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Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Daniela Lionco

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Daniela Lionco

Sportivamente parlando le prime cose che ci vengono in mente del Brasile sono i suoi calciatori dalla classe sopraffina, dei piloti che hanno fatto storia e pallavolisti eccezionali. Negli ultimi anni, però, sta crescendo pian piano anche il movimento ciclistico che ha livello nazionale vanta un buon numero di squadre e corridori che però gareggiano quasi sempre entro i confini nazionali. Contrariamente a molte altre nazioni, in Brasile, c'è anche un discreto numero di atlete che praticano ciclismo a buon livello e sono ben cinque a correre regolamente in Europa, tutte in squadre italiane: una nel Team System Data e ben quattro nella Chirio-Forno d'Asolo, tra cui Daniela Lionco.

Iniziamo subito dalle presentazioni...

«Il mio nome è Daniela Cristine Lionco e sono nata l'1 gennaio del 1989 a Cascavel, una città dello stato Paraná vicino al confine con il Paraguay e con l'Argentina».

Lionco potrebbe sembrare quasi un cognome italiano, hai mica dei parenti che vengono dall'Italia?

«Esatto! I miei nonni che sono originari di Trissino, un piccolo paese in provincia di Vicenza. Quando sono in Italia e non sono in ritiro, infatti, abito proprio in Veneto e ho anche il doppio passaporto che mi aiuta molto per questioni burocratiche legate ai tesseramenti».

Facciamo un salto indietro nel tempo, quando hai iniziato ad andare in bicicletta?

«Tutto è iniziato nel 2006. Prima andavo in MTB ma solo per divertimento poi un giorno sono andata a vedere una corsa e da lì è scattata la passione e mi sono detta "Proviamo!". Qualche mese dopo c'era una corsa vicino per le junior e mi sono allenata tantissimo perché la volevo vincere: alla fine ho vinto addirittura la gara nella categoria élite e nelle settimane successive ho vinto anche una gara regionale e una nazionale. Quasi non ci credevo perché era arrivato tutto dal nulla e non me l'aspettavo».

Daniela con l'inseparabile RosaneUn inizio praticamente da vera campionessa. Dal Brasile all'Italia, però, la distanza è tanta, come sei arrivata qui da noi?

«Nel 2007 ero stata convocata per il Campionato Panamericano e dopo aver fatto bene in alcune gare a metà del 2008 Manuel Fanini mi ha offerto di fare uno stage nella System Data. In questo periodo ho disputato anche il Giro della Toscana: purtroppo mi sono dovuta ritirare proprio all'ultima tappa ma è stata un'esperienza bellissima e così è iniziata la mia avventura nel ciclismo italiano».

Immaginiamo che tra le corse giù in Brasile e quelle italiane ci sia una bella differenza, è così?

«Praticamente è un altro mondo! In Brasile le gare sono più corte e più veloci e partecipano anche meno ragazze. Il livello sta cominciando a crescere ma non è certo come in Europa dove ci sono tutte le migliori».

Nel 2009, però, hai avuto modo di ambientarti un po' alle corse italiane, come ti sei trovata?

«Nel 2009 ho corso con la Cristoforetti-Cordioli e ho fatto tante gare Under 20 e mi è servito molto. Purtroppo però poteva andare meglio perché due cadute mi hanno messo ko e sono dovuta stare ferma per un mese: dopo è stata molto dura riprendere il ritmo e ho faticato un bel po'. Però ho fatto anche qualche gara su pista e non mi sono trovata male».

Quest'anno se passata dalla Cristoforetti-Cordioli alla Chirio Forno d'Asolo, come ti sei trovata in questo cambio?

«Alla Cristoforetti mi sono trovata bene ed eravamo un bel gruppo però non potevo più correre tra le Under 20 e qui sono venuta alla Chirio. Qua siamo in tante quindi ci sono meno occasioni per correre ma essere in squadra con altre tre ragazze brasiliane aiuta molto: l'anno scorso ero in mezzo a tutte ragazze italiane, sebbene come passaporto correvo anche io come italiana, e la differenza si sente. Poi qui ho legato molto con Rosane (Kirch, ndr) e mi può insegnare molto: a inizio anno abbiamo corso insieme la Volta do Futuro in Brasile e sono stata la sua gregaria per tutte le tappe (ride)»

Non abbiamo ancora parlato delle tue caratteristiche...

«Sono una velocista anche se qua in Europa, anche quando non è molto impegnativa la gara, è difficile fare la volata. Io comunque non mi tiro mai indietro anche se so che devo migliorare molto in alcuni aspetti, soprattutto in salita e magari dovrei cercare di perdere un po' di peso».

C'è qualche ciclista che consideri un tuo idolo o comunque un esempio da seguire?

In centro per negozi

«Robbie McEwen! Le sue volate sono sempre fantastiche, riesce a vincere in tutti i modi e penso che chi vuole diventare uno sprinter può imparare molto anche solo a guardarlo in tv. Tra le donne invece ammiro molto la Cantele. Poi la mia città natale, Cascavel, è anche quella di un ciclista che in Brasile è molto conosciuto e rispettato, Nilceu Aparecido Santos, visto che ha vinto per quattro anni di fila la Copa America de Ciclismo; e guarda caso anche lui è un velocista (ride)

Proviamo a fare nel futuro e guardiamo al 2016: Rio de Janeiro ospiterà per la prima volta le Olimpiadi e siamo sicuri che tutto il paese vorrà ben figurare in quell'occasione. La federazione sta facendo qualcosa per aiutare voi cicliste più giovani e per farvi crescere pensando a quelle gare?

«Le Olimpiadi sono un sogno e a volte mi capita di pensarci anche se manca ancora molto tempo. Noi giovani non siamo tante e per adesso la federazione non ha avviato dei programmi specifici: il Brasile, però, sta crescendo nel ciclismo, dobbiamo ancora imparare molto ma con i tempo ci stiamo facendo conoscere sempre di più. In sei anni si può fare molto e magari prima del 2016 ci potrà essere un bel salto di qualità».

I brasiliani hanno la fama di gente a cui piace molto divertirsi, anche tu sei così?

«(ride) A chi non piace divertirsi un po'? Ovviamente se vuoi andare forte in bicicletta c'è un limite però ridere e scherzare aiuta sempre».

Oltre alla bicicletta hai qualche hobby particolare?

«Andare in palestra? No, dài, scherzo! Mi piace molto fare le arrampicate sulla roccia e il "rapel", le discese sempre con la corda. Il contatto con la natura è una cosa che adoro, a volte starei anche ora seduta in bel posto a guardare il paesaggio».

E la musica? Meglio quella brasiliana o quella italiana?

«Assolutamente quella italiana! Le mie compagne mi hanno fatto sempre dei corsi accelerati e mi piacciono molto quelle degli 883 anche se non sono molto recenti».

Bene, noi ti facciamo un grande in bocca al lupo per la tua carriera e ora ti lasciamo andare a riposare ché dopo l'allenamento sarai stanca...

«Eh, un po' sì! Crepi il lupo e un saluto a tutti gli amici di Cicloweb!»

Sebastiano Cipriani

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