Tour de France 2011: Vince ancora Thor, e torna Contador! - Hushovd 1°, Alberto-Evans-SSG show
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- Alan Pérez Lezaun
- Alberto Contador Velasco
- Andriy Grivko
- Andy Schleck
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- Arnold Jeannesson
- Bauke Mollema
- Cadel Evans
- Damiano Cunego
- Dries Devenyns
- Edvald Boasson Hagen
- Fabrice Jeandesboz
- Fränk Schleck
- Ivan Basso
- Jelle Vanendert
- José Joaquín Rojas Gil
- Jérémy Roy
- Jérôme Coppel
- Marco Marcato
- Mark Cavendish
- Mikhail Ignatiev
- Peter Velits
- Philippe Gilbert
- Rein Taaramäe
- Rigoberto Urán Urán
- Ryder Hesjedal
- Samuel Dumoulin
- Samuel Sánchez González
- Thomas Danielson
- Thomas Voeckler
- Thor Hushovd
- Tony Martin
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Thor Hushovd va a cogliere un'altra vittoria in questo suo fantastico Tour, un'altra fuga per il norvegese che a Gap precede il connazionale Boasson Hagen e il coéquipier Ryder Hesjedal; ma sulla salitella del finale, il Col de Manse, Alberto Contador torna a vestire i panni del più forte, attacca a fondo, poi in discesa con Evans e Samuel Sánchez guadagna dei bei secondi sugli altri rivali di classifica, e rilancia più che mai la sua sfida alla vigilia delle Alpi, anche se quello che esce meglio dalla frazione di Gap è Cadel.
La tappa è un po' strana, prevede 120 km di falsopiano all'insù, si attende brutto tempo, ma nonostante ciò le prime due ore volano a 49 chilometri orari di media. Tutti provano ad andare in fuga, i tentativi si contano a decine, ma per un motivo o per l'altro il gruppo controlla (ad esempio, si muove Jeannesson - rivale di Urán per la maglia bianca - e la Sky insegue; si muove Rojas - rivale di Cavendish per la maglia verde - e la HTC insegue). Solo a 66 km dal traguardo, dopo quasi 100 km di roulette impazzita, la fuga trova spazio: i 10 che si muovono sono Roy (sempre lui) della FDJ, Hesjedal e Hushovd (Garmin), Boasson Hagen (Sky), Martin (HTC), Pérez Lezaun (Euskaltel), Ignatiev (Katusha), Grivko (Astana), Devenyns (Quickstep) e Marco Marcato (Vacansoleil) in rappresentanza dell'Italia.
Tre contrattaccanti (Mollema, Dumoulin e Jeandesboz) provano a rientrare sugli attaccanti, ma riusciranno solo a rimanere a mezza strada fino alla salita del Col de Manse (unico Gpm di giornata, vetta a 11 km dal traguardo di Gap). I 10 di testa invece procedono di buon accordo, guadagnano in fretta e portano il loro margine sul gruppo fino a 6'20" (apice toccato a 30 km dal traguardo).
Sulla citata salita, a poco più di 20 km dalla fine, è Ignatiev il primo a rompere gli indugi nel gruppetto, imitato poi da Devenyns e Grivko che provano a inseguire il russo della Katusha. Ma i due contrattaccanti non riescono a rientrare (e l'ucraino si stacca - insieme a Marcato - dagli altri 7). Intanto in gruppo la BMC di Evans prende decisamente il controllo delle operazioni a inizio salita.
A meno di 17 km dal traguardo si muove Hesjedal, che non tarda a riportarsi su Ignatiev e a staccarlo, mentre in contropiede ci prova anche Boasson Hagen (stoppato da Hushovd). Ma quel che è più importante, sempre ai -17 Alberto Contador va all'attacco. Lo tampinano i fratelli Schleck, Evans e il sempre baldanzoso Voeckler, mentre Samuel Sánchez rientra dopo qualche metro (mettendosi subito in testa al drappello). Un paio di chilometri in cui pare possa succedere qualsiasi cosa, ma poi il resto del gruppo, tirato dai Garmin (attivi su più fronti, sia in fuga che nel plotone) che hanno a cuore la classifica di Danielson, annulla il tentativo (Basso, che aveva perso il treno - pare per un problema meccanico alla sella - intimamente esulta).
Alberto però non demorde. Riparte ai -14 (dopo un breve tentativo di Roux), Voeckler e Andy Schleck rispondono subito, poi Evans riporta sotto l'altro Schleck, SSG, Basso, Cunego e Danielson. Contador ancora non ci sta, e parte per la terza volta, e stavolta né Voeckler né tantomeno gli Schleck (né gli italiani) riescono a reagire. Passato il Gpm, Boasson Hagen (con Hushovd incollato al mozzo) riprende Hesjedal, ma la lotta principale è quella per la classifica: Contador vede che il gruppetto trainato da Fränkie si avvicina, e rilancia. Al Gpm il vantaggio del terzetto formato da Alberto, Cadel e Samuel è di 25" sul gruppetto in cui, oltre ai citati, ci sono anche Vanendert e Taaramäe, e appena scollinati rientrano altri uomini (tra cui Gilbert). Roux cade sulla discesa, mentre aumenta il vantaggio del gruppetto Contador, tirato da un Evans che a fondovalle riesce addirittura a staccare i due spagnoli.
Intanto la tenaglia Garmin si stringe intorno a Boasson Hagen: Hushovd tira forte nell'ultimo tratto di discesa, tanto che quasi mette in crisi Hesjedal. Allora rallenta, fa recuperare il compagno che nell'ultimo km si mette in testa per tirare la volata. Thor è in terza ruota, parte a poco meno di 250 metri e sorprende il connazionale Boasson, andando a cogliere il suo secondo successo di tappa in questo Tour davanti a Edvald: per la nazione scandinava più che mai un Tour sotto i riflettori.
La parte di tappa più interessante, però - non ce ne vorrà il Campione del Mondo - riguarda i distacchi scavati dall'attacco di Contador. Evans passa sotto lo striscione d'arrivo a 4'23" da Hushovd, Contador e Sánchez pagano 3" all'australiano; a 21" da Cadel passa un gruppetto (regolato da Rojas su Gilbert) comprendente la maglia gialla Voeckler, Cunego, Fränk Schleck, Urán, Jeannesson, Vanendert, Coppel, Taaramäe e Velits; Danielson paga 39" (il riferimento è sempre Evans); Basso perde 54"; Andy Schleck, in serie difficoltà sulla discesa, ci rimette ben 1'09", decisamente troppo rispetto a quanto potesse immaginare.
La classifica che ne deriva vede sempre Voeckler in testa, ma con vantaggi limati rispetto a stamattina: 1'45" su Evans, 1'49" su Fränk Schleck, 3'03" su Andy, 3'26" su Sánchez, 3'42" su Contador, 3'49" su Basso e 4'01" su Cunego. Nel dettaglio, Evans scavalca Fränkie, e Alberto e SSG superano Basso. Il distacco che Contador ancora patisce dal suo principale rivale, il minore degli Schleck, è sceso a 39". Basso è ora a 2' dal podio, ma più in generale, la classifica è tutt'altro che scolpita, anche se al momento Evans e Schleck sr. hanno un po' di vantaggio rispetto agli altri uomini di classifica. Già domani, nella tappa di Pinerolo, qualcos'altro potrà cambiare: non tanto per le salite di Monginevro e Sestrière, che difficilmente faranno la differenza, quanto per il Pramartino che svetta a 8 km dal traguardo: il finale, in effetti, ricorda molto quello di oggi. Se anche lo spettacolo sarà simile, ci divertiremo senza dubbio.