Vuelta a España 2011: Martin-Mollema, volti nuovi in vetta - Daniel vince, Bauke va in rosso. Nibali ok
- VUELTA A ESPAÑA 2011
- Euskaltel - Euskadi 2011
- Katusha Team 2011
- Lampre - ISD 2011
- Rabobank Cycling Team 2011
- Bauke Mollema
- Bradley Wiggins
- Christopher Froome
- Daniel Martin
- Daniel Moreno Fernández
- Dario Cataldo
- Denis Menchov
- Fredrik Carl Wilhelm Kessiakoff
- Haimar Zubeldia Agirre
- Igor Antón Hernández
- Jakob Fuglsang
- Joaquim Rodríguez Oliver
- José Vicente Toribio Alcolea
- Juan José Cobo Acebo
- Jurgen Van den Broeck
- Kevin Seeldraeyers
- Marco Marzano
- Martijn Keizer
- Marzio Bruseghin
- Matteo Montaguti
- Michele Scarponi
- Mikel Nieve Ituralde
- Nicolas Roche
- Pim Ligthart
- Przemyslaw Niemiec
- Rein Taaramäe
- Sebastian Lang
- Sergio Pardilla Bellón
- Steven Kruijswijk
- Sylvain Chavanel
- Tom Jelte Slagter
- Vincenzo Nibali
- Uomini
Cambia ancora tutto alla Vuelta: se fino a ieri (ma diciamo fino alla salita finale di oggi) Joaquim Rodríguez sembrava avere una condizione che lo poteva mettere al riparo da brutte sorprese, oggi a La Covatilla ci troviamo un Daniel Martin vincitore della tappa e soprattutto un Bauke Mollema nuovo leader della classifica: l'olandese, comunque tra i più pimpanti e continui finora, conquista la prima maglia rossa in carriera, mettendosi appena alle spalle un JRO in seria difficoltà negli ultimi chilometri, e un Nibali sicuramente più convincente rispetto a ieri, ma a cui manca ancora un quid per colpire l'immaginario popolare con qualche impresa in salita; non che oggi non ci abbia provato, Vincenzino, diciamo che gli è mancato il colpo del ko. La terza posizione in classifica è comunque comoda, al momento, soprattutto se consideriamo che il siciliano ha puntato alla crono di domani le lancette per un eventuale atto di forza.
La nona tappa inizia con una salitella (Puerto de la Cruz de Hierro, un nome molto più terrorizzante delle pendenze dello strappetto) su cui Montaguti, già in caccia di punti Gpm ieri, transita in testa. Subito dopo, al km 15, parte il primo germe della fuga del giorno, con Sebastian Lang, esperto e infaticabile alfiere della Omega Pharma, che prende il largo. Via via, al km 26 e al km 45, il tedesco viene raggiunto da Toribio e poi dalla coppia Vacansoleil formata da Ligthart e Keijzer. D'amore e d'accordo i 4 procedono fino a un vantaggio massimo di 10'35" al km 74 (a 109 dal traguardo), dopodiché la Katusha soprattutto lavora dietro e il margine scende progressivamente.
Tanto scende che quel gran solitario di Lang decide di non aver più bisogno di zavorre, e ai -42 tenta ancora la carta dell'autonomia d'azione. Ligthart lo tiene, e in due proseguono, col gruppo che continua comunque a recuperare, anche se l'impegno delle squadre più motivate (non solo Katusha - per Joaquim - ma anche Lampre per Scarponi e Euskaltel per Antón-Nieve) non è proprio agevole, se è vero che ai -20, ai piedi della salita conclusiva, il gap per gli inseguitori è ancora superiore ai 4'.
Ma né Lang né Ligthart sono grandi scalatori, e per di più la prima metà di salita (più che altro un falsopiano) permette al gruppo grandi velocità, sicché l'inevitabile (ovvero l'avvicinamento del plotone) necessariamente accade. Nel frattempo, JRO trova il tempo di fare uno scattino al traguardo con abbuoni di Béjar (ai -19) per prendersi il terzo posto e i conseguenti 2" di bonus (per dire della voglia del catalano), mentre Slagter e Cataldo (ai -12) allungano per un attimo sul gruppo che è ancora abbastanza folto.
Ai -11 Ligthart non ne può più e si stacca da Lang, che prosegue da solo fino ai -7, quando viene infine ripreso in un momento in cui a comandare le operazioni è la Lampre (prima con Marzano, poi con Niemiec), e in cui tra gli altri Sylvain Chavanel, ex maglia rossa, si stacca.
Appena ripreso il tedesco, il primo a partire dal gruppo è Rein Taaramäe, e su di lui si porta rapidamente Michele Scarponi, che poi passa a condurre e crea una prima selezione. Dani Moreno (secondo della classifica) paga dazio, e lo stesso fa Igor Antón, che pure ieri era sembrato in crescita di condizione. Nel drappello dei migliori restano una ventina di uomini, e ai -6 scatta il belga Seeldraeyers, stuzzicando una controprogressione di Nibali.
Esaurita per il momento l'azione del messinese, parte Daniel Martin, in compagnia del cugino Roche, ma neanche i due irlandesi riescono a fare il vuoto: quel che resta del gruppo li tiene a tiro, e la notizia dei -5 è che Rodríguez non vive la giornata migliore: un po' in affanno in coda al drappello, l'uomo in rosso cerca di restare attaccato coi denti al trenino dei colleghi di classifica.
Martin stacca intanto Roche, ripreso da Scarponi e Nieve per primi, e a questo punto Nibali propone un secondo contropiede, stavolta ben più efficace del precedente: ai 4 km il vincitore della Vuelta 2010 si riporta sul battistrada. Alle loro spalle Seeldraeyers e un brillante Pardilla prendono qualche metro al gruppo JRO-Scarponi, ma nel finale la salita spiana un po' e permette a Wiggins (con l'ottimo luogotenente Froome) un buon recupero.
Seeldraeyer e Pardilla vengono raggiunti, e ai 3 km Nibali e Martin hanno solo 13" di vantaggio; il ritmo di Froome è veramente notevole, il vento trasversale fa il resto, e prima Scarponi, poi JRO con Nieve e Kruijswijk, quindi anche Menchov con Zubeldia e Taaramäe perdono le ruote. Con la coppia Sky resistono solo Van den Broeck, Mollema e Cobo.
Ai 2 km termina l'avventura di Nibali e Martin, ripresi dal gruppetto in cui Wiggins fa ferro e fuoco: ai 1500 metri anche Van den Broeck perde terreno, mentre più indietro a Rodríguez si spegne del tutto la luce, e addirittura Moreno rientra sul suo capitano e gli scandisce il ritmo. Wiggins si carica sulle spalle l'incarico di fare l'andatura, prima che negli ultimi 300 metri si entri in modalità volata: è Daniel Martin a trovare ancora la forza per scattare, sgusciando tra Wiggo e le transenne, tenendo a bada Mollema e andando a vincere la tappa davanti all'olandese e al redivivo Juanjo Cobo.
Nello sgranarsi dello sprint Wiggins è quarto a 4", Froome quinto a 7", un Nibali piantato nel finale è sesto a 11", appena un secondo meglio di un quartetto formato da Taaramäe, Menchov, Zubeldia e Kessiakoff. Non si verificano comunque distacchi così grossi, se è vero che Van den Broeck (13esimo) accusa solo 19"; abbastanza peggio va a Rodríguez (e Bruseghin, e Fuglsang) che pagano 50", mentre Scarponi (che giunge insieme ad Antón) fa i conti con un ritardo di 1'50" dal vincitore.
La classifica, pur se sfrondata da qualche altro nome (Scarponi appunto, scivolato a 1'54"), resta cortissima. Mollema è la nuova maglia rossa, con appena 1" su Rodríguez e 9 su Nibali. Il regolarissimo Kessiakoff è quarto a 18", VDB è quinto a 27". Entro il minuto sono in 13, con Wiggins che sconta un primo preciso di distacco dal giovane corridore della Rabobank. Altri ritardi nella generale: Bruseghin è a 1'12", Brajkovic a 2'10", Menchov a 2'18", Antón (30esimo) a 4'31".
Prima ancora del riposo di martedì, domani ci sarà una tappa veramente decisiva, la crono di Salamanca: sui 47 km per specialisti, Wiggins darà il suo massimo assalto agli avversari, e Nibali cercherà di difendere i 51" che ha sul britannico, per provare a vestirsi di rosso (Mollema e soprattutto JRO non sono grandi cronoman). Di sicuro, dopo un terzo pieno di gara, non abbiamo ancora alcuna certezza, anche se Wiggins è stato abbastanza impressionante oggi (ma sarà altrettanto brillante su una salita più dura come l'Angliru, che verrà affrontata domenica prossima?).
I tifosi italiani, invece, qualche elemento in più ce l'hanno, e dopo La Covatilla sanno che l'uomo su cui puntare è Nibali, con Bruseghin e Scarponi che reciteranno da qui in poi un ruolo da non protagonisti (cosa che non esclude certo qualche giornata da premio Oscar).