Trofeo Matteotti 2010: Fuga di quattro, Chiarini il più lesto - Sul podio Bertagnolli e Rubiano. 4° Pozzovivo
- Trofeo Matteotti 2010
- Androni Giocattoli - Serramenti PVC Diquigiovanni 2010
- Colnago - CSF Inox 2010
- De Rosa - Stac Plastic 2010
- Meridiana Kamen Team 2010
- Daniele Callegarin
- Davide D'Angelo
- Domenico Pozzovivo
- Francesco Ginanni
- Giairo Ermeti
- Giovanni Visconti
- Leonardo Bertagnolli
- Leonardo Giordani
- Luciano Barindelli
- Miguel Ángel Rubiano Chávez
- Pasquale Muto
- Riccardo Chiarini
- Vojtech Hacecky
- Uomini
Erano parecchie, stamattina al ritrovo di Pescara, le curiosità intorno alla 64esima edizione del Trofeo Matteotti, tornato nel calendario internazionale dopo lo stop forzato dell'anno scorso per via dei fondi destinati - giustamente - al terremoto dell'Aquila da parte delle Istituzioni. Innanzitutto, la sfida Ginanni contro Visconti, capitani in pectore delle formazioni forse più accreditate alla vigilia, l'Androni-Diquigiovanni e la ISD-Neri.
Una corsa particolare, il Matteotti: non particolarmente dura in modo tale da favorire gli scalatori, nient'affatto facile per le ruote veloci. Così, 90 volte su 100, è la temperatura dell'aria (e dell'asfalto) a decidere le sorti della gara. I 30°C di Pescara (senza una particolare afa, però, né umidità) avranno dunque senz'altro contribuito alla grande bagarre scatenatasi nel finale, ma scendendo più sul tecnico la corsa può dirsi senz'altro condizionata dall'assenza di una squadra "faro" in grado di controllare la corsa e dalla lunga schiera di pretendenti alla fuga di giornata - soprattutto tra i corridori delle squadre Continental - e ad un piazzamento finale. Anche tra gli italiani, visto che tra gli spettatori più attenti della gara c'era anche il neo ct Paolo Bettini, ancora un po' spaesato nel ruolo di commissario tecnico e ancora troppo riconosciuto come (bi) Campione del Mondo per essere cortese e disponibile davvero con tutti.
La gara si accende subito e Ginanni entra subito nel primo tentativo di fuga: un chiaro segnale che il toscano di Casalguidi non è al 100% e che in queste corse estive cerca la miglior gamba per settembre e - perché no? - per il Mondiale di Melbourne del 3 ottobre. Un tentativo più corposo prende piede più tardi, con Serpa, Fournet Fayard, Di Paolo, Muraglia e Huzarski a menare le danze in testa alla corsa. Androni e ISD presenti, quindi tocca alle altre squadre - Flaminia su tutte - ricucire lo strappo.
Giordani tenta la sortita verso Pescara Colli, seguito a vista da un gruppetto tirato da Ginanni e comprendente Zagorodny, Brambilla ed il veloce Ferrari. Ricompattatasi la situazione per mano dell'ISD, un tentativo degno di nota è quello del pistard ceco Vojtech Hacecky, fresco reduce dalla Sei Giorni delle Rose di Fiorenzuola e protagonista di una bell'azione solitaria a cavallo dell'11esimo e del 12esimo giro, guadagnando fino a 50" su Huzarski, Jackson Rodríguez, Ferrari, Raisoni, Ratto, Stortoni, Kvasina, Muraglia e di nuovo Giordani, col gruppo ancora tirato - manco a dirsi - da Androni e ISD.
Nel corso del penultimo giro è Ermeti a lanciarsi con più convinzione alla caccia del ceco portacolori dell'Atlas, ma quando il piacentino si riporta sulla testa della corsa il gruppo è ormai alle calcagna dei due ed il loro tentativo dura soltanto qualche giro di pedale. A 25 km dal traguardo la situazione di corsa registra il gruppo compatto, ma l'armonia è messa in dubbio dallo scatto di Callegarin a 2 km dal passaggio. Ripreso il lombardo, è l'abruzzese - e suo compagno di squadra - D'Angelo ad accelerare e passare con qualche metro di vantaggio su un gruppetto con Visconti, Ginanni, Pozzovivo e Clarke sotto lo striscione d'arrivo. A circa 30 secondi di distanza, la Ceramica Flaminia tentava di ricucire il buco per favorire il milanese Colli.
In testa si forma un gruppo di 19 corridori con tre ISD (Visconti, Gatto e Clarke), due Acqua & Sapone (Ciavatta e Donati), due Androni (Ginanni e Bertagnolli), due Miche (Muto e Szczawinski), ben quattro CDC (D'Angelo, Muraglia, Torosantucci e Callegarin) e poi Bailetti per la Flaminia, Chiarini per la De Rosa, Ratto per la Carmiooro, Pozzovivo per la Colnago, Proch per la Tecnofilm e Rubiano per la Meridiana. Obiettivamente, si capisce subito che in questo gruppetto ci sarà il vincitore del Trofeo Matteotti.
Il primo a provare l'azione solitaria è Muto, poi sulla salita di Pescara Colli è Pozzovivo ad allungare con decisione: gli resistono soltanto Bertagnolli e Rubiano, mentre Chiarini si accoderà soltanto dopo lo scollinamento. All'inseguimento dei quattro battistrada si forma un altro quartetto composto da Gatto, Bailetti, Muto e Callegarin; ancora più indietro Visconti, che insegue solitario. A 4 km dall'arrivo Visconti riprende i quattro inseguitori, ma per la ISD è decisamente troppo tardi. I 18" di ritardo diventano addirittura 20 ai meno 2.
Sul rettilineo d'arrivo Pozzovivo sa di non avere alcuna speranza di vincere in volata e - controvento - tenta l'anticipo ai 300 metri. Rubiano non si fa sorprendere, ma è costretto ad optare per una volata lunga. Bertagnolli prova ad infilarlo all'interno, sulle transenne, ed il colombiano lo stringe un paio di volte: Rubiano si preoccupa così tanto del trentino che non si accorge che a centro strada c'è la poderosa rimonta di Riccardo Chiarini, che proprio sul traguardo supera il portacolori dell'Androni e conquista così il suo primo successo in carriera (cronosquadre a parte). A 7" Gatto regola il gruppetto dei più immediati inseguitori con Bailetti, Callegarin e Muto. Visconti chiude 9° a 13", mentre Ginanni è addirittura 16esimo a 1'50".
Bertagnolli, consolato dal tm Savio, è un po' arrabbiato con Rubiano e a fine gara non lo nasconde: «Non so perché Rubiano abbia fatto questo tipo di volata. Al termine di una gara così dura è giusto che vinca il più forte, ed oggi non ne abbiamo avuto la prova certa. Sono contento per Chiarini, che è un ottimo corridore ed anche un amico, ma una volata pulita avrebbe potuto avere un esito diverso. In salita - spiega il trentino - non abbiamo potuto far altro che seguire l'azione di Pozzovivo, che ad oggi è decisamente il più forte. È stato lui a fare la grande selezione».
Soddisfazione, invece, nelle parole di Luciano Barindelli, oggi al debutto da stagista con la Carmiooro NGC: «Sono contento perché ho fatto tanta fatica, ma ne è valsa la pena. Siamo arrivati in pochi all'arrivo ed io sono tra questi. All'inizio ero emozionato, adesso penso solo a colmare quel gap per restare con i migliori». Parole belle decise, per un ragazzetto biondo che pare anche abbastanza timido giù dalla bici, ma che evidentemente in sella è più che determinato.
L'analisi finale la lasciamo al neo ct Bettini: «Del Matteotti ho ricordi belli e brutti: nel '97 da neopro' mi ritirati perché ci saranno stati 40°C e subii quasi un trauma, poi la vittoria del 2008 ha cancellato tutto - dice con la sua proverbiale simpatia - La vittoria di Chiarini è certamente un segnale in chiave Nazionale azzurra: da qui in avanti tutte le corse saranno segnali verso il sottoscritto. Il circuito del Trofeo Matteotti ricorda anche abbastanza quello del Mondiale di Melbourne, anche se le collinette australiane saranno forse un po' più esigenti. In ogni caso sarà settembre il mese decisivo, perché la Sanremo e il Giro non possono essere dei lasciapassare per un Mondiale che si corre ad ottobre. Bisognerà avere un'ottima condizione quel giorno, non i mesi precedenti. Il mio lavoro, comunque - conclude Bettini - continua sulla falsariga di quanto fatto da Franco Ballerini: il gruppo sarà più importante del risultato, anche se è ovvio che io per primo mi aspetto di fare il meglio possibile con i ragazzi che porterò».