Vuelta a España 2011: È don Rodríguez il più bravo di tutti - JRO tappa e maglia. Scarponi bene, Nibali no
- VUELTA A ESPAÑA 2011
- Katusha Team 2011
- Lampre - ISD 2011
- Adrian Palomares Villaplana
- Amets Txurruka Ansola
- Bauke Mollema
- Carlos Barredo Llamazales
- Daniel Martin
- Daniel Moreno Fernández
- David Moncoutié
- Denis Menchov
- Fredrik Carl Wilhelm Kessiakoff
- Heinrich Haussler
- Igor Antón Hernández
- Jakob Fuglsang
- Jan Bakelants
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Julien Fouchard
- Jurgen Van den Broeck
- Martin Kohler
- Mathias Frank
- Matteo Montaguti
- Michal Golas
- Michele Scarponi
- Nicolas Edet
- Nicolas Roche
- Rein Taaramäe
- Sylvain Chavanel
- Tyler Farrar
- Vincenzo Nibali
- Wouter Poels
- Ángel Madrazo Ruiz
- Óscar Freire Gómez
- Uomini
Joaquim Rodríguez è innamorato della Vuelta, lo dimostra ogni volta che ne ha l'occasione, e del resto l'amore è ricambiato dagli organizzatori, che gli hanno cucito su misura più di un arrivo posto su durissimi strappi. Oggi al santuario di San Lorenzo de El Escorial il catalano ha dato un'altra prova di forza su questo tipo di traguardi, e in più si è pure appropriato della maglia rossa di leader della classifica, guadagnando su tutti i rivali, da Scarponi (bravo secondo) a Nibali (deludente), per dirne due che - a parte il fatto di esserci particolarmente familiari in quanto italiani - sono stati coinvolti nella caduta di ieri a Talavera.
Una caduta che ha lasciato molte scorie, al di là delle conseguenze che ne hanno potuto patire gli uomini di classifica: tra i ruzzolati di ieri, non è partito Golas, e si sono ritirati dopo pochi chilometri Farrar e Edet, mentre anche Freire (che pure ieri ha sprintato arrivando terzo), dopo una novantina di km, ha abbandonato la Vuelta.
La cronaca di dice di un percorso, tutto un saliscendi con discreti picchi, che suggerirebbe qualche manovra innovativa, qualche tattica spregiudicata, qualche azione lungimirante; e invece, dopo un tentativo massiccio a inizio tappa (tra i 27 che si muovono c'è anche la maglia rossa Chavanel, Liquigas e RadioShack annullano), tutto prende una piega ordinaria, con fuga da lontano di due uomini senza ambizioni di classifica (Haussler e Montaguti, partiti al km 25), raggiunti al km 57 (in testa al Puerto de Mijares) da altri due uomini con ancor meno velleità generali (Fouchard e Palomares, abbonati agli attacchi disperati).
Il quartetto va fino a oltre 8' di vantaggio massimo, ma proprio dopo il primo Gpm il gruppo inizia a recuperare lentamente, con la Katusha di Joaquim Rodríguez più motivata delle altre nell'inseguimento. Sull'Alto de Santa María de la Alameda (poco più di 30 km dall'arrivo), Fouchard perde contatto dagli altri 3 e alza bandiera bianca, mentre anche Haussler si stacca ma poi riesce a rientrare in discesa. Il gruppo sonnecchia (solo Barredo prova un breve contrattacco), è chiaro che tutto è rinviato allo strappo dell'Escorial (da affrontare due volte) per quanto riguarda il testa a testa tra i big.
E infatti pure sulla salitella di Robledondo (ai -22) vince l'attendismo, evadono Kohler e Txurruka, e lo spagnolo stacca lo svizzero restando da solo all'inseguimento d Haussler, Montaguti e Palomares. Il gruppo è comunque in rimonta, e sul primo passaggio all'Escorial gli attaccanti sono tutti ripresi. Parte la tappa vera e propria, sulla scorta di un attacco (ai -12) di Taaramäe e Frank. L'estone ci crede molto e stacca in fretta il corridore della BMC, mentre dal gruppo emerge Madrazo, che con poche pedalate riprende il battistrada, per staccarlo in vetta (a circa 10 km dalla fine).
Sulla discesa Madrazo conserva pochi secondi (una quindicina) sul gruppo anticipato da un quartetto con Taaramäe ripreso strada facendo da Moncoutié, Poels e Bakelandts. La Katusha guida sempre le operazioni, intanto i 5 davanti si ricompattano ai 5 km con Taaramäe impegnatissimo a lavorare per Moncoutié. Il vantaggio è comunque risicato, e ai piedi dello strappo finale il gruppo (con la Lampre nelle primissime posizioni) riprende gli evasi.
All'ultimo km Scarponi accenna un forcing, ma i migliori restano tutti insieme sulla stradina che porta all'Escorial. Chavanel si stacca e dice addio alla maglia rossa, Van den Broeck prende la testa e Scarponi ne approfitta per respirare e poi partire con uno scatto che però non è altro che un incentivo a Rodríguez per rispondere a tono. Talmente a tono che JRO, sul punto più duro (oltre il 20% di pendenza), se ne va via da solo, verso il secondo successo di tappa in questa Vuelta dopo quello ottenuto a Valdepeñas.
Scarponi non perde troppo terreno, comunque, e difende il secondo posto (a 9" da Purito) dal ritorno di Mollema e Van den Broeck (entrambi classificati a 10"). Bene Fuglsang (a 12") e un Antón parso in ripresa (a 15", 1" meglio di un gruppetto composto da Roche, Menchov, Daniel Martin e Kessiakoff). Zubeldia, Monfort, Nieve, Bruseghin e Moreno transitano a 20", Brajkovic, Poels e Cobo a 23", Wiggins e Froome a 25", e tutto ciò significa solo una cosa: che lo sconfitto di giornata è, ahilui, Vincenzo Nibali. Il siciliano accusa 32" (più 20 di abbuono) di ritardo da JRO, pagando veramente tanto rispetto a quelle che erano le attese e le premesse (in fondo a Valdepeñas si era difeso benino, tantopiù se il confronto lo facciamo con la tappa di oggi).
Rodríguez completa la sua giornata magica conquistando la maglia rossa, che ora detiene con 32" sul compagno di squadra Moreno (non c'è che dire: la Katusha sta raddrizzando in pochi giorni una stagione negativa) e con 34" su Fuglsang. Nibali, scavalcato dal danese, è ora a 45" da JRO, e soprattutto si vede piombare alle spalle Scarponi, ora quinto a 51" dalla vetta. A seguire Kessiakoff, Van den Broeck, Chavanel, Mollema, Monfort, Bruseghin (sceso in 11esima posizione), Nieve, Seeldraeyers e Zubeldia sono tutti molto vicini (entro l'1'20" dal leader della generale).
Domani a La Covatilla il secondo vero arrivo in salita della Vuelta, lo scenario è in continua evoluzione e, per dire, se dobbiamo dar retta alle indicazioni dell'Escorial, ci aspetteremmo qualcosa di buono da Scarponi e inizieremmo a buttare un occhio in più anche su Menchov, oltre che su Antón. Ma di sicuro su una salita lunga (con gli ultimi 7 km particolarmente impegnativi), Nibali potrà dire molto di più di quanto non abbia detto sulla rampa odierna.