Tour of Qatar 2012: Cavendish bagna l'iride e il 2012 - Ventagli, poi Mark brucia il leader Boonen
- Tour of Qatar 2012
- Bridgestone Anchor 2012
- Champion System Pro Cycling Team 2012
- Farnese Vini - Selle Italia 2012
- Garmin - Sharp 2012
- Katusha Team 2012
- Liquigas - Cannondale 2012
- Lotto Belisol Team 2012
- Omega Pharma - Quick Step 2012
- Sky ProCycling 2012
- Adam Blythe
- Aidis Kruopis
- Alexandre Lemair
- Aliaksandr Kuchynski
- Andrea Guardini
- Bernhard Eisel
- David Boucher
- Fabian Cancellara
- Gert Steegmans
- Greg Van Avermaet
- John Degenkolb
- Mark Cavendish
- Mark Renshaw
- Mart Ojavee
- Mehdi Sohrabi
- Mikhail Ignatiev
- Nikolas Maes
- Philippe Gilbert
- Robert Hunter
- Robert Wagner
- Rüdiger Selig
- Tom Boonen
- Tyler Farrar
- Uomini
L'abbiamo detto e ridetto, scritto e riscritto: in Qatar è più facile che sia il vento a fare la differenza, che non una cronosquadre o i semplici abbuoni. Oggi arriva una prima parziale conferma a quest'assunto: conferma perché negli ultimi 30 km i ventagli hanno movimentato per benino la corsa, lasciando in avanscoperta una trentina di uomini svegli; parziale perché, nonostante ciò, la classifica non è cambiata, e Tom Boonen conserva la maglia gialla di leader.
Ma la notizia del giorno è in fondo un'altra: a vincere è stato Mark Cavendish; e va bene, questa evenienza accade molte volte durante una stagione, quindi non è che sia chissà quale notizia. Lo è, però, nella misura in cui quella di oggi allo Stadio di Al Gharafa è la prima affermazione del britannico con indosso le insegne iridate da Campione del Mondo.
Non aveva del resto avuto grosse chance di bagnare quella preziosa maglia nel 2011, visto che dopo il Mondiale lo avevamo visto giusto per onor di firma al Giro del Piemonte e, senza voglia alcuna, alla Parigi-Tours; e in questo 2012 l'uomo di Man ha atteso febbraio per esordire, e il Qatar con le sue volate assicurate. È partito maluccio, raffreddato-con-febbre, ma ha smaltito in fretta tutti i malesseri, se è vero che già al terzo giorno lo ritroviamo a braccia alzate davanti ad avversari certo più rodati di lui.
La tappa era stata animata sin dalle prime battute da una fuga a quattro, con Ignatiev, Lemair, Ojavee e Sohrabi: il primo è una vecchia conoscenza delle azioni senza speranza, ma ha sempre un posto caldo in Katusha; il secondo è un francesino di 23 anni che ha trovato un ingaggio nella Bridgestone dopo non aver lasciato grosse tracce fin qui tra i pro' (un paio di secondi posti in corse di secondo piano nel 2009); il terzo è un esperto corridore da Continental baltiche, al suo secondo anno in Champion System; e il quarto è stato uno dei nomi caldi del mercato, conteso da più squadre (infine la spuntò la Lotto) visto che facevano gola i punti UCI da lui conquistati nel 2011 nel circuito asiatico: e visto che in Asia siamo, ecco che il 30enne iraniano ha battuto un colpo.
Che i quattro, tuttavia, non avessero grandi velleità, lo si è capito abbastanza presto, e quando la tappa è entrata nel vivo grazie al vento e alla Garmin che ha dimostrato di saperne usare al meglio, l'azione dei battistrada era ormai al lumicino.
A 30 km dal traguardo il citato ventaglio: fuori da esso, la Liquigas e la Farnese, purtroppo per i tifosi italiani; dentro, bene o male tutti i più forti di questo Tour of Qatar, a partire da un Boonen iperreattivo (scortato dal solito Steegmans), proseguendo con Renshaw, Farrar, Gilbert, Blythe, Cancellara, Van Avermaet, chiudendo con Cavendish.
I poco più di 30 uomini del ventaglio hanno subito scavato un buon margine sul resto del gruppo (a sua volta diviso in due tronconi), e ai -25 hanno agguantato anche i fuggitivi della prima ora. Da lì allo sprint conclusivo, il passo è stato piuttosto breve. Con Lotto e Garmin molto attive nel finale, anche la Omega Pharma è stata in grado di mettere un suo uomo davanti (Maes) poco prima dell'ultimo chilometro. Il problema per il team di Lefévère era che Boonen era rimasto intruppato nelle retrovie, e all'uscita dall'ultima rotonda, a circa 500 metri dal traguardo, il belga era più o meno in quindicesima posizione.
In quel mentre, la Garmin dava la sensazione di poterlo gestire al meglio, questo sprint, con Fischer che aveva dato il cambio a Hunter alla cui ruota c'era Farrar; allo stesso modo, Cavendish, ben riparato da Eisel, era in agguato poco distante. A quel punto, il capolavoro di Steegmans, che di forza ha trainato il suo capitano facendogli recuperare in un lampo 10 posizioni buone, e lanciandolo ai 200 metri. Boonen non se l'è fatto ripetere due volte ed è partito, potentissimo.
Farrar a sua volta s'è disunito quasi urtando Kruopis, che ben teneva la ruota di Tom con alle spalle Kuschynski. Ma da dietro, come una furia, ecco Cavendish, che ai 150 metri ha saltato lo stesso Kruopis e, dopo un attimo di scia da Boonen, ha scartato alla destra del belga per bruciarlo nel finale: la maglia gialla ha provato con tutto se stesso a respingere la rimonta dell'uomo Sky, ma ha dovuto arrendersi, smettendo pure di pedalare ai 20 metri, tanto aveva esaurito le energie.
Terzo si è piazzato un comunque bravo Kruopis, quindi Renshaw, Degenkolb, Farrar, Selig, Boucher, Wagner e Kuschynski. Il gruppo di Guardini e soci è giunto con quasi un minuto e mezzo di ritardo. In classifica Boonen riprende 6" su Farrar (che ieri l'aveva appaiato), mentre al terzo posto irrompe Cavendish, a 8" da Tom. Domani, Al Thakhira-Madinat Al Shamal, il programma non cambierà: sui 144 km della quarta tappa vedremo sabbia, fuga, vento, eventualmente ventagli, quasi sicuramente uno sprint finale: è il Qatar, bellezza!