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Ultima prova a Vos, la Coppa è di Daphny - A Hoogerheide Van den Brand brinda al successo finale. Bene Lechner

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La disputa dell'ultima prova di ciclocross a Hoogerheide in Olanda, teatro dell'ultima edizione dei campionati del mondo, poteva far pensare fin da subito che la questione per il successo finale si sarebbe risolta tra le beniamine di casa. A giochi fatti non possiamo che affermare che le cose sono andate esattamente così, con il trionfo di una nazione che piazza tre atlete non solo sul podio di giornata ma addirittura nella classifica finale della challenge, senza contare che a questo punto la nazionale orange, chiamata a difendere a Tabor il titolo conquistato dodici mesi orsono, assume sempre più l'aspetto della corazzata.
I dubbi sul pomeriggio perfetto olandese poi erano già evaporati in partenza con il nuovo forfait di Katherine Compton, ancora alle prese con problemi fisici ed inevitabilmente preoccupata di rimettersi in sesto per l'appuntamento iridato.
Non resta quindi che fissare alcuni punti: per Marianne Vos è arrivato il terzo successo personale in stagione in Coppa del Mondo e l'ennesima dimostrazione di saper onorare come poche il ciclismo in tutte le sue sfaccettature, oltre all'aver degnamente onorato la maglia iridata. Cinque miseri punti l'hanno divisa dalla vittoria finale, tanto da far risultare decisiva l'assenza nella prima prova di Coppa del Mondo a Le Bandie ma a conti fatti non ci può rammaricare di nulla: fuoriclasse sì, ma sempre di un essere umano si parla e comunque tra neppure una settimana c'è la possibilità di bissare quella maglia che invece continua a sfuggirle da tre stagioni ormai su strada. Per Daphny Van Den Brand invece la vittoria finale della Coppa del Mondo (seconda in carriera dopo quella conquistata nel 2003, anno in cui si laureò anche campionessa del mondo) è il premio alla regolarità di chi magari non avrà il feeling di un tempo con la vittoria in appuntamenti così prestigiosi, eppure è sempre lì e, mattone dopo mattone, finisce per costruire la sua solida casetta. Alle due leader indiscusse nel movimento olandese si affianca, da terza incomoda, Sanne Van Paassen, capace di ritagliarsi i propri spazi nel tempo e di regalarsi la miglior performance in coppa.
Sono proprio le tre atlete di casa a partire a spron battuto, racimolando nel corso del primo giro subito una decina di secondi nei confronti delle più immediate inseguitrici, ovvero l'americana Dombroski e la tedesca Brandau. Da dimenticare invece la prima tornata della ceca Nash, vincitrice a Roubaix la settimana scorsa, coinvolta in una caduta che per sua fortuna non ha avuto conseguenze più serie e che l'ha costretta a passare sul traguardo in quindicesima posizione a 24 secondi di ritardo. Coinvolta in una caduta nelle prime fasi anche Eva Lechner, unica italiana al via (Vania Rossi, l'altra atleta candidata a vestire una maglia azzurra anche al mondiale, ha infatti concluso anzitempo la sua stagione per via di dolori alla schiena) che però col passare dei giri riuscirà a riprendersi molto bene. Al termine del secondo giro i secondi di vantaggio di Vos, Van Den Brand e Van Paassen diventano trenta ed alle loro spalle non sono più in due, bensì in sei le atlete ad inseguire, dal momento che alle già citate Dombroski e Brandau si aggiungono Kupfernagel, Ferrier-Bruneau, Nash e proprio la campionessa italiana Lechner.
La più attiva del gruppetto sembra essere la Nash, che difatti prova a gettarsi all'inseguimento della testa della corsa in compagnia della Kupfernagel, anche se al comando non c'è più un terzetto ma la solita Vos, che nel frattempo con un attacco deciso aveva salutato la compagnia delle due sue connazionali. Terminato il terzo giro i riscontri cronometrici hanno fatto registrare il vantaggio della Vos nell'ordine dei 15 secondi su Van Paassen e Van Den Brand e di 40 sulla Nash ed a quel punto è apparso fin troppo chiaro come la corsa si sarebbe presto ridotta alla conquista delle posizioni di rincalzo.
Con un margine di 30 secondi nel corso dell'ultimo giro Marianne Vos ha così messo l'ipoteca per il successo mentre alla Van Paassen è rimasta la soddisfazione della piazza d'onore a 33 secondi, precedendo una Van Den Brand ormai tranquilla e appagata del successo finale in Coppa del Mondo. Interessante invece la lotta che si è consumata alle spalle tra la Nash e la Kupfernagel (non si può certo dire che la tedesca, vincitrice uscente della challenge, non abbia abdicato con onore) con la ceca che ha cercato in tutti i modi di staccare l'avversaria diretta ma, dopo aver acquisito al massimo pochi secondi di vantaggio, alla fine è riuscita ad aggiudicarsi la quarta posizione (a 47 secondi) solo allo sprint.
Soprattutto però per la Nash l'ultimo piazzamento ha assunto molta importanza in chiave mondiale, dato che le consentirà di partire da una buona posizione in griglia nel mondiale di casa. Bravissima poi Eva Lechner, che conquista il sesto posto finale a 1'10" col rammarico di una scivolata che avrebbe forse potuto permetterle di partecipare alla lotta per la quarta piazza. Moralmente però la prova di Hoogerheide è stata il miglior viatico possibile per un mondiale a cui arriva in ottime condizioni di forma, che non rendono affatto impossibile il ripetere un risultato come quello dello scorso anno. Completano la top-ten la campionessa francese Mani (a 1'22"), la tedesca Brandau (a 1'32"), la statunitense Domboski (a 1'38") e l'altra francese Ferrier-Bruneau (a 1'46").
La classifica finale di Coppa del Mondo recita invece Van Den Brand prima con 330 punti, davanti a Vos con 325 e Van Paassen con 268. Eva Lechner chiude invece al 13esimo posto con 106 punti. Appuntamento quindi a domenica prossima Tabor per scoprire se qualcuno riuscirà a contrastare lo strapotere olandese o se invece l'iride è destinato a rimanere nel Paese dei tulipani.


Vivian Ghianni

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