Tour 2010: Le dichiarazioni della 16a tappa
Versione stampabileEcco le dichiarazioni dei protagonisti al termine della sedicesima tappa del Tour de France.
Damiano Cunego (Lampre-Farnese) da Comunicato stampa
«Nell'analisi della tappa di oggi, parto dalle note positive: sono orgoglioso di riuscire a battermi con generosità ogni volta che la corsa lo permette e mi fa piacere sapere che tanti tifosi mi seguono con la speranza di vedermi finalmente vincere al Tour de France. Purtroppo, anche questa volta non tutto è andato per il meglio e il successo è sfuggito proprio nel finale, in una volata nella quale non sono riuscito a trovare la giusta posizione per impostare lo sprint. Le energie non erano tantissime, ma penso che anche i miei avversari non scoppiassero di forza: il problema è dovuto al fatto che mi sono trovato chiuso un paio di volte e non ho poi più potuto recuperare. La volontà, come si è visto ancora oggi, non mi manca, quindi proverò a sfruttare ancora tutte le occasioni che potranno presentarsi da qui fino a Parigi».
Paolo Tiralongo (Astana) da Raisport
«Ieri sera eravamo convinti che saremmo stati attaccati su ogni fronte, in effetti è successo solo sulle prime due salite. Ho lavorato tanto, ma Alberto mi incitava continuamente via radio. Quanto alla vicenda con Schleck di ieri, vi dico che alla mattina Contador mi aveva detto che avrebbe attaccato agli ultimi 2 km del Port de Balès, quindi non si è trattato di aver approfittato di un incidente meccanico di un avversario, ma di uno scatto pianificato».
Andy Schleck (Team Saxo Bank) da Comunicato stampa
«Oggi per me si trattava di salvaguardarmi e stare con la maglia gialla. Se sul Tourmalet il gruppo in fuga fosse stato più vicino, avrei provato a raggiungerlo, ma la distanza era troppa per mettere a segno un attacco efficace. Ora sono mentalizzato sulla tappa di giovedì, sul Tourmalet spero di poter vincere ancora questo Tour».
Pierrick Fédrigo (Bbox Bouygues Telecom) da L'Équipe
«Ho discusso con Cunego per il fatto che io ero lì tra lui e Moreau, impegnati nella lotta per la maglia a pois, e sprintavo per togliere loro punti, in difesa della leadership di Charteau. Per me solo in cima all'Aubisque è stato il momento di pensare alla vittoria di tappa, fin lì mi ero impegnato per aiutare il mio compagno di squadra».