Ciclismo in crisi: Lombardia 2012, data scelta da RCS - Vegni: «Ci spostiamo per via del Tour of Beijing»
Versione stampabile«Sono dell'idea che non si possa giudicare una cosa prima di averla vista. E non penso nemmeno che si debbano accollare tutte le colpe all'UCI».
Il sole, dopo aver scacciato la nebbiolina paratasi poche ore prima davanti al Museo dei Campionissimi di Novi Ligure, si accovaccia dietro alle colline. Scende la sera, Daniel Moreno ha appena vinto il suo primo Giro del Piemonte ed a parlare, fissato da due busti di Costante Girardengo e Fausto Coppi, non è il ciclista della domenica ma Mauro Vegni, Direttore Operativo di RCS Sport.
Giudicare dopo aver visto, non caricare l'UCI di tutte le colpe: la risposta giunge, non senza un attimo di imbarazzo, alla domanda sullo spostamento del Giro di Lombardia a fine settembre 2012. Molto si è scritto e si è detto in questi giorni, a tal proposito: che sarà la Classica delle foglie morte senza foglie morte, il Mondiale d'autunno che verrà corso a ridosso dell'estate, che il caldo che la Lombardia potrebbe dispensare in un 29 settembre come quello appena passato potrebbe decidere le sorti di una gara affascinante. Naturalmente è di pubblico dominio che non sia solo un fattore climatico, un'atmosfera particolare, a destare scalpore, talvolta indignazione, in buona parte di chi il ciclismo lo vive, o soltanto lo ammira, di chi lo pratica e lo organizza.
Mauro Vegni è un uomo positivo e propositivo, la cadenza laziale precede una massima determinazione in ciò che porta avanti. Sa quel che fa, insomma, ed è tuttavia consapevole che questa scelta di calendario abbia attirato le critiche più aspre sull'UCI e su RCS, il primo organizzatore di corse in Italia. Una gara storica come il Giro di Lombardia snaturata dal cambio di collocazione non è stato un bel sentire per i più. E allora Vegni si precipita a spegnere il focolaio divenuto in pochi giorni vasto incendio: «Naturalmente c'è la tradizione ma bisogna anche guardare al lato pratico delle cose. Giudichiamo tra un anno questo Giro di Lombardia con un percorso rinnovato e la collocazione a fine settembre», ripete come un mantra. Ma non c'è solo questo.
La stanchezza per un tour de force appena iniziato («Gran Piemonte, Lombardia e presentazione del Giro, vogliamo che tutto vada per il meglio») non gli impedisce di approfondire. «La scelta di spostare il Lombardia è stata di RCS. Senza stravolgere le tradizioni bisogna prendere atto che il mondo, e con esso il ciclismo, sta cambiando. Prima il ciclismo era eurocentrico, oggi non è più così. Ci sono gli Stati Uniti, presto arriverà la Russia. E poi c'è la Cina...».
Già, la Cina. Si è additato come movente per il "delitto" del Lombardia il neonato Tour of Beijing. Corsa che vive ancora sui fasti delle Olimpiadi, che ha più smog che spettatori ma che l'UCI ha spinto molto perché entrasse sin dalla prima edizione nel World Tour. Ed infatti vi è entrata. Sono cose che càpitano quando il figlio di Pat McQuaid, David, è tra gli organizzatori dell'evento.
C'è una Société Anonyme, la Global Cycling Promotion, sede ad Aigle, che fa capo ad Alain Rumpf, un passato nella stanza dei bottoni dell'UCI ed uno strettissimo contatto con il massimo organismo che governa il ciclismo. Promozione del ciclismo globale, si traduce così. E David McQuaid, guarda caso, si occupava e si occupa della promozione del ciclismo in aree ancora poco sviluppate dal punto di vista delle due ruote. Ha spinto per affiancarsi (in qualità di promoter) al Tour of Langkawi ed al Tour of India, ora ha pressato perché si corresse - e come gara World Tour - il Tour of Beijing. Detto, fatto!
Vegni è uomo di mondo e sa che «dato che il Tour of Beijing non si può non fare, abbiamo deciso noi di spostarci. Non si può rischiare e mettersi contro un colosso come ASO». Che, detto per inciso, è la stessa ASO che organizza il Tour de France e, in quel di Beijing, si è occupata delle operazioni concernenti la gara. Chiosa Vegni, tutto soddisfatto: «A me questo Lombardia il sabato dopo il Mondiale sa tanto di rivincita. Avremo tutti i corridori reduci da Valkenburg - un Mondiale tosto - alla partenza. Chi sarà rimasto scottato in Olanda vorrà rifarsi subito e quale miglior occasione del Lombardia? Invece li voglio proprio vedere quest'anno, i corridori...».
Insomma, per il Lombardia di sabato Mauro Vegni prevede spettacolo, «anche se il percorso è nuovo e tutto da collaudare», ma anche una grande stanchezza. Chi, come Gilbert, ha corso al massimo per quasi tutta la stagione ed arriva ad ottobre comprensibilmente indebolito e chi, come Cunego o Samuel Sánchez, potrebbe patire i postumi delle sei ore di jet lag tra Beijing e Lecco. Non un momento ideale per organizzare una corsa impegnativa come il Lombardia, ad avviso di Vegni.
Balza agli occhi il calo d'interesse che, dopo il 29 settembre 2012 (data in cui è previsto anche il Memorial Pantani, che verrà giocoforza spostato), potrebbe patire il ciclismo. La Parigi-Tours è una Classica di nome ma non rientra nel World Tour come invece la corsa di Beijing, non certo nei cuori della gente come gara che chiude una stagione. E il trittico Sabatini-Emilia-Beghelli che rischia di perdere altri protagonisti di nome che chiuderebbero la stagione al Lombardia. E la stessa RCS, che ha voluto questo spostamento, potrebbe aver attuato una tattica suicida, in quanto Milano-Torino e Giro del Piemonte sono in programma dieci giorni più avanti, rispettivamente il 10 ed 11 ottobre.
Qui Vegni cala l'asso nella manica e risponde prontamente: «Non è un problema, perché noi organizzeremo Milano-Torino e Gran Piemonte nella stessa settimana. E al culmine, il sabato dopo il Mondiale, ci sarà il Lombardia». Ora, ammesso e non concesso che la Mi-To (la Classica più antica d'Italia) venga disputata nel 2012, ci troveremmo comunque di fronte ad una serie di gare notevole, quasi massacrante.
I Mondiali di Valkenburg, per molti l'appuntamento clou di una stagione, si disputeranno il 23 settembre (con la cronosquadre il 16 e la cronometro individuale il 19). Quindi, superata la fatica fisica e psicologica della domenica, si riparte con la Milano-Torino al mercoledì, ipotizziamo, ed il giorno seguente il Giro del Piemonte. Ed al sabato «tutti i corridori saranno più freschi» a giocarsi il Lombardia. Siamo proprio sicuri che i corridori saranno così freschi? A meno che Mi-To e Piemonte non vengano disputate nei giorni immediatamente successivi al Lombardia...
Ma ci saranno diverse cose da regolare. Per fare un altro esempio, i Mondiali nel 2015 verranno disputati a Richmond, Stati Uniti: e non vigerà lo stesso jet lag che accompagna i reduci dalla Cina alla partenza di Milano? I busti di Costante e Fausto, che il Lombardia l'hanno sempre corso a metà ottobre, scrutano seri l'orizzonte. La nebbia dell'incertezza sul futuro del ciclismo adesso è tornata.