Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Mondiali su strada WJ 2011: Gran volata Garner, l'Italia si scioglie - Ma il percorso è drammaticamente banale

Versione stampabile

Lucy Garner, tanta felicità per l'iride juniores, e la Union Jack dipinta sulle unghie © BettiniphotoA mezzo chilometro da un sogno. Potrebbero essere queste le parole che meglio fotografano l'esito del campionato del mondo donne juniores per la nazionale italiana. Ci ha provato Rossella Ratto. Ci ha provato ed aveva trovato l'azione buona, l'azione giusta, l'azione tanto agognata per far saltare il banco su di un circuito fin troppo poco selettivo per una come lei, che in luglio ad Offida sui continui saliscendi spaccagambe del campionato europeo le aveva pesantemente suonate a tutte. Prima da sola, poi l'aveva anche trovata l'alleata ideale, una fortissima passista come la tedesca Mieke Kröger, bronzo pochi giorni fa nella prova a cronometro nonché campionessa del mondo in carica dell'inseguimento individuale su pista. Quell'accordo che ad un certo punto sembrava perfetto si è però pian piano allentato, fino a sfumare del tutto nell'ultimo chilometro e mezzo, quando ormai il passo delle due era decisamente rallentato ed il gruppo da dietro rinveniva sempre più forte. Fino ai 500 metri circa, appunto, quando l'aggancio si è concretizzato.

Mentre il sogno azzurro svaniva pian piano, con Beatrice Bartelloni, velocista designata, chiusa nel momento topico e troppo indietro per poter tentare la rimonta da podio, iniziava sempre più imperiosamente a concretizzarsi quello di Lucy Garner, 17 anni compiuti appena tre giorni fa, che con una volata stratosferica lasciava tutte alle sue spalle e andava a prendersi quell'iride che ora potrà sfoggiare per un intero anno, essendo questa la sua prima stagione nella categoria. Questa pertanto la conclusione della prima delle gare in linea previste sul circuito di Copenaghen, tracciato che fin dalla gara di questa mattina non ha mancato di suscitare più di una perplessità: in primis la selettività dello stesso, apparsa fin troppo bassa se è vero che si contano appena uno strappetto di poche centinaia di metri e l'ultimo chilometro a tirare all'insù ma che non appare così proibitivo; in secundis tiene ancora banco più che mai la presenza di transenne obsolete con piedini sporgenti sull'asfalto, situazione che rischia di far più di un danno anche nelle prossime gare dopo che già in questa non erano passati neppure cinque chilometri per annotare il primo ruzzolone che mette sotto accusa un'organizzazione apparsa obiettivamente approssimativa sotto questo punto di vista (prova ne è il fatto che si cerchi di porre qualche rimedio, cercando anche di proteggere alla meglio o addirittura eliminare qualche insidioso spartitraffico). Cosa si potranno inventare le altre categorie di scena nelle successive gare lo potremo vedere poi, ciò che però si può già dire è che un'errata scelta del momento di scatto al momento dello sprint finale potrebbe costare titolo o podio a chi se ne rende protagonista.

I primi 14 chilometri della gara sono trascorsi con relativa calma, poiché se da un lato nessuna atleta ha voluto prendere immediatamente l'iniziativa, dall'altro sono state le cadute ad animare la prima delle cinque tornate previste: nella prima, innescata dalla neozelandese Williams che urta il piedino della transenna dopo pochi chilometri, sono state in quattro a finire a terra ed a farne le spese è stata anche l'australiana Allen, neocampionessa del mondo contro il tempo, costretta già al ritiro. Poi ve n'è stata un'altra in prossimità del primo (si fa per dire) strappo ed un'altra ancora proprio poco prima che le atlete transitassero una prima volta sotto il traguardo (in questo capitombolo, innescato da un'atleta britannica, resta coinvolta senza fortunatamente finire a terra anche la nostra Dalia Muccioli). Dopo pochi chilometri della seconda tornata la Gran Bretagna ha iniziato a far capire le proprie intenzioni bellicose, sganciando in avanscoperta Amy Roberts, capace di guadagnare poco più di 20 secondi come massimo vantaggio prima di essere riassorbita proprio in prossimità del passaggio sul traguardo, lasciando brevemente la scena alla vietnamita Nguyen, autrice di uno scatto tra l'insolito e l'inaspettato. Si è entrati così nella terza tornata e, giunti a circa metà gara, finalmente hanno iniziato a vedersi maglie azzurre in testa al gruppo: la prima a provarci è stata Dalia Muccioli, seguita però come un'ombra dalla russa Chekina e dal resto del gruppo, quindi è stata la volta di Maria Giulia Confalonieri prima e Chiara Vannucci poi ma nulla da fare, il plotone è rimasto sempre compatto. Attorno al 35esimo chilometro ci ha però provato con decisione l'olandese Thalita De Jong e questa volta il tentativo ha avuto buon gioco, guadagnando una ventina di secondi di vantaggio, prima che uscissero al suo inseguimento (senza però riuscire ad agganciarla) la svedese Nessmar e la spagnola Usabiaga. La De Jong è così transitata sola sul traguardo ed ha così iniziato il quarto giro mentre da dietro il gruppo iniziava a rimontare decisamente, prima di un nuovo sussulto in prossimità del primo strappetto: ad allungare con vigore è stata la tedesca Kröger, che si è lanciata all'inseguimento dell'olandese trascinandosi dietro la messicana Drexel, la canadese Ewart, la britannica Barker e la nostra Confalonieri. A circa 20 chilometri dal traguardo si è così formato un sestetto al comando con poco meno di 10 secondi di vantaggio sul gruppo, situazione interessante ma non ancora abbastanza evidentemente per risultare decisiva, cosicchè nel volgere di 2-3 chilometri è di nuovo tutto da rifare.

Proprio però nel momento in cui si rimescolano le carte ecco il sussulto più atteso: quando al traguardo mancano circa 18 chilometri Rossella Ratto è scattata decisa sul lato destro della strada in un tratto pianeggiante, sorprendendo tutte le varie pretendenti con un'azione bella da vedere anche stilisticamente. Il suo vantaggio ha superato immediatamente i 10 secondi ma la strada da percorrere era ancora parecchia, tanto che al suono della campana sono appena 5 i secondi che hanno diviso la bergamasca dal resto del gruppo che la inseguiva. La sua azione però non si è spenta, anzi ha ripreso vigore e trovato nuova linfa nel momento in cui da dietro è rinvenuta su di lei una compagna d'avventura che sembrava essere l'ideale: la tedesca Kröger che aveva nuovamente tentato di uscire dal gruppo per riportarsi sulla nostra. Aggancio riuscito e quindi si è formata una coppia al comando che ai -10 dal traguardo poteva vantare 21" su un gruppo in cui si notavano in bella evidenza le maglie azzurre della nazionale italiana a cercare di rompere i cambi per favorire il tentativo della compagna. Col passare dei chilometri il tentativo ha preso sempre più consistenza, grazie ai cambi regolari che entrambe si sono date e per il plotone (in cui erano le atlete di Belgio e Danimarca coloro che si spendevano maggiormente nell'inseguimento) era dura orchestrare la rimonta. Prova ne è stata l'ultimo rilevamento prima del traguardo, posto a 5,5 chilometri dalla conclusione: la Ratto e la Kröger sono transitate con ben 36 secondi di vantaggio sul gruppo (leggermente anticipato da un'atleta britannica), gap che non poteva non far pensare ad una positiva conclusione del tentativo, pregustando così un'ennesima medaglia per le nostre. Ai -4 però il trend ha cominciato ad invertirsi, col vantaggio ridotto a 26" ma che è restato ancora costante, visto che ai -3 le due sono transitate con 25 secondi, perdendone quindi appena uno. E' stato qui però che sono iniziate le incertezze fatali: la Ratto ha cercato i cambi dell'atleta tedesca che però ha iniziato a centellinare le forze in previsione dell'arrivo, portandosi quindi sempre più controvoglia in testa. Inevitabile quindi che la situazione ne risentisse e così, a -1,5 chilometri restavano appena 12 secondi da gestire. Superato il triangolo rosso la Kröger in testa ha decisamente rallentato e a quel punto è apparso chiaro come la sorte delle due potesse essere segnata, col gruppo ormai alle costole  ed i preparativi per la volata sempre più frenetici anche per l'Italia, pronta a lanciare la ruota veloce designata Bartelloni. A circa 500 metri, ai piedi dell'ultimo strappo, la Kröger e la Ratto sono state riassorbite e la situazione ha finito per scombinare totalmente i piani delle azzurre di Salvoldi, che, confidando nella buona riuscita del tentativo della campionessa europea, non sono riuscite ad organizzare in maniera ottimale il treno per lo sprint della Bartelloni. E' successo così che la Ratto ha tentato ugualmente di tener duro e lanciarsi nello sprint ma con le forze ormai al lumicino (terminerà 11esima sulla linea d'arrivo) mentre la Bartelloni si è trovata chiusa sul lato sinistro, dovendo così lanciarsi in una rimonta difficilissima che ne rendeva praticamente impossibile anche la lotta per una medaglia. Davanti nel frattempo è stata la russa Kashirina a lanciare lo sprint negli ultimi trecento metri prima di piantarsi, cosicchè uscivano alle sue spalle la belga Druyts ma soprattutto la sorprendente britannica Garner, autrice di uno spunto micidiale dopo aver rischiato di finire a terra proprio in un contatto con la  belga. In poche pedalate la giovanissima anglosassone è riuscita a guadagnare una decina di metri, andando a vincere quasi per distacco la volata più bella e importante della sua fin qui breve carriera.

Secondo posto per Jessy Druyts, che ha sommato così l'argento mondiale al bronzo europeo, mentre la terza posizione è stata appannaggio della danese Christina Siggaard, autrice anche lei di uno sprint stupendo in cui è riuscita a rimontare fino al terzo posto dopo esser partita attorno alla quindicesima posizione. Souryris, Perchtold, Gutierrez Ruiz e  Küllmer sono poi giunte nell'ordine sul traguardo prima di Beatrice Bartelloni, a cui è rimasta un'ottava piazza non priva di una buona dose di rammarico mentre Markus e Latozaite hanno completato la top-10. Inutile affermare come il risultato lasci grossa delusione nell'entourage azzurra, soprattutto per come si erano messe le cose ad un certo punto, visto che si era trovato il modo di far saltare il banco su un circuito nel quale occorre sperare in un'eccessiva sottovalutazione del gruppo per poter prendere il largo. Sicuramente poi anche la situazione creatasi nell'ultimo chilometro ha finito per creare più di un dilemma, non permettendo di impostare la volata nella maniera migliore. Tanto rammarico quindi, anche per il fatto che dal 2005 l'Italia era riuscita a piazzare sempre almeno una ragazza sul podio ed il fatto che tutto ciò sia sfumato sul più bello non può lasciare soddisfatti (fosse riuscito il colpo avremmo parlato indubbiamente di una gara capolavoro delle nostre, che fin lì non avevano sbagliato nulla). Chi invece oggi sicuramente sorride è Lucy Garner, capace di riportare il titolo juniores in Gran Bretagna dopo 10 anni, ovvero dopo il trionfo di Nicole Cooke a Lisbona. Perchè a volte va così: bisogna saper cogliere il momento e scaricare più dell'anima su quei pedali capaci di tingersi improvvisamente d'iride.

Vivian Ghianni

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano