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Ciclomercato 2011-2012: Dietro la Leopard sbuca la RadioShack - Alle viste una clamorosa fusione? | Cicloweb

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Ciclomercato 2011-2012: Dietro la Leopard sbuca la RadioShack - Alle viste una clamorosa fusione?

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Tra Leopard e RadioShack possibile una clamorosa fusione © BettiniphotoIl ciclomercato per la stagione 2012 ha già fatto discutere molto da quando, lo scorso 1° agosto, si è aperto il periodo per annunciare le novità e i cambi di maglia: in questo mese, però, non tutto è stato confermato e ci sono ancora diversi corridori di spicco (pezzi da novanta come Cavendish, Tony Martin, Valverde o Pozzato ad esempio) da cui si attendono notizie certe. La vera bomba, però, non riguarderebbe un singolo corridore ma addirittura due squadre intere: prima qualche in voce di corridoio, poi in un articolo su L'Équipe quindi, oggi, sulla Gazzetta dello Sport si è parlato di una clamorosa fusione tra la formazione lussemburghese Leopard Trek e la RadioShack di Johan Bruyneel.

Dopo la chiusura della HTC Highroad e la fusione tra Omega Pharma e Quick Step, a cui comunque è seguita la nascita immediata della Lotto-Ridley, ecco un'altra trattiva che vede coinvolti i manager a caccia di continuità e fondi per i loro progetti: secondo la Gazzetta tutto sarebbe già stato definito con Bruyneel pronto a prendere il timone di questo superteam mentre Nygaard, attuale team manager della Leopard, potrebbe passare alla GreenEDGE nel ruolo di addetto stampa, ruolo che già ricopriva quando era alla corte di Riis. Ovviamente nel giro di poche ore sono arrivare tutte le smentite possibili ma il fatto che se ne parli e che due quotidiani così autorevoli abbiamo dato credito a queste voci significa che qualcosa che bolle in pentola c'è.

I motivi che stanno dietro a questa possibile fusione non li conosciamo ma non facciamo poi molta fatica ad immaginarli: la Leopard Trek era nata appena l'anno scorso grazie al contributo economico del magnate italo-lussemburghese Flavio Becca che ha investito diversi milioni senza mettere sulle maglie del team un primo sponsor a cui dare visibilità; le cifre fornite invece da Trek (guardacaso proprio lo stesso fornitore di bici della RadioShack) e da Mercedes erano invece solo una piccola parte del budget complessivo e per questo motivo molti erano abbastanza scettici su questo gruppo. Un miliardario che decide di investire nel ciclismo senza un ritorno proprio è strano ma ci può stare. Il problema però è essere coperti nel momento in cui questi si stufa del giochino; o, ancora peggio, essere preparati nel momento in cui, come farebbe un bambino alla Playstation, si arrabbia perché non riesce a vincere e decide di ricominciare tutto da capo.

Al momento della sua nascita la Leopard era subito balzata in testa alle graduatorie di merito (merito delle squadre in cui militavano prima i corridori ingaggiati, si intende) dell'UCI e ancora attualmente la formazione dei fratelli Schleck e di Fabian Cancellara è in testa alla classifica a squadre del World Tour avendo però ottenuto appena 5 vittorie (su 22 totali) in gare di prima fascia: il mancato successo al Tour de France, forse, ha fatto un po' arrabbiare il signor Becca ed ecco quindi che giunge la voglia di cambiare o un ridimensionamento della cifra messa a disposizione, due fattori che potrebbero giustificare la ricerca di un nuovo partner a cui affiancarsi. Tra l'altro già l'anno scorso, quando il progetto Leopard era ancora molto nebuloso e ben poco concreto, dal Lussemburgo in tanti indicavano proprio la RadioShack di Bruyneel come possibile destinazione di Andy, Fränk e dei soldi di Becca: un anno dopo siamo di nuovo qui ma stavolta ci sono due interi staff e almeno una quarantina di corridori già sotto contratto (il massimo per una singola squadra è 28) con l'assurdo caso del belga Ben Hermans che, deluso, aveva deciso di lasciare la RadioShack per cercare riscatto proprio alla Leopard.

Questa notizia, però, apre spunti di riflessione anche sullo stato attuale del ciclismo americano che, forse, non è così brillante come si vuol far credere: l'anno scorso la Garmin si fuse con la Cervélo e adesso è ancora in cerca di un secondo sponsor per le prossime stagioni, la HTC Highroad chiuderà i battenti a fine anno, la BMC vive grazie all'illimitato conto in banca di Andy Rhis ed ora anche la RadioShack ha dovuto ricorrere all'arma della fusione. Dell'aumento spropositato dei costi del ciclismo d'élite ne avevamo già parlato a proposito della HTC Highroad; e se poi decide di ritirarsi, inseguito da accuse e indagini, colui che negli States era visto come il campione numero 1 di questo sport, ossia Lance Armstrong, si capisce che la possibilità di attirare grandi capitali che possano sostenere un organico di 28 o 30 ciclisti e staff in trasferta per corse in tutto il globo è davvero molto ridotta in un periodo in cui la crisi economica colpisce praticamente chiunque.

Probabilmente per l'UCI, questa UCI, finché ci saranno sponsor o formazioni dai budget elevatissimi la situazione sarà rosea e poco importa se sono soprattutto le piccole squadre ad avere alle spalle una storia quasi ventennale. Però tutti i dirigenti dovrebbero porsi delle domande visto che anche l'altra grande novità dello scorso inverno, la Geox-TMC, non sembra passarsela troppo bene e finora sembra totalmente immobile sul mercato: sicuramente dopo l'esclusione dal Tour de France i rapporti tra i vertici di Geox e TMC e il manager del team Mauro Gianetti si sono incrinati e anche dal punto di vista sportivo, con appena tre vittorie in sei mesi, il bilancio piange; quest'anno ci prova la GreenEDGE ma speriamo che il gruppo australiano abbia più fortuna e uno staff più solido ed organizzato di quello della formazione svizzero-italo-spagnola.

Sebastiano Cipriani

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