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Campionati Europei: Stricker argentata, strapotere Garner - Lucy s'impone tra le Juniores. Under 23: oro a Jan Tratnik | Cicloweb

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Campionati Europei: Stricker argentata, strapotere Garner - Lucy s'impone tra le Juniores. Under 23: oro a Jan Tratnik

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La Campionessa europea delle Juniores Lucy Garner tra la nostra Anna Stricker (a sinistra) e Kirsten Coppens (a destra) © zeeland2012.nl

Prima o poi doveva succedere. Per cinque edizioni consecutive dei campionati europei avevamo sentito risuonare l'Inno di Mameli al termine della gara riservata alle Donne Juniores, a celebrare splendide generazioni di talenti capaci di finalizzare come meglio non si potrebbe un lavoro frutto di compattezza e comune spirito di sacrificio. Dopo un lustro dorato stavolta non ce l'abbiamo fatta, vediamo gli altri esultare, anche se l'obiettivo è stato nuovamente vicino dall'esser centrato. E allora rendiamo i giusti meriti dopo quanto accaduto nella mattinata di Goes, con le Juniores ad aprire, appunto, l'ultima giornata di gare: applausi convinti e ammirati nei confronti di Lucy Garner, bionda freccia britannica che già ci fece lustrare gli occhi a Copenaghen con una volata strepitosa che le valse la maglia iridata e che, prima di firmare quest'oggi il sontuoso bis (solamente la danese Mie Bekker Lacota, atleta tanto talentuosa quanto brillante di luce di meteora, visto che al suo approdare tra le Elite la vedemmo all'opera solo per pochi mesi, seppe conquistare anche l'europeo da campionessa del mondo in carica), aveva saputo ottenere grandi soddisfazioni anche in pista, dal momento che appena un mese fa ad Anadia se ne tornò a casa con due maglie blu stellate di campionessa europea (nell'inseguimento a squadre e nello scratch).

Era la favorita d'obbligo su un percorso per nulla selettivo come quello olandese ed era difficile che la vittoria potesse sfuggirle. Certo, i titoli in bacheca aumentano di pari passo con le pressioni e le aspettative ma visto quanto fatto dai britannici a getto continuo sui velodromi non ci stupiremmo nel vederla in un futuro molto prossimo protagonista di qualche palcoscenico importante. Ma proprio ora, nel momento della sconfitta, non possiamo non rendere l'onore delle armi alle azzurrine di Salvoldi e ad Anna Zita Maria Stricker, che la maglia blu stellata stava per vederla veramente da vicino ma che si è dovuta accontentare della medaglia d'argento. Di certo la biondissima altoatesina non verrà ricordata da ora in avanti come colei che ha fallito, anche perchè non renderemmo giustizia alla sua annata fin qui ottima (titolo italiano conquistato e varie affermazioni) ma come colei che ha contrastato fino all'ultimo metro una degnissima avversaria che si è rivelata la più forte non solo sulla carta. E poi, detto francamente: se l'interruzione dell'egemonia europea dovesse significare una giornata ancor più trionfale tra poco più di un mese, sempre in terra olandese ma in quel di Valkenburg beh...il baratto non potrebbe apparire poi così svantaggioso.

L'Italia comunque c'è stata anche quest'oggi, non si è limitata a recitare passivamente il ruolo della comparsa ed ha saputo movimentare la gara nel tentativo di portar via un gruppetto che potesse magari giocarsi le proprie carte fino in fondo. La prima a provarci è stata Ana Maria Covrig ad una trentina di chilometri dalla conclusione, dopo che la prima parte di gara era scivolata via senza sussulti: un'azione interessante quella della forte passista lombarda, tanto più che a lei si sono accodate altre due ragazze molto valide sul passo come la francese Bourdiaux e la russa Dobrynina ma, dopo aver guadagnato una decina di secondi, il terzetto è stato riassorbito dal gruppo, sotto l'impulso della nazionale olandese. A quel punto è la ligure Ilaria Sanguineti a provarci assieme ad un'altra transalpina, vale a dire Julie Boucher, ma anche questo tentativo non ha fortuna perchè il gruppo (con le ragazze del Belgio in avanguardia) ricuce anche in questa occasione. Si arriva così all'ultima tornata e sono ancora in tre a provarci, anche se in questo caso l'Italia resta fuori dal tentativo: vanno infatti via la svizzera Baur, la polacca Pietrzak e l'olandese Zijlaard, capaci di guadagnare fino a 20 secondi di vantaggio e questa volta sono proprio le azzurre ad incaricarsi di chiudere. Ci si avvicina verso il probabile epilogo in volata ma prima una caduta generale spezza irrimediabilmente il plotone (dopo che già in precedenza altri capitomboli si erano verificati nel circuito tortuoso di Goes, con alcuni tratti da percorrere anche su pista ciclabile): a farne le spese sono purtroppo anche le azzurre con Gloria Boldrini, Michela Pavin e Nicole Dal Santo (tutte in grado di dire la loro in caso di arrivo allo sprint) coinvolte e costrette a concludere anzitempo la loro gara. Mettiamoci anche che Arianna Fidanza e Lisa Gamba, altre due atlete molto veloci e capaci quindi di rendersi pericolose nell'arrivo a ranghi compatti (mentre, ad onor di cronaca, segnaliamo che la bresciana Coffinardi, atleta molto veloce e particolarmente in forma nell'ultimo periodo, è stata designata come riserva) restano attardate e capiamo come i piani azzurri debbano inevitabilmente essere ridisegnati. Superato l'ultimo chilometro restano in una decina a giocarsi il titolo e tra le azzurre c'è Anna Stricker, pure dotata di uno spunto veloce notevole. La campionessa italiana della Vecchia Fontana ci prova, fa tutto il possibile negli ultimi metri ma contro lo spunto della Garner nulla può, per cui vittoria alla britannica e medaglia d'argento per la nostra. Il podio è completato dall'olandese Kirsten Coppens davanti alla connazionale Van Baarle. Sicuramente molte recriminazioni sull'esito finale le può avere il Belgio della vice-campionessa del mondo Jessy Druyts (argento un anno fa ad Offida) che piazza ben 3 atlete dal quinto al settimo posto: la Kopecky (già bronzo a cronometro), la Vandermeulen e proprio la Druyts mentre la svizzera Baur, l'ucraina Shynkarova e la spagnola Gonzalez completano la top-10. A breve distanza termina anche la generosa Sanguineti, distanziata di 4", in dodicesima posizione.

Non restava quindi che la gara degli Under 23 del pomeriggio sui 172 chilometri del tracciato (8 le tornate previste), per cercare di conquistare l'ultimo titolo europeo disponibile ma anche in questa situazione per i colori azzurri non c'è stato nulla da fare: a vincere ed aggiudicarsi il titolo è stato infatti lo sloveno Jan Tratnik, che così in un pomeriggio d'agosto torna pienamente alla ribalta degli addetti ai lavori. Molti infatti ricorderanno lo stupendo assolo solitario con cui due anni fa seppe aggiudicarsi a Roma il Gran Premio Liberazione, prestazione che contribuì a fargli trovare un ingaggio nel professionismo nella Quick Step. Forse però non era ancora il tempo, l'ardimentoso Jan non era ancora pronto del tutto per il confronto con i grandi e così la nuova discesa di un gradino, presso una Continental del suo Paese (la Radenska, per la precisione), poteva rappresentare il passo giusto per poter risalire la china senza troppe pressioni. Il titolo europeo di quest'oggi inevitabilmente ci riconsegna un corridore spavaldo, capace di attaccare a diversi chilometri dall'arrivo (poco meno di cinquanta) ma di saper resistere molto bene al ritorno del gruppo, sfruttando le ottime doti sul passo. Di certo, specie nell'ultima tornata, un aiuto decisivo è giunto anche dal lettone Flaksis, altro corridore che di prendere vento in faccia non ha certo timore (fu terzo lo scorso anno nel Fiandre vinto da Puccio) e così l'aver mantenuto il vantaggio nell'ordine dei 25-30 secondi si è rivelato determinante per far sì che i giochi per il successo fossero ristretti a soli due candidati (con lo sloveno che ha poi facilmente avuto ragione del lettone).

In precedenza vari tentativi di fuga (Safonau, Gonzales, Chavanne, Dillier, Lampaert, Jurado, Bennet, Siskevicius tra i tanti a cercare l'avanscoperta), con un interessante drappello di una decina di atleti riuscito ad evadere dal gruppo a meno di 60 dall'arrivo (presenti tra gli altri il britannico Rowsell, il norvegese Breen e l'azzurro Simion), prima del nuovo rimescolamento, di alcune cadute che hanno inevitabilmente spezzato il gruppo (tra gli attardati poi sul traguardo anche Sonny Colbrelli, l'unico professionista schierato al via dall'Italia) e l'azione di Tratnik che ha finito per scombinare i piani di molti. L'Italia si è prodigata, al pari delle altre nazioni interessate a concludere la corsa in volata ma alla fine Nicola Ruffoni ha potuto racimolare solamente un quinto posto, dal momento che la volata del gruppo (giunto con un ritardo di 11") per il bronzo se l'è aggiudicata un altro atleta di casa, vale a dire Wouter Wippert, che ha preceduto lo svedese Bertilsson ed il bresciano della Colpack. Ha concluso nei dieci anche l'atteso Niccolò Bonifazio (nona posizione con lui), che assieme al belga Jans, l'irlandese Bennett, l'altro lettone Smirnovs ed il portoghese Silvestre è andato a comporre la top ten di questa edizione. Oltre ai già citati Simion e Colbrelli (entrambi giunti a 32"), hanno concluso la prova anche i due Trevigiani Scartezzini (a 37") e Coledan (a 50") mentre si è ritirato l'altro velocista Andrea Dal Col.

Dopo sei stagioni quindi (non accadeva dal 2006) l'Italia conclude la rassegna senza aver conquistato alcun titolo europeo, portando a casa due argenti (della sopracitata Stricker e della Guarischi in ambito femminile) e due bronzi per merito di Davide Ballerini, terzo nella prova di ieri tra gli juniores e di Elisa Longo Borghini nella cronometro Donne Under 23. Il tracciato olandese, sferzato spesso dal vento e reso insidioso anche dalla tortuosità di alcuni tratti, non era probabilmente il più congeniale per le aspirazioni azzurre, tuttavia l'essere stati protagonisti e l'aver sfiorato il successo anche in più di un'occasione deve comunque far guardare in maniera positiva al futuro. Una nuova occasione infatti chiamerà all'azione le nostre nazionali a metà settembre. Il luogo sarà sempre olandese (Valkenburg) ma in ballo ci sarà una maglia iridata. Che qualche amarezza potrebbe indubbiamente cancellarla.

Vivian Ghianni

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