che troviamo davanti a noi un corridore quasi all'apice della forma.
Quasi perché al Mondiale mancano ancora due settimane ed un giorno e Tommeke sicuramente avrà curato in ogni dettaglio la preparazione in vista della rassegna iridata, ma da quel che si può intravedere il ragazzo di Mol sta lavorando benone. Anche Freire, che non ha mai fatto mistero di voler puntare a quel Mondiale che affronta un Cauberg che lui saprebbe sicuramente domare, è parso in ottime condizioni e chissà che una vittoria alla rassegna iridata non possa davvero convincere il cantabro ad andare in pensione (ci crediamo poco o niente...).
La 92a edizione della Parigi-Bruxelles, una delle Classiche più antiche dell'intero calendario (e che peraltro mancavano a Boonen), ha avuto un inizio tutt'altro che soft. Partenza velocissima, tant'è che nella prima ora si registra una media di 48.4 km/h. Le squadre dei velocisti vogliono mantenere il controllo in vista del finale ma la fuga va via, con cinque uomini e nemmeno troppo pericolosi, come piace agli sprinter. I battistrada sono Lars Ytting Bak (Lotto Belisol), Craig Lewis (Champion System), Andreas Schillinger (Team NetApp), Georg Preidler (Team Type 1-Sanofi) e Kevin Thome (Wallonie Bruxelles-Credit Agricole). Raggiungono un vantaggio massimo di 7' ma da dietro gli squadroni iniziano a lavorare e così ecco i nostri cinque eroi che ritornano ad anticipare il gruppo di 2'30".
A 48 km dall'arrivo, in piena pianura e sotto un sole ben più che tiepido, l'austriaco del Team Type 1 - Sanofi, Georg Preidler, prova uno scatto. Inutile e decisamente telefonato, naturalmente, giacché i compagni di fuga si riportano su Preidler in un amen e la situazione ritorna come prima. Proprio come prima in realtà no perché l'accordo si rompe ed i fuggitivi vanno via via perdendo terreno.
A 35 km dall'arrivo il gruppo riprende Lewis, Schillinger e Thome, mentre Bak e Preidler restano in avanscoperta. Nell'arco di 23 km verranno raggiunti dal plotone, chiaramente indirizzato verso la volata di gruppo, anche perché ormai si è alle porte di Bruxelles. Non tutti però vogliono un arrivo a ranghi compatti. Un esempio? La Farnese Vini-Selle Italia di Luca Scinto ed Angelo Citracca, che giunge a questa corsa con un Oscar Gatto in forma spettacolare, oseremmo dire mondiale.
Il ragazzo di Montebelluna, veloce ma non certo in grado di competeere con dei top riders in un arrivo allo sprint, s'inventa perciò un'azione chiamata da giorni, invocata da Scinto, realizzata a metà: sull'ultima piccola asperità della corsa, il Keperenberg, allunga in compagnia di due uomini targati Saur-Sojasun. Restano allo scoperto per alcuni chilometri ma il gruppo, conoscendo l'astuzia e soprattutto la forma di Gatto, non gli lascia troppo margine.
Ripreso insieme ai compagni di fuga, Oscar rientra nei ranghi ma dà alcuni bei segnali in chiave azzurra. Ha dimostrato che su strappetti proprio simili al Cauberg è in grado di fare la differenza (lo aveva fatto vedere anche nell'arrivo di Merate al Giro di Padania, per non andare a ripescare la tappa di Tropea del Giro 2011, quando precedette nientemeno che Contador). Le caratteristiche di Gatto, insomma, si confanno perfettamente al Mondiale di Valkenburg, la forma lo sorregge eccome. Non vediamo come Paolo Bettini possa non convocare un uomo potenzialmente vincente come il portacolori della Farnese Vini-Selle Italia, un vero jolly da giocare, e che magari ti fa pure vincere.
Tornando alla periferia di Bruxelles, troviamo Omega Pharma (per Boonen) e Rabobank (per Bos ma con Renshaw da giocarsi) insieme alla Katusha (per Freire) in testa a tirare. La volata vede a destra Bos tirare la volata a Renshaw, quando ci si aspetterebbe tutto il contrario (l'ex pistard viene oltretutto dalla vittoria nella seconda tappa del World Ports Tour), Boonen che per un secondo prende le loro ruote ma che presto vede Freire dirigersi a sinistra e capire che Óscarito ne ha di più. Si accoda a lui, e così il nostro Manuel Belletti, in ottima posizione, si trova nella terra di mezzo ed al vento. Quando Boonen esce dalla scia di Freire si trova tra il cantabro e Renshaw, entrambi già lanciati a tutta.
La volata di Boonen, seppure all'occhio non sembri chissà che cosa, passa in tromba i due, con Renshaw che si dimostra prima punta troppo inaffidabile e Freire che chiude al terzo posto. Michael Van Staeyen resta ai piedi del podio seguito da Manuel Belletti e Jempy Drucker. Settimo posto per un altro italiano, Alessandro Bazzana, con André Schulze, Kenny Robert Van Hummel e Rafael Andriato a chiudere la top ten. Resta appena fuori Francesco Lasca, undicesimo. Deludono in molti, da Hutarovich (14°) a Démare (19°), fino a Bos, soltanto 36°. Rimandati costoro, vengono invece decisamente promossi gli atleti che, logicamente, hanno mostrato una grande condizione per i Mondiali: e allora spazio agli Oscar Gatto per i motivi sopra elencati, fino ad arrivare a Freire, che a Valkenburg sarà avversario ostico, anche se ogni anno sembra meno pericoloso e brillante. Per non parlare del vincitore, Tom Boonen.
Vincere in Olanda, su di un Cauberg che non ha mai domato, per un belga delle Fiandre già sarebbe meraviglioso. Farlo ad un Mondiale sarebbe la fine del mondo. Sicuramente Tom, che diceva che non avrebbe più sprintato ed invece le volate le sa ancora vincere, si è allenato per superare asperità come quelle del Limburgo, come il Cauberg, per intenderci. Conoscendo il ragazzo, sarà ben più di una mina vagante (e la tattica del Belgio, con Boonen e Gilbert, apre scenari dei più differenti e vincenti). Appuntamento tra due settimane ed un giorno a Valkenburg perché, come afferma Boonen, «nelle prossime due settimane sarò davvero concentrato sui Mondiali».