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Giro d'Italia 2010: L'Astana non incide, Sastre si difende - Male Androni e Acqua&Sapone

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La Liquigas in azione - Foto BettiniA questo punto possiamo dire che quest'avvio di Giro d'Italia non ci sta facendo proprio mancar niente in termini di emozioni, colpi di scena e avvicendamenti vari. Ci siamo lasciati alle spalle l'Olanda tra gli sconquassi prodotti da vento e cadute per riabbracciare l'Italia tra Savigliano e Cuneo, teatro di una nuova giornata in grado di mutare ulteriormente il volto della classifica generale. Una cosa però ci balza subito all'occhio: la prossima volta che ci diranno di un corridore dotato di talento medio-elevato o particolarmente elevato, arruolato in tutta fretta per disputare il Giro d'Italia proprio mentre si godeva tranquillo un pò di relax, magari su una spiaggia o sorseggiando una granita, oltre ad un bonario sorriso iniziamo pure a fregarci le mani. Perchè quello che ci ha detto questa cronosquadre è che la Liquigas invece di star sulla difensiva ha piazzato la botta e fatto capire che da ora in avanti non ci sarà tanto da scherzare; perchè il presunto dualismo tra Vincenzo Nibali e Ivan Basso per il momento non ha ragione di esistere e perchè proprio Vincenzo Nibali, comunque andrà a finire il suo Giro d'Italia, finora ha fatto in pieno il suo dovere e si è assolutamente meritato una maglia rosa che, in pochi giorni, si è mostrata varia in una sorta di escalation di prestigio, ambizioni, storie. Partiti con Wiggins, ammirati con Evans, entusiasmati da Vinokourov ed ora sorpresi, ma neanche tanto, da Nibali.

Una Liquigas che tra l'altro ha fotografato meglio questa nuova matta giornata, perchè quando vi sono cambiamenti metereologici continui nell'arco di una cronometro a squadre è inevitabile che ci si possa aspettare di tutto. Così, dopo una partenza sotto la pioggia, protrattasi per tutta la prima metà del tracciato e che si è fatta sentire al primo rilevamento cronometrico (20'01" contro il 19'31" fatto registrare dal Team Sky), il team di Amadio ha beneficiato sensibilmente del miglioramento delle condizioni che li ha addirittura fatti arrivare con qualche raggio di sole sul traguardo. Ma soprattutto ha visto la Liquigas dare fondo a tutte le proprie energie, con una dimostrazione di compattezza non messa in difficoltà neppure dalla lieve ascesa finale e che ha fatto sì che solo con un finale straordinario si potesse spodestare il Team Sky, a cui si stava per riservare gli onori che meritava chi non era venuto meno al pronostico della vigilia. Un 36'37" che ha migliorato di 13" il tempo fatto registrare dai britannici ma che ha dato senz'altro assestato un bel colpo nei confronti dei rivali diretti per il successo finale di questo Giro, ben consci ora che contro una squadra che finora non ha praticamente sbagliato nulla, sopravvivendo a quella sorta di tonnara andata in scena in Olanda, bisognerà impegnarsi a fondo e inventare. Nibali in rosa, il capitano designato Basso distante appena 13", la consapevolezza di poter contare su gregari assolutamente validi ed ecco che qualche cupo pensiero comincerà ad aleggiare in qualcuno. C'era curiosità per vedere come avrebbe risposto Evans, i cui limiti di squadra sono ahilui venuti fuori verso Middelburg, e il minuto e ventuno accusato dalla BMC (quarta squadra a prendere il via) non è esaltante ma senza dubbio meno peggio rispetto a qualche altra prestazione registrata quest'oggi, anche se i 2 minuti scarsi accusati da Nibali ed il distacco quasi identico che lo separa da Basso cominciano ad essere importanti; sapevamo che Carlos Sastre sarebbe stato chiamato sulla difensiva ed i 38" pagati quest'oggi dalla sua Cervélo sono stati un qualcosa andato probabilmente oltre le più rosee previsioni, pur se i 2'13" di ritardo dello spagnolo nella generale attuale non potranno non chiamare all'azione nel momento opportuno; immaginavamo invece la voglia di Vinokourov di mantenere le insegne del primato ed anzi, magari aumentare sensibilmente il proprio divario nei confronti dei rivali. Quel che molto meno immaginavamo è stato il finale del team kazako che ha provocato l'arrabbiatura niente male di Vino, con una squadra (che già aveva perso per strada un elemento come Gasparotto che, in caso di maggior tenuta, sarebbe senz'altro risultato preziosissimo) giunta praticamente sfaldata sul traguardo in quanto Stangelj aveva la propria spia rossa accesa da almeno 5 chilometri ed era chiamato allo sforzo sovrumano del quinto elemento utile per poter far segnare il tempo sulla linea del traguardo. Forse le trenate di Vinokourov e di Grivko si sono rivelate particolarmente veementi e controproducenti, forse semplicemente lo sforzo (anche per loro partenza sotto la pioggia e tempo in linea con quello dei Liquigas all'intermedio) non è stato gestito al meglio da chi poteva dare quel qualcosa in più, sta difatto che nei gesti d'incitamento frammisto a stizza di Vinokourov si è compresa tutta la delusione per i 38" di ritardo (quinta posizione) decretati sul traguardo. Ancor meno soddisfazioni per Scarponi e la Diquigiovanni (2'24" sul traguardo e 2'35" di distacco ora per il marchigiano) e soprattutto per Garzelli e l'Acqua&Sapone, con questi ultimi che hanno concluso in penultima posizione a 2'39", vanificando un po' le buone prestazioni del varesino in Olanda (per lui ora il gap da colmare è di 2'49"). Di certo anche il tempo ballerino ci ha messo il suo zampino ma ora, contando anche la sfortunata e prematura uscita di classifica di Francesco Masciarelli appare inevitabile a questo punto aspettarsi una corsa d'attacco, magari già dal Terminillo, così come per il team di Savio che però, sotto questo punto di vista, difficilmente ha deluso in passato.

Le difficili condizioni atmosferiche che hanno caratterizzato la prima parte di tracciato si sono sicuramente fatte sentire in alcune prestazioni, tanto che probabilmente anche la stessa Sky (che ha perso subito Sutton per via di una foratura) ha finito col pagare quei secondi importanti a garantirle il successo di tappa; non hanno giovato all'HTC-Columbia, altra favoritissima che, nonostante la scelta di pneumatici adatti alla situazione, è finita terza a 21" mentre molto di più ci si sarebbe aspettati dalla Garmin che, pur orfana di Vande Velde, ha pur sempre nelle sue file passisti di prim'ordine e che invece ha chiuso in ottava piazza a 49". Un secondo dietro (e quindi nona) è invece terminata la Saxo che cullava con Richie Porte i propri sogni di primato e che invece vede l'australiano momentaneamente privato anche della maglia bianca (a vantaggio di Valerio Agnoli). Chi ha senza dubbio fatto registrare una bella prestazione è stato invece il Team Katusha, autrice del secondo miglior intertempo con 19'35" e che ha chiuso col quarto tempo assoluto a 27" dalla Liquigas. Tutto a vantaggio del sornione Karpets, ben felice di sottoporsi allo sforzo del Giro d'Italia e che per ora si è rivelato all'altezza della situazione (in attesa che magari Pozzato, una volta smaltiti i dolori al ginocchio, provi a lasciare il segno).

Salvo ulteriori sorprese Nibali questa maglia rosa se la godrà anche domani (giusto gli abbuoni al traguardo volante ed una volata vincente potrebbero permettere a Greipel o Goss di spodestare il siciliano) ma intanto che se la goda quest'oggi, nella tranquillità mista ad emozione di chi vive alla giornata. Verona adesso è ancora più facile sognarla.

Vivian Ghianni

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