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L'intervista: Gianetti e la nuova avventura Geox - «Ma il sistema dei punteggi UCI fa acqua»

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Mauro Gianetti, Team Manager della Geox-TMC, durante la presentazione della squadra © BettiniphotoSabato 12 Febbraio si è tenuta nel Teatro Geox di Padova la presentazione dell'omonimo team (Geox-TMC): presente tutta la squadra, a parte Blanco, Ardila e gli elementi impegnati tra Qatar e Oman, e ospiti personaggi importanti tra i quali Di Rocco, Bugno, Adorni e Darach McQuaid, fratello di Pat e organizzatore di corse. A dirigere le danze c'è Mauro Gianetti, in ammiraglia ormai dal 2003, líder maximo del team. Alla domanda del presentatore «Quale tra Sastre e Menchov sarà il capitano della squadra?» lo spagnolo risponde «Gianetti!» facendo sorridere la platea, ma ciò la dice lunga su chi porta i pantaloni in squadra. Abbiamo intervistato il team manager svizzero per primo, per parlare dei nuovi regolamenti UCI e dei suoi ragazzetti terribili.

Mauro, alcuni dei tuoi han dato segnali positivi già a Maiorca. Specialmente Arkaitz Durán, cresciuto nella tua squadra.
«Durán è un talento straordinario, è passato con noi giovane. Ha avuto una storia personale complicata, appena passato professionista ha avuto dei problemi familiari che l'han messo in crisi a livello emotivo per diversi anni. Ma le sue qualità non sono mai state messe in discussione».

I nuovi regolamenti UCI vi hanno escluso dal Pro Tour. C'è stato un qualche preavviso da parte dell'UCI?
«Il regolamento è uscito ad agosto, con un sistema di punteggio che assolutamente non conosciamo».

Ecco, come è possibile che vengano stilate delle classifiche senza che sia noto il sistema di punteggio?
«Questa è l'UCI! Adorni dice che da un po' di anni il regolamento è così, ma non è assolutamente vero, e dovrebbe saperlo. Si è messo in atto un sistema di punteggio di cui conosciamo solo alcune informazioni, tipo che il quarto del Tour de France (e dunque del Giro e della Vuelta, NDR) prende ZERO punti, mentre il 60° della classifica europea degli under 23 guadagna 3 punti; i primi 10 del World Tour prendono 80 punti, mentre i primi 10 dell'Europe Tour 60. Però nella realtà i primi 10 dell'Europe Tour hanno davanti i 350 del World Tour, che sono di un livello superiore».

E per quanto riguarda le tappe dei grandi giri?
«Credo che una vittoria di tappa valga all'incirca 5 punti».

A questo punto per la classifica Sastre, tanto per fare un esempio, vi sarà valso pochissimo...
«Voler dare un punteggio nel ciclismo è complicato. Io credo che il valore sportivo di Sastre vada ben oltre i suoi punti, visto che è un corridore che ti corre tre grandi giri all'anno ed ha conquistato podi e/o tappe in tutti e tre i grandi giri. Non si può nemmeno paragonare a un corridore che corre da 2 anni nell'Europe Tour, ha vinto qualche corsa e magari ha un punteggio più alto di Sastre».

Quale spiegazione può esserci a tutto questo?
«La spiegazione è che han voluto fare una classifica, perché si ritiene che sia il metodo più giusto per assegnare le licenze, ma non è facile farla nel ciclismo perchè tra World Tour ed Europe Tour c'è un enorme differenza e dunque fare una classifica equa è quasi impossibile».

Come squadra siete molto ben attrezzati per le corse a tappe, ma vi mancano uomini da classiche. Come avete deciso di lavorare?
«È chiaro che avendo due corridori come Menchov e Sastre abbiamo investito su uomini che li valorizzino, atleti che non cercano la vittoria individuale. Sulle classiche abbiamo dei giovani, più adatti alle Ardenne che al pavé. Credo di avere dei corridori che quest'anno possono già mettersi in luce nelle gare di un giorno».

Dei giovani che hai in squadra quale credi possa esplodere? Quale credi ti somigli di più?
«È difficile dire un nome tra Ratto, Felline, Kump e Valls, io credo che tutti e quattro possano fare grandi cose quest'anno. E anche Duarte, non dimentichiamolo. Uno che mi somiglia? Beh, io penso siano tutti migliori di me! (ride)».

Nicola Stufano

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