L'intervista: Roche, ambizione Eireditaria - Tour, il figlio di Stephen vuole la top 10
Versione stampabileNel 2007 il Giro, nel 2008 la Vuelta, nel 2009 - con il passaggio all'AG2R La Mondiale - il debutto al Tour de France, con un secondo ed un terzo posto di tappa e il 22esimo posto nella classifica finale (ma a quasi 40' da Contador) e il sesto posto nella classifica della maglia verde. Sabato 3 luglio, stesso giorno del prologo di Rotterdam, Nicolas Roche compirà 26 anni e prenderà il via al suo quarto grande giro della carriera. Non correrà con la maglia di campione irlandese, a differenza del 2009, visto che un "neo" irlandese (Brammeier, un britannico che ha cambiato nazionalità lo scorso settembre) l'ha beffato in quel di Sligo nella prova in linea. In stagione, il 10° posto alla Parigi-Nizza ed il 5° posto alla Volta a Catalunya gli hanno forse lasciato l'acquolina in bocca in vista dell'eventualità di poter far classifica al Tour de France.
Nicolas, hai corso un Giro di Svizzera molto buono, specialmente nella tappa di Schwarzenburg. Come ti senti ora?
«Mi sento bene. Dopo il Giro di Svizzera ero un po' stanco, è stata una corsa dura. Non sapevo cosa aspettarmi, visto che venivo da un infortunio e mancavo dalle corse da un po' di tempo. Ho deciso di testere le mie gambe per un paio di occasioni particolari, come la tappa di Schwarzenburg, ed ho avuto buone risposte. Sono molto felice».
Pensi di star meglio rispetto allo scorso anno?
«Penso di sì. Ho corso meglio durante questa stagione ed ho acquisito una nuova mentalità, più forte. Sono più maturo e mi sento più pronto stavolta rispetto all'anno passato».
Lo scorso anno terminasti il Tour a ridosso della top 20. Quali sono le tue ambizioni quest'anno? Punterai alla classifica o alle tappe?
«La mia speranza è la classifica generale. Spero di poter ambire ad una posizione tra le prime 10-5, ma poi in corsa bisognerà vedere che cosa succederà. Se andrò in crisi un giorno, sicuramente dovrò iniziare a correre in maniera più aggressiva».
La top 10 può essere un obiettivo realistico?
«Mah... il mio pensiero è: "Perché no?". Il Tour de France è lungo tre settimane, qualcuno avrà le gambe, qualcuno non le avrà, e qualcuno le troverà durante la corsa. Nessuno può sapere come andrà e non vedo perché non dovrei pensare di poter entrare nei primi dieci della classifica finale».
Hai già qualche tappa specifica sulla quale puntare?
«Le tappe di media montagna sono le più adatte a me. Quelle troppo dure per gli sprinter, ma non abbastanza dure per gli scalatori. Nella seconda settimana ci sono parecchie tappe che mi piacciono, ma prima devo aspettare di vedere come andrò nelle tappe alpine».
Diamo insieme uno sguardo ai grandi favoriti. Chi pensi sia il più forte, al momento?
«(ci pensa) Armstrong! Ho corso con lui al Giro di Svizzera e mi è sembrato davvero molto forte».
Abbastanza forte da poter battere Alberto Contador?
«Penso di sì. Penso proprio che possa vincere il Tour. Sarà certamente nel gruppo dei migliori quando le cose si faranno serie».
Lo scorso anno la grande sopresa in classifica fu Wiggins. Chi pensi possa essere l'outsider di quest'anno?
«Se essere la sorpresa significa entrare nella top 10, allora penso che Tony Martin possa essere il corridore più adatto, a patto che non debba lavorare troppo per aiutare Rogers e Cavendish. Lo scorso anno arrivò al Tour un po' stanco, ma quest'anno ha fatto molto bene sulle montagne del Giro di Svizzera e credo possa essere un outsider di livello. Ripeto, però, che questo potrà avvenire solo se non dovrà lavorare per Rogers e Cavendish per tutto il tempo».
(Cycling123.com - traduzione Mario Casaldi)