Tour Down Under 2012: Freire-Katusha, è subito feeling - Óscar vince, Greipel salta, Kohler torna primo
- Tour Down Under 2012
- BMC Racing Team 2012
- Garmin - Sharp 2012
- Katusha Team 2012
- Lampre - ISD 2012
- Lotto Belisol Team 2012
- Movistar Team 2012
- Orica - GreenEDGE 2012
- RadioShack - Nissan 2012
- Alejandro Valverde Belmonte
- Alessandro Petacchi
- André Greipel
- Blel Kadri
- Borut Bozic
- Christian Henn
- Christopher Sutton
- Daniele Bennati
- Edvald Boasson Hagen
- Fabio Sabatini
- Gatis Smukulis
- Gerald Ciolek
- Gregory Henderson
- Jack Bauer
- Jacopo Guarnieri
- Javier Moreno Bazán
- Jay McCarthy
- José Joaquín Rojas Gil
- Kenny Robert Van Hummel
- Linus Gerdemann
- Luca Paolini
- Manuel Belletti
- Mark Renshaw
- Martin Kohler
- Matteo Montaguti
- Matthew Harley Goss
- Michael Matthews
- Robbie McEwen
- Robert Hunter
- Rohan Dennis
- Rubén Pérez Moreno
- Simon Gerrans
- Tiago Jose Pinto Machado
- Yauheni Hutarovich
- Óscar Freire Gómez
- Uomini
Se i finanziatori della Katusha lo scorso anno non erano stati troppo contenti dei risultati ottenuti dalla squadra gestita da Andrei Tchmil, bisogna dire che il nuovo corso del tem russo, con Christian Henn in cabina di regia, si ammanta di prospettive del tutto diverse dal vecchio, se già al quarto giorno di gare ufficiali arriva il successo. E che successo, va aggiunto: il primo con la nuova maglia per Óscar Freire, uno che con la vittoria ci sa flirtare da quasi 15 anni, e che inizia veramente col piede giusto la nuova avventura, dopo aver regalato per quasi un decennio gioie alla Rabobank.
La frazione di Tanunda, la quarta del Tour Down Under, non doveva in verità dire più di tanto, almeno sulla carta; ne è venuto fuori un ribaltone generale, col vecchio leader André Greipel messo fuori causa da un bell'attacco della Movistar nel finale, e con Martin Kohler tornato a vestire la maglia ocra del capoclassifica.
Per i primi 100 (su 130) km della frazione, in effetti, lo svolgimento è stato esattamente quello che ci si sarebbe potuti attendere: svariati tentativi d'attacco sin dai primi colpi di pedale (tra gli altri, attivi Paolini e Montaguti), corsa tenuta cucita fino al primo sprint con abbuoni, a Kersbrook al km 25, e volatina con Greipel che, forte del ruolo di dominatore della corsa, ha battuto Matthews e Rojas, guadagnando tre nuovi secondi alla propria causa.
A quel punto, saziata la voracità degli sprinter da classifica, la fuga del giorno ha avuto via libera: a comporla, McCarthy, Pérez Moreno, Kadri e Smukulis (passati nell'ordine al Gpm di Smith Hill, sulle cui rampette hanno attaccato al km 30), un quartetto che ha messo insieme fino a 4'05" di vantaggio massimo (toccato al km 45, ovvero a 85 dalla fine), ma che si è presto visto erodere quel margine dal lavoro della Lotto del solito Greipel, e dall'intervento episodico della Garmin. Quando poi anche la Lampre, ai -40, ha messo davanti qualcuno dei suoi, ecco che l'azione dei 4 è stata annullata e il gruppo è tornato compatto, ai -29.
Giusto il tempo di una trenata GreenEDGE, ed ecco che, sulla salita di Mengler's Hill (segnata col bollino di 1a categoria dagli organizzatori), la Movistar, come detto più su, ha messo i suoi uomini ad aumentare l'andatura, rendendo la medesima insostenibile per molte ruote veloci del plotone; e tra queste, quelle di Greipel si sono clamorosamente ingolfate, lasciando il loro fruitore a boccheggiare a fondo gruppo, e poi un po' staccato, e poi via via più lontano, e quindi senza più speranze nel momento in cui, nei pressi della cima, il giovane Rohan Dennis ha proposto un bel contrattacco in testa.
Il ragazzino australiano è transitato per primo al Gpm (conquistando la maglia di migliore scalatore, maglia che fin qui ha cambiato spalle ogni giorno), davanti a Javier Moreno, Gerrans, Machado, Bauer e Gerdemann, ma a quel punto la prima parte del gruppo, formata da meno di 50 unità, si è ricompattata e ha iniziato a menare fendenti all'indirizzo di chi aveva perso il treno buono, sicché Greipel e un notevole numero di altri velocisti pregiati (col tedesco avevamo Hutarovich, Henderson, Sabatini, Petacchi, Belletti, Sutton, Renshaw, Guarnieri; ancora più indietro Goss, Bozic, Van Hummel, McEwen, Hunter) per un po' hanno disperatamente provato a rientrare, ma quando hanno capito che proprio non era aria si sono rialzati arrendendosi all'evidenza della giornata no.
Tra le formazioni più motivate a tirare, ovviamente la BMC di Martin Kohler, secondo della classifica e proiettato a rivestire la maglia di leader; buono anche l'impulso di una RadioShack che non sta facendo mancare un discreto appoggio quotidiano a Bennati. Ma nel confronto conclusivo, ridotto a una decina di uomini veloci, chi si è imposto, regalando un rinnovato saggio della sua specialità (ovvero lo spuntare dal nulla sul rettilineo finale) è stato il grandissimo Oscarito, che non vinceva da febbraio 2011 (tappa alla Ruta del Sol) e che ha bruciato Ciolek, Bennati, Boasson Hagen e un Matthews che non è riuscito ad agganciare nemmeno un piccolo abbuono che gli permettesse di scavalcare Kohler: e forse per il simpatico, istrionico Bling, è sfumata così l'occasione di vestirsi di ocra almeno per un giorno, visto che la frazione di domani potrebbe risultargli indigesta.
A Willunga Hill, sede d'arrivo della quinta tappa, saranno infatti chiamati all'azione quei corridori da strappetto che in questa edizione del Down Under stanno trovando terreni un po' più consoni alle proprie gambe. In classifica ci sono 11 ciclisti nello spazio di 10" (ovvero lo spazio coperto dall'abbuono in palio per il vincitore della tappa), e Kohler (che comunque sta facendo cose davvero egregie in Australia) dovrà difendersi dallo spunto di gente come Gerrans e Boasson Hagen (che hanno 8" di ritardo e che sono tra i principali favoriti per domani), anche se a poter vincere a Willunga saranno in tanti, anche più indietro nella generale; e anche se, tra tutti, il nome che evocherebbe le suggestioni maggiori è quello di un certo Alejandro Valverde.