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Greg, Grega e i disgregati - Ventagli, poi Henderson su Bole

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Guardando il profilo della prima tappa di questa Parigi-Nizza 2010 in molti sarà stata forte la tentazione di trovare un programma alternativo per questo primo pomeriggio, o al massimo di gustarsi solamente gli ultimi 5 chilometri. Certo, si sarebbe potuto pensare, se non si è riusciti ad inserire neppure un dentello che avesse una parvenza di Gpm figuriamoci se la tappa non finisce col più classico dei volatoni! A meno che...
A meno che non succeda qualcosa di incredibile o più semplicemente non intervenga il Dio Eolo in persona a movimentare un pò le cose e rendere appassionantissima una tappa che era destinata a scivolare via tra le tante. A questo punto in chi non ha potuto assistere al finale di tappa odierno crescerà ben più di una punta di rammarico ripensando a quel famoso detto che recita "non succede, ma se succede...". Ed allora diciamo intanto chi questa tappa l'ha conclusa decisamente col segno più: la Caisse d'Epargne e Alejandro Valverde (con la voglia d'escogitare qualcosa da parte di quest'ultimo per recuperare quei 30 secondi scarsi accumulati nel prologo), che non ci hanno messo molto a prendere la palla al balzo per scatenare una rumba rivelatasi fastidiosa per molti e a cui resta forse giusto quel pizzico di rammarico per il risultato finale di tappa, se escludiamo ovviamente i secondi guadagnati; un Lars Boom che oggi ha sperimentato in maglia di leader la modalità "corsa da padrone", andandosi a prendere 2 preziosi secondi nei traguardi volanti e poi ricucendo con un'azione notevolissima il buco creato dai Caisse nel momento topico della gara; infine lo sprinter scaltro, colui che ha pensato che a vincere questa frazione a Contres doveva essere comunque una ruota veloce e che risponde al nome di Greg Henderson, uno che evidentemente non vuol perdere l'abitudine di regalare sorprese o mezze sorprese quando meno te l'aspetti.
Giornata partita con andatura subito molto elevata (prima ora sul filo dei 50 orari) e con Romain Feillu e Timmer a tentare l'avventura a partire dal terzo chilometro (per loro 145 km circa di avanscoperta e 6'20”) di vantaggio massimo, con i Rabobank a fare buona guardia e a non farsi sorprendere dalle prime schermaglie dovute al vento (che invece hanno provocato un momentaneo ritardo di Greipel, sicuramente il pericolo numero 1 per tutti gli altri velocisti in caso di arrivo a ranghi compatti). Quando però si è superato il cartello dei -45 chilometri all'arrivo l'andatura elevata, la strada stretta e la voglia di mantenere le posizioni buone hanno fatto da prologo a ciò che sarebbe successo una ventina di chilometri più avanti: una caduta ha coinvolto tra gli altri Rolland, Samuel Sánchez (aiutato da tutti i compagni di squadra), Bozic e Carlström mentre davanti Philippe Gilbert ha deciso che era giunto il momento di tentare una stilettata delle sue nonostante il percorso non fosse dei più adatti, ma hai visto mai...
Con lui un altro Skil-Shimano, ovvero Veelers, con cui il margine raggiunge ben presto una quarantina di secondi, fino a toccare il minuto ai -33. Non si fa in tempo a concentrarsi sulle possibilità della coppia al comando che ai 31 dall'arrivo si registra un'altra caduta, innescata da una sbandata nelle posizioni d'avanguardia, dopo che un Rabobank e un Caisse d'Epargne sono venuti a contatto. Vari atleti oltre bordo strada quindi e ruzzolone per coloro che se ne stavano fin lì tranquilli nella pancia del gruppo, tra cui spiccano Leipheimer e Cunego, ripartiti fortunatamente senza conseguenze.
Il nervosismo inevitabilmente cresce e a circa 20 chilometri dal traguardo scende di nuovo in campo il vento: mentre Tony Martin guida l'avanguardia del gruppo seguito attentamente dai Caisse il plotone inizia a frazionarsi, costringendo alcuni ad accantonare definitivamente i propositi di una buona classifica generale: a farne le spese tra gli altri Cunego (scortato da vari compagni di squadra), Vande Velde, Rolland, Fuglsang, Valjavec e Brice Feillu, il cui ritardo sulla linea del traguardo sarà nell'ordine dei 7'12".
La situazione sembra farsi ulteriormente interessante quando, una volta ripresi Gilbert e Veelers ai -16, in testa al gruppo fanno capolino anche le maglie della Liquigas, a dar man forte ai Caisse mentre l'assenza di maglie Astana (fino a quel momento presenti nelle prime posizioni) e soprattutto dell'Euskaltel di Samuel Sánchez, già costretta ad inseguire dal precedente contrattempo, fa presagire che qualcosa possa effettivamente succedere. Difatti non ci vogliono molti chilometri per rendersene conto: a 12 chilometri dall'arrivo la Caisse d'Epargne decide che è il momento di agire e con Luis León Sánchez e Valverde bardato a pois (ottimamente coadiuvati da Ivan Gutiérrez e García Acosta) provano a scatenare l'inferno davanti.
Il primo ad accorgersi del pericolo è proprio Boom, che con una trenata mostruosa sul filo del bordo strada ricuce il gap in breve tempo. Il gruppetto diventa di 5, 10, infine 15 corridori con due Saur (Galland e Lemoine), due Katusha (Ivanov e Kolobnev), fior di passisti come Voigt, Millar e Tony Martin oltre a Kreuziger, Roche e a tre temibili ruote veloci come Bole, Marcato e soprattutto Henderson oltre ai sopracitati a rendere interessantissimo il finale. La situazione è delicata, con i chilometri che scorrono via ed il vantaggio del gruppetto che si mantiene costante sui 25" sugli inseguitori tra i quali appare realmente arduo organizzare la caccia (la Rabobank con Boom davanti si limita a controllare, l'Euskaltel è costretta ad impegnarsi a fondo).
In tutto il bailamme subentra l'ennesimo colpo di scena quando in prossimità dei -3 all'arrivo Contador finisce a terra assieme ad Haussler e solo grazie al repentino passaggio di bici di Stangelj e alla provvidenziale scia dell'ammiraglia Rabobank riesce ad evitare guai di gran lunga peggiori. Con Gutiérrez e García Acosta a spingere a tutta per conservare il margine necessario ad evitare il ritorno del gruppo ci si interroga su cosa avranno in serbo i Caisse: volata con Valverde o stoccata di LLS come remix del Tour Down Under?
In una simile incertezza a rompere gli indugi ci ha pensato Ivanov, partito deciso appena superato il triangolo rosso dell'ultimo chilometro e prontamente rintuzzato da Roche. Agli 800 metri però la stoccata di Tony Martin è stata di quelle che fanno male visto il gran motore di cui dispone il giovane tedesco e la mossa costringe alla difensiva proprio i Caisse con León Sánchez a tentare disperatamente di chiudere per poi lasciare il campo a Valverde. Superati i 500 metri però il tedesco è ancora avanti per l'ultimo sforzo, Sánchez non riesce a chiudere e la tappa sembra quindi finire lì.
Ai 250 metri lo spagnolo si volta in cerca di Valverde che però appare ancora troppo indietro, ragion per cui provano a partire Kolobnev (troppo appesantito però) e soprattutto Bole sulla sinistra. La progressione dello sloveno sembra essere irresistibile, l'uomo Lampre supera agevolmente Martin e si avvia a conquistare il successo, ma negli ultimi venti metri subisce la notevole rimonta di Henderson che piazza il colpo di reni e regala una nuova gioia al sempre attesissimo Team Sky. Terzo un sorprendente Galland davanti a Kolobnev e Valverde mentre il resto del gruppo (Contador compreso) giunge a 17", regolato allo sprint da Francesco Chicchi.
Boom porta a 5" il suo vantaggio su Voigt in una generale dove in terza posizione si installa Millar (a 13"). Non resta quindi che attendere la tappa di domani, perché con queste premesse anche nel finale di Limoges di scontato potrebbe non esserci nulla.

Vivian Ghianni

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