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Malay visto Matthews? - La prima volata è dell'australiano

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Tutti si aspettavano la volata, e volata è stata. Ma forse solo in pochi si aspettavano che sul traguardo di Kuala Berang il nemmeno ventenne australiano Michael Matthews del Team Jayco desse una bicicletta a tutti lasciandosi alle spalle lo spagnolo della Footon-Servetto Vidal Celis e il Kazako Ruslan Tleubayev.
E dire che le attenzioni erano tutte puntate su René Haselbacher e sull'idolo locale Anuar Manan. I due sulla carta dovevano giocarsi la tappa allo sprint ma si sono dovuti accontentare della sesta e della quarta piazza. Il primo ha pagato una cattiva organizzazione del treno che è partito troppo presto ai -7 km dall'arrivo lasciando troppo solo all'ultimo km l'austriaco, reduce tra l'altro da un periodo di intensi allenamenti in Sudafrica. Manan invece ha forse sprecato troppe energie durante la tappa andando a conquistare il primo e il secondo sprint intermedio che comunque gli hanno garantito di poter indossare a fine tappa la maglia di leader della classifica a punti per la gioia del popolo malese.
Grande merito dunque al vincitore, reduce da un Tour Down Under vissuto senza grandi sussulti e da una vittoria di tappa al Tour de Wellington neanche un mese fa. Matthews, campione d'Oceania in carica su strada e a cronometro tra gli Under 23, ha quindi una buona condizione che gli permetterà sicuramente di ben figurare anche nelle prossime tappe. Infatti Matthews è molto veloce e in Italia ce n'eravamo accorti l'anno scorso al GP Liberazione quando il giovane australiano si era dovuto inchinare solo al nostro Sacha Modolo, rischiando di succedere nell'albo d'oro della corsa romana ai connazionali Goss e Sutton. Sicuramente risentiremo parlare di questo ennesimo giovane talento australiano.
La corsa prima dell'epilogo è stata animata da diversi tentativi di fuga dove si sono inseriti anche i corridori delle squadre più forti, la Footon e l'ISD. Ma proprio la presenza di questi corridori nei vari tentativi ha impedito che il vantaggio decollasse. Al km 40 infatti erano andati via in 14 tra cui Brändle, Celis e Walker della Footon Servetto, Pydgornyy dell'ISD-Neri e Ackermann della Vorarlberc-Corratec. Gli altri 9 corridori non hanno collaborato spegnendo sul nascere l'interessante tentativo. Poi ci ha pensato l'australiano Peter McDonald (Drapac Porsche Cycling) ad animare la tappa per un centinaio di chilometri. L'australiano, guidato dal Direttore Sportivo di chiare origini italiane Agostino Giramondo, ha accumulato fino a 9'30” di vantaggio prima di essere risucchiato dal gruppo a 25 km dall'arrivo. Ma la sua fuga gli ha permesso di conquistare la maglia di leader dei GPM se di montagna si può parlare visto che il primo GPM di oggi era un ponte su un fiume a pochi metri dal mare e a 24 metri d'altitudine.
Ma questo è il Langkawi, una sorta di prima settimana del Tour de France, con lo show dei velocisti per 5 giorni di fila prima di affrontare la montagna che decreterà il vincitore del Tour de Langkawi: Genting Highlands. Rujano e l'ISD aspettano impazientemente Gentings per cui oggi, e presumibilmente anche nei giorni a venire, dopo i primi tentativi hanno tenuto cucita la corsa cercando di lavorare anche per il proprio velocista, quel De Negri che l'anno scorso da stagista aveva ben impressionato al Giro di Gran Bretagna. Il corridore ligure però, dopo aver provato la gamba nel primo sprint intermedio piazzandosi terzo, non ha potuto partecipare allo sprint per via di un problema meccanico. A 5 chilometri dall'arrivo ha dovuto cambiare bicicletta per ben due volte dopo aver centrato in pieno una profonda buca.
Domani la seconda tappa, 182 km da Kuala Terengganu a Chukai. Si profila un altro sprint. Non sappiamo chi vincerà ma sappiamo che i corridori saranno comunque accompagnati dal caldo e dall'umidità che oggi hanno reso la corsa dura ma non hanno impedito di far segnare all'arrivo una media che ha sfiorato i 40 km/h.

Marco Fiorilla

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