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L'intervista: L'ultimo giro di valzer - Pucinskaite: «Mondiale e poi smetto»

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Edita Pucinskaite brinda alla sua recente vittoria al Thüringen Rundfahrt - Foto da Thueringenrundfahrt-frauen.deEdita Pucinskaite ha deciso. Al termine della stagione in corso scriverà la parola fine sulla sua ultradecennale carriera agonistica, costellata di successi che in poche in gruppo possono vantare. Due Giri d'Italia, un Tour de France, un Campionato del Mondo sono solo una piccola parte del suo sconfinato palmarès. L'abbiamo incontrata in occasione della presentazione del Giro della Toscana, che conquistò nel lontano '99 e che rappresenterà il suo ultimo impegno in una corsa a tappe.

Edita, quando e perché è maturata questa decisione?
Da diversi anni mi ero prefissa come termine della mia carriera il 2008, con le Olimpiadi di Pechino come ultimo vero obiettivo della mia carriera. Ma a volte le cose non vanno proprio come le immagini e pochi giorni prima caddi in una prova di Coppa del Mondo e - lo scoprii solo qualche settimana dopo essere tornata da Pechino - mi procurai una fastidiosissima microfrattura alla spalla accompagnata da una lesione del legamento che mi ha impedito di lottare per una medaglia. Alla fine della stagione ricevetti una proposta "intrigante" dalla Dilà, fare da chioccia ad un bel gruppo di giovani e io accettai senza pensarci su, anche se le cose poi non andarono come avevo sperato. Dopo aver finito la stagione con la Gauss, mi sono fatta tentare dalle voci di corridoio che volevano la tappa regina del Giro terminare in cima allo Stelvio, che mai avevo affrontato in gara. E così la scadenza è stata spostata di dodici mesi, ma ora sento che il momento è arrivato e, dopo aver colto anche una vittoria al Giro di Turingia, non ho proprio ulteriori rimpianti.

Quindi tra poche settimane partirai per il tuo ultimo Campionato del Mondo, quali sentimenti provi in questa situazione particolare?
Sì, realmente sono in un momento molto particolare della mia vita, si sta per chiudere un capitolo importantissimo, che mi ha dato tanto. Da Oslo '93 sono stata sempre presente all'appuntamento iridato, salendo tre volte sul podio della gara in linea, e una volta in quella a cronometro, per un totale di 17 partecipazioni, a Melbourne sarà la diciottesima. Di certo questo mondo mi mancherà, ma lo lascio con serenità, anche curiosità di affrontare un nuovo capitolo, di realizzare altri progetti che già ho in serbo per i prossimi anni.

Ci puoi svelare qualcosa?
Sapete ormai tutti che mi piace scrivere e, se troverò qualcuno che me ne darà la possibilità (ride), vorrei continuare a far conoscere il ciclismo femminile nel mondo. Inoltre sono molto legata al gruppo dei donatori di sangue AVIS di Pistoia e, indossando la divisa della loro piccola squadra di cicloamatori, mi piacerebbe tanto contribuire alla loro causa, è un qualcosa che sento in maniera particolare.

Questa è stata una stagione "particolare" per te, hai dovuto subire uno stop forzato proprio in un momento topico per la preparazione al Giro. Ti era mai capitata una cosa simile nel corso della tua carriera?
Da questo punto di vista devo ritenermi molto fortunata perché, a parte l'incidente preolimpico che raccontavo prima e l'operazione ad una cisti dell'aprile scorso, non ho mai subito infortuni che mi hanno condizionato anche solo una piccola parte della stagione. Questi ultimi eventi, però, hanno cambiato il mio modo di vivere, prima avrei fatto una tragedia del fatto di non poter essere al top per mio ultimo Giro, invece quest'anno, presa coscienza della notizia, ho pensato a recuperare più in fretta possibile, partire per la corsa rosa con una gamba "decente" e poi cercare la vittoria in una qualsiasi delle corse che avrei disputato di lì a fine stagione. E ci sono riuscita, e questa "piccola" soddisfazione mi ha reso felice, non dico come se avessi vinto il Giro, ma comunque è stata una bella ricompensa per il mio tener duro.

Tra pochi giorni partirà il Giro della Toscana, ti senti tra le favorite, in virtù delle tue ultime confortanti prestazioni?

C'è da dire che ultimamente ho corso tanto, prendendo parte a quasi tutte le gare a tappe presenti in calendario e questo potrebbe influire sulla mia brillantezza al Toscana. La presenza di due crono, di tappe non difficilissime e di parecchi abbuoni disseminati qua e là mi toglie diverse chances per il podio, anche se ci terrei molto a conquistare almeno una vittoria parziale per onorare la terra che mi ha adottato, ce la metterò tutta!

E dopo il Toscana, come da tradizione, si parte per il Mondiale. Chi saranno le favorite?

Dico due nomi su tutte: Pooley e Vos. Loro hanno dimostrato di essere fortissime quest'anno, possono fare la differenza con la loro classe e il loro motore fuori dal comune. Un passo indietro Johansson e Arndt, che rientreranno sicuramente nei giochi per il podio. 

Le azzurre?
Loro hanno una grande capacità di preparare meglio di chiunque altro l'appuntamento iridato e lo dimostrano le due vittorie nelle ultime tre edizioni. Guderzo e Cantele saranno presenti nelle fasi calde della corsa e la mia compagna Bronzini si farà trovare pronta per una volata a ranghi più o meno compatti. L'ho vista molto determinata a fare bene, mi ha stupito per l'umiltà e la caparbietà con cui lavora e tenderei a non sottovalutarla per Melbourne. E poi ci sono atlete forti come Patuzzo, Baccaille, Bastianelli, che sarebbero pericolose in qualunque azione nascesse da lontano...

Tu e la tua Lituania, invece?
Sicuramente la mia nazionale non è più quella che vinceva 3 titoli in 4 anni a cavallo del cambio di secolo, ma possiamo sicuramente fare una prova dignitosa. Io proverò a correre sulle ruote delle migliori se la corsa si facesse dura, mentre Rasa Leleivyte è una velocista che digerisce molto bene le salite corte come quelle che affronteremo in Australia e, in caso di corsa non tiratissima, sarà lì davanti a sprintare per una medaglia. 


Giuseppe Cristiano

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