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Coppa del Mondo Namûr 2011: Nys, il riscatto è presto servito - Sven trionfa dopo la delusione di Essen

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Sven Nys nel fango di Namûr © sport.be.msn.com - BelgaSi respira aria di grande ciclocross anche in Vallonia dove, sul circuito ammorbidito di Namûr, torna in scena la Coppa del Mondo. Nelle passate edizioni la cittadella francofona aveva offerto a corridori e pubblico un tracciato durissimo, reso quest'anno più semplice forse per entrare nella massima challenge internazionale, forse per uniformarsi in parte alla moda ormai imperante dei percorsi veloci e tecnici. E quello di Namûr tecnico lo è sempre stato, con le sue discese ripidissime capaci di mettere a dura prova le doti da equilibristi delle star del cross. In compenso la pioggia dei giorni scorsi ha lasciato in eredità un terreno fangoso che ha comunque reso la gara assai dura e di conseguenza, come spesso accade in queste occasioni, bellissima.

Al via è il campione di Francia Francis Mourey a mettersi in testa, mentre alla solita partenza lenta di Niels Albert si aggiunge quella da bradipo di Lars Boom. L'olandese, ex iridato di specialità, ormai convertito alla strada praticamente a tempo pieno, fa il suo esordio stagionale facendo capire subito che forse sarebbe stato meglio iniziare con una gara di livello un po' più basso, se non altro per salvaguardare il blasone e il talento di quello che rimane in ogni caso un atleta fuori dal comune. Poi proprio per questo, per via della mentalità da campione che porta a sfide sempre massime, anche quando sono razionalmente impossibili, si capisce perché Boom voglia correre in Coppa e non magari in una più modesta prova di categoria nazionale, ma le gambe per ora - inevitabilmente - rimangono quelle di uno stradista che ha ripreso da poco la bici in preparazione della stagione su strada. Così non c'è da stupirsi se per buona metà gara lo vediamo arrancare intorno alla quindicesima posizione, quasi sempre in compagnia del nostro Enrico Franzoi fra l'altro, per poi - una volta finite le energie - affondare fino alla ventottesima posizione finale a oltre quattro minuti dal vincitore.

Se, come si intuisce dalle righe precedenti, la prova di Franzoi è stata decisamente incolore, bisogna dar merito a Elia Silvestri di un primo giro ad altissimo livello, che lo vede a lungo in seconda posizione alle spalle di Mourey. Poi, nel lungo e scivoloso tratto in fango verso il finire della tornata, paga una sbandata di Klaas Vantornout che lo fa prima frenare e poi cadere. La caduta in sé non sembra niente di particolare, ma probabilmente finisce per danneggiare in maniera irreparabile la bici, tanto che l'azzurro già al primo passaggio sotto il traguardo è praticamente scomparso dai primi venti (e finirà per fermarsi, doppiato, a metà gara).

La prima metà della corsa mostra uno Zdenek Stybar finalmente pimpante, e la solita schiera di fiamminghi a farla da padroni: Tom Meeusen è spesso in testa a fare il ritmo, Sven Nys e Niels Albert sono sempre vigili, Vantornout appare in grande spolvero, Kevin Pauwels corre di rimessa e sembra non essere in grande giornata - per quanto spesso dia questa impressione per poi accelerare nella seconda metà della gara. Ma anche i francesi mostrano una squadra di livello, affiancando al già citato Mourey lo scalatore John Gadret, Matthieu Boulo e soprattutto il giovane Aurelien Duval. Quest'ultimo, al ritorno ad alti livelli, si dimostra forte e sicuro nella parte centrale della gara, quando lo vediamo spesso in testa davanti ai mostri sacri della specialità. Nel finale pagherà qualcosa, ma in ogni caso conferma di avere delle doti non indifferenti.

È però la seconda parte della corsa quella più affascinante: la selezione la fa il fango che rende il tracciato durissimo, e poco a poco il gruppetto dei migliori si assottiglia, lasciando a sfidarsi solo quelli con più gambe, cioè il Campione del Mondo e i cinque fiammighi. Nys, che dopo la sfortuna di Essen oggi cambia bici quasi ad ogni giro, patisce comunque una foratura che gli costa una quindicina di secondi, ma riesce a rientrare dimostrando a tutti che anche se gli anni passano lui è sempre fortissimo. Pauwels fora a sua volta, ma la sua dozzina di secondi di svantaggio diventano un fardello che compromette le sue chance di successo, e per una volta l'impressione di averlo visto sotto tono non si rivela sbagliata. Stybar intanto attacca più volte ma non riesce a fare vera selezione, mentre Vantornout segue con apparente facilità chiunque allunghi.

All'ultimo giro è però Albert ad attaccare con veemenza, trovando la prima vittima in un Meeusen che già da tempo stava facendo l'elastico. Anche l'iridato Stybar concede alcuni metri, che presto però si moltiplicano abbastanza da diventare, per lui, decisivi in negativo. Non contento, Albert accelera ancora. Il campione nazionale belga appare potentissimo nella sua azione, capace di involarsi verso il successo. Vantornout paga un metro dopo l'altro, e Nys è a sua volta costretto a lasciare un lieve margine al connazionale. Ma il vecchio campione si dimostra ancora una volta immenso, tenendo sempre il giovane rivale a tiro nell'attesa che il suo forcing finisca, raggiungendolo e poi saltandolo giusto poco prima di entrare sul rettilineo finale, in una ultima tornata emozionante e di rara spettacolarità. Dietro a un Nys trionfante e a un Albert comunque eccelso, completa il podio Vantornout, mentre Pauwels recupera su Stybar e Meeusen che nel frattempo hanno in buona sostanza mollato. Staccatissimi tutti gli altri, coi francesi Mourey, Duval e Gadret a completare la top ten, intervallati dal solo Bart Aernouts, nono. Franzoi, primo degli italiani, è ventesimo a tre minuti.

Nella generale di Coppa Nys balza in testa, anche se con appena cinque punti di vantaggio su Pauwels, in quella che si annuncia come una sfida molto serrata e che continuerà il giorno di Santo Stefano a Zolder.

Gianluca Colloca

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