Delfinato 2010: TurBoasson semina tutti - Brajkovic controlla: a lui la generale
Dopo un febbraio davvero sfivillante in molti si sarebbero aspettati di vedere Edvald Boasson Hagen primeggiare sui traguardi più prestigiosi delle grandi classiche, Sanremo su tutte, ma nel ciclismo, si sa, l'imprevisto è sempre dietro l'angolo: un'infiammazione al tendine d'achille ha costretto il corridore norvegese della Sky a uno stop forzato proprio quando stavano arrivando le sue corse. Per un ragazzo di 23 anni forte e di grande talento uno stop di due mesi, seppur nel vivo nella stagione, è abbastanza facile da superare a livello fisico, meno forse a livello mentale: essere costretto a guadare dalla tv quelle gare su cui avevi incentrato la prima parte di stagione può essere frustrante e può bloccarti al momento del rientro.
Edvald, invece, ha reagito con grande grinta e determinazione e, dopo una gara di assestamento in Baviera, qui al Delfinato lo abbiamo ritrovato già con una buona condizione che, con ogni probabilità, gli permetterà anche di essere al via per la prima volta al Tour de France, una partecipazione messa in discussione proprio dall'infortunio ai tendini. Il terzo posto di mercoledì nella cronometro è stato un primo segnalo ma oggi a Sallanches è arrivata la conferma definitiva che Boasson Hagen è tornato e che nel finale di stagione bisognerà fare i conti anche con lui.
Il corridore norvegese, però, deve ringraziare molto la sua squadra per il successo odierno perché la Sky ha tirato a lungo nei primi 50 km per chiudere su una fuga di otto uomini (Tjallingii, Brandt, Meier, De Weert, Augé, Dumoulin, Roels e Pérez) che era riuscita a guadagnare fino a 2'50". Una volta ridotto il margine a poco più di una decina di secondi, intorno al km 60 è partita la fuga che si sarebbe poi rivelata decisiva: i 17 uomini in testa erano Perget (Caisse), Tjallingii (Rabobank), Silin (Katusha), Aerts (Omega Pharma), Santaromita (Liquigas), Millar (Garmin), Le Mével (FDJ), De Weert e Cataldo (Quick Step), Boasson Hagen (Sky), Minard e Pauriol (Cofidis), Knees (Milram), Isasi e Pérez (Euskaltel), Lefèvre (Bouygues) e Duran (Footon).
All'ingresso del circuito finale di Sallanches (lo stesso del Mondiale del 1980 dominato da Hinault) il ritardo del gruppo era di due minuti ed il grosso del lavoro era svolto dagli uomini della Ag2r, un po' per la tappa, un po' per difendere la posizione nella generale di Riblon da Pauriol e Knees, i due più vicini in classifica. Sul terzo dei cinque passaggi sull'impegnativa Côte de Domancy che caratterizza il circuito si seleziona in piccolo drappello di cinque uomini formato da Boasson Hagen, Duran, Le Mevel, Santaromita e Silin: il gruppo era segnalato ancora a più di un minuto e solamente l'Ag2r tentava di chiudere questo gap ma passaggio dopo passaggio il numero dei gregari a disposizione diminuiva. La corsa è rimasta molto incerta fino all'inizio dell'ultima ascesa del giorno: a 8 km dall'arrivo Boasson allungava in testa staccando i compagni di fuga, dietro gli uomini Ag2r si rialzava dando così il via libera ai battistrada.
Nel finale Boasson Hagen ne ha più di tutti e si presenta tutto solo al traguardo di Sallanches: Duran arriva dopo 27", Silin dopo 32". Nonostante il percorso si prestasse particolarmente ad attacchi e imboscate nel gruppo maglia gialla non succede praticamente nulla e solo negli ultimi chilometri il gruppo si fraziona leggermente senza però cambiamenti di rilievo nella classifica generale: il Brajkovic visto ieri all'Alpe d'Huez sarebbe stato comunque difficile sta staccare e l'Astana avrà saggiamente preferito non sprecare molte energie visto che l'obiettivo numero uno è e rimane il Tour de France. Per lo sloveno della RadioShack arriva quindi quello che senza dubbio deve essere definito come il successo più importante della carriera: nelle corse a tappe disputate in questa stagione il peggior risultato di Janez è un 11° posto alla Parigi-Nizza e forse questo ragazzo sta finalmente facendo vedere anche tra i professionisti i numeri che aveva tra gli Under 23. E a proposito di Under 23 concludiamo esaltando ancora una volta il podio di Tejay Van Garderen perché a 22 anni non sono molti quelli ad andare così forte a cronometro e a difendersi in salita: in ottica corsa a tappe, sicuramente, un talento da seguire.