Corsa a punti della Gio(rg)ia - Bronzini iridata ma un applauso anche a Frisoni
Niente da dire. Giorgia Bronzini ha firmato con 18 punti il capolavoro che corona degnamente la stagione invernale che questo Campionato del Mondo ha chiuso. «Avevo tanta rabbia in corpo dopo il quarto posto nello scratch e i due di Elisa nell'omnium che nel keirin - spiega la neocampionessa. Questa è la mia rivincita su tutto. Ci tenevo a questa corsa, era la ciliegina che mi mancava, e Dino (Salvoldi, il C.T. azzurro, ndr) mi ha guidato in modo perfetto da bordo pista. Dedico la medaglia a tutto lo staff che mi ha supportato e a tutte le persone che hanno fatto il tifo per me, anche da casa».
Ma per spiegare la voglia di riscatto che ha animato Giorgia nell'ultima giornata di gare, bisogna partire dal principio: la manifestazione si apre mercoledì, e la prima atleta di casa a scendere in pista è Elisa Frisoni, con i 500 metri da fermo. Obiettivo dichiarato, la top ten, che mancherà per un soffio, chiudendo al dodicesimo posto con un tempo di 35"409. È Simona Krupeckaite che porta a casa l'oro e il nuovo record del mondo, fermando il cronometro a 33"296.
Il giorno seguente vede in corsa il terzetto, composto da Guderzo, Borchi e Tagliaferro, impegnato nell'inseguimento a squadre: sottotono la prestazione delle azzurre, che chiudono al dodicesimo posto, con 3'35"661, terz'ultimo tempo. Amarezza dunque per il C.T. Salvoldi, che rivela avessero l'aspettativa di ottavo o nono posto (che avrebbe richiesto due o tre secondi in meno): purtroppo, spiega che Guderzo (che doveva essere il "motore" del team) non era nelle condizioni ottimali. Oro alla Gran Bretagna, che vince su Nuova Zelanda e Australia.
Venerdì, il programma si apre con il torneo di velocità. Frisoni passa le qualificazioni dei 200 metri lanciati con il 14° tempo: batte la cinese Gong nei sedicesimi, ma non supera gli ottavi, chiudendo il torneo in undicesima posizione. La sera si corre la prova dello scratch, e Giorgia Bronzini mette subito alla prova la sua condizione: controlla l'australiana Goss, anima l'inseguimento del drappello di sei atlete che tenta di prendere il largo, e imposta uno sprint perfetto. Peccato che a cinque giri dalla fine, una caduta, e il conseguente rientro in corsa delle atlete coinvolte, abbia falsato l'ordine d'arrivo: esse sono infatti rientrate sulla testa della corsa, quando il regolamento prevede che il rientro debba avvenire nella pancia del gruppo. Questo ha fatto sì che sia la Goss che la nostra Bronzini si siano trovate a lottare per il bronzo, che il fotofinish ha decretato esser stato vinto dell'australiana. L'oro lo conquista la bravissima cubana Gonzales, e le rimostranze di Australia e Italia non sono state accolte dalla giuria, che ha lasciato l'argento all'inglese Armitstead (che era tra le atlete coinvolte nella caduta).
Il 28 Frisoni è impegnata nell'omnium: la prevalenza di discipline veloci ha fatto ricadere la scelta del Commissario Tecnico proprio su di lei. Apre le danze la prova dei 200 lanciati, e Frisoni firma subito un terzo posto. Seguono lo scratch di 5 km (6° posto), l'inseguimento individuale sulla distanza di 2 km (13° posto), la corsa a punti con 40 giri e 4 sprint (3° posto) ed infine i 500m da fermo (3° posto). Purtroppo Elisa chiude ai piedi del podio, a soli due punti dall'oro (vinto dalla giovanissima australiana Tomic) e ad uno solo dalla seconda (la canadese Whitten) e dalla terza (l'olandese Hijgenaar). Un quarto posto che brucia molto, ma che dimostra il ritorno tanto agognato di una grandissima atleta dopo diversi anni di malattia e problemi fisici.
L'ultima giornata di gare si preannuncia infiammata: Frisoni corre il keirin e Bronzini la corsa a punti. Entrambe sono animate da voglia di rivincita, perché i quarti posti conquistati lasciano un po' l'amaro in bocca. Ed è subito la Frisoni nel keirin, che recupera un primo turno difficile, e passa il secondo: approda dunque nella finale 1°-6° posto, e per soli dieci centimetri la nostra campionessa rimane ai piedi del podio! Delusione e amarezza forse, ma i tifosi gioiscono per gli emozionanti brividi che la veronese è tornata a regalare: attendiamo solo la prossima stagione di Coppa, e il Mondiale 2010, che si correrà a fine marzo a Copenhagen, che la vedrà sicuramente protagonista.
Rimane un'ultima fatica. E un'ultima possibilità, per la squadra azzurra, di tornare a casa con una medaglia. Tutte le speranze sono riposte in Giorgia Bronzini, che parte carica e decisa a non lasciare spazio a nessuna: una corsa a punti da manuale, la sua. Cento giri e dieci sprint, un assolo irresistibile che rende ancora più pesante l'oro dell'atleta della Forestale. Già nei primi due sprint accumula 5 punti, tornando a piazzarsi nel quinto, e da lì, in ogni volata a punteggio, chiudendo definitivamente il conto vincendo il nono sprint. Quarto posto finale e coronazione di un sogno che non era segreto a nessuno: l'iride e un oro che premia una carriera invidiabile. Commozione sul podio, occhi che tradiscono la gioia di vedere tanta fatica e tanto impegno premiati, e un sorriso splendido che riscatta la sfortuna avuta nelle precedenti gare. Dieci e lode dunque, per la prestazione della piacentina!
Il medagliere italiano segna un miglioramento da Manchester 2008: un oro e tre quarti posti contro un bronzo e un quarto posto. Merito di una Bronzini che lascia che siano i risultati a parlare per lei, di una Frisoni rinata, e di una coordinazione veramente ottima da parte di Edoardo Salvoldi. Da parte nostra, speriamo che questi risultati siano solo uno stimolo in più per continuare in questa direzione: siamo certi che in futuro si potrà fare ancora meglio.