Valentina Scandolara, ragazzina terribile - La "Scando" tra certezze e sogni di una diciottenne
Noi la conosciamo come la Campionessa Europea juniores su strada, nonché bronzo mondiale, ma lasciamo che sia lei a presentarsi: «Mi chiamo Valentina Scandolara e sono prima di tutto una ragazza normale, con sogni e paure della mia età. Frequento la quarta nel Liceo Scientifico "Don Bosco" di Verona e devo ammettere che me la cavo anche bene. I miei sogni per il futuro? Sfondare nel ciclismo e laurearmi in veterinaria.
Descrivici una tua giornata tipo, tra allenamento, scuola e amici...
Sveglia alle 5:50 e colazione con cracker e nutella... ma non ditelo in giro! (ride). Poi a scuola. Torno a casa alle 14, mangio dalla mia mitica nonnina e poi parto in bicicletta per allenarmi. Finito l'allenamento, cerco di sfruttare al massimo il poco tempo che ho per studiare. Da marzo in poi è davvero dura tenere su scuola e ciclismo!
Pensavi di poter essere così competitiva al primo anno da juniores tanto da vincere gli Europei ed essere grande protagonista ai Mondiali?
All'inizio dell'anno non lo immaginavo nemmeno lontanamente. Le avversarie straniere erano, nella mia immaginazione, chimere misteriose e non avevo la più pallida idea di quale fosse il loro livello! Dopo aver corso l'Europeo, però, mi sono resa conto delle mie reali possibilità...
Che ne pensi di portare la categoria juniores a tre anni? Soprattutto per due motivazioni: alcune giovani, nonostante gli ottimi risultati, patiscono i nuovi ritmi e i percorsi della categoria élite confrontandosi con atlete esperte e abituate a fare certe medie; poi per molte di voi si pone il problema della scuola in quanto, nella maggior parte dei casi, vi trovate a passare élite proprio nell'anno dell'esame di maturità e, conciliare al meglio scuola e bici, può essere molto difficile come giustamente facevi notare prima.
Io credo che bisogna stare attente nel passaggio da juniores ad élite e non accelerare I tempi se non ci si sente pronte. Secondo me la scuola è la cosa più importante e viene prima di tutto. D'altro canto, però, per atlete di un certo livello, continuare a correre tra le juniores può essere tempo "sprecato", passatemi il termine. Anche i commissari tecnici sono di questo parere.
Che ne pensi dell'inserimento nel calendario junior di una breve corsa a tappe come la Tirreno-Adriatico?
Penso che sia un ottimo banco di prova per cominciare a conoscere le avversarie straniere, anzi mi auguro che, in futuro, partecipino anche altre nazionali. Nel 2007, purtroppo, l'hanno corsa solo Olanda, Belgio e Lituania. Un piccolo svantaggio per noi italiane è che non corriamo come nazionale, e quindi facciamo fatica a vincerla perché ogni ragazza corre contro l'altra, mentre le più forti straniere della stessa nazione collaborano tra di loro e puntualmente ci mettono in difficoltà.
L'anno scorso com'è andata per te questa esperienza?
Ho cominciato col botto al prologo di Vaiano, davvero non mi aspettavo di andare così forte! Ho battuto tutte le più forti atlete europee sulla loro distanza: gente come Gloria Presti, Eleonora Patuzzo, Laura Doria, Elise Van Hage e Vilija Sereikate, poi sono un po' calata nelle tappe successive, complice anche un po' di sfortuna, vedremo quest'anno!
E delle speciali prove per il Bracciale del Cronomen? Secondo te sono utili per formare atlete a questa particolare disciplina, la cronometro, ultimamente un po' tralasciata in Italia?
Secondo me non lo sono abbastanza. Ho visto alcune atlete straniere volare in certe prove. Io penso che in una Nazione nascano atlete competitive nelle prove più seguite. Ad esempio, in Italia abbiamo fortissime stradiste, ma in pista e a cronometro non brilliamo piu' di tanto. Al contrario l'Australia punta più sulla pista e si ritrova record del mondo nell'inseguimento, miriadi di maglie di campione del mondo su pista e nella crono. In Italia, purtroppo, di pista non si vive e non c'è un grande futuro per la disciplina! Poi quest'anno le gare del Bracciale sono al sabato, tante ragazze hanno problemi con la scuola e altrettante preferiscono non correre per far bene la domenica su strada.
Sappiamo che il tuo idolo è Marianne Vos. Cosa ti piace di lei?
Beh, che dire... è un fenomeno! Mi impressionò già a Verona, nel 2004, quando vinse il mondiale juniores. Io ero sulle Torricelle a godermi quella sua gara stupenda. Da lì ho cominciato a seguirla, andando anche al Mondiale di Salisburgo, dove mi ha lasciata a bocca aperta. Dopo averla conosciuta ai Mondiali di ciclocross di Treviso, la sua umiltà mi ha colpito ancora di più delle sue doti atletiche. Io mi aspettavo che una come lei mi guardasse dall'alto in basso, invece niente di tutto ciò. Dopo averle chiesto l'autografo, mi ha guardata dicendomi: “Scandolara?" Potete immaginare come ci sia rimasta...
Sei una ragazza molto veloce ma che tiene bene anche in salita e poi sappiamo che ti cimenti nel ciclocross e su pista. Per il futuro hai intenzione di continuare su tutti i fronti o pensi di sacrificare qualcosa?
Ho imparato che nella vita non bisogna mai dire mai. Ora come ora, però, penso che l'attività che lascerò, o che comunque praticherò di meno, sarà il cross. Non riesco ad esprimermi come sento di poter fare su strada: penso di non essere portata per quella disciplina, anche se mi piace molto! Per quanto riguarda la pista, vorrei continuare a praticarla, a patto però che non interferisca troppo con la strada, perché è lì che mi vorrei concentrare in futuro. Poi, se ci pensiamo bene, abbiamo tutti sotto gli occhi l'esempio di Marianne, che fa tutto e stravince!! Col tempo si vedrà...
Ti faccio tre nomi di atlete che sicuramente avrai visto correre da vicino: Eleonora Patuzzo, Gloria Presti (classe '89 per entrambe, già esordito tra le élite) e Rossella Callovi (classe '91, al primo anno tra le junior, ma l'unica che ti riesce a dare del filo da torcere in salita). Una frase a testa per un tuo giudizio su di loro.
Patuzzo: la sua più grande dote è la testa. Con quella, finora, ha saputo fare grandissime cose. Spero per lei che non perda mai la motivazione che la spinge. E che le basti per sfondare! Presti: è forte su ogni terreno: si difende in salita, è una delle migliori in italia a cronometro e può dire la sua anche in volata. Un suo piccolo difetto, secondo me, è che a volte imposta la sua corsa solo sulle avversarie, senza pensare con la sua testa. E ci rimette, come, ad esempio, alla Tirreno-Adriatico 2007. Callovi: è una grande ragazza oltre che fortissima atleta, onesta e umile. In gara è veramente forte in salita, e tiene bene anche in volata. E poi è coraggiosa. Come l'altra domenica a Massa, dove ha vinto anticipando la volata del gruppo con uno scatto ben piazzato negli ultimi 500 metri.
Dopo i mondiali esordirai con le "grandi" tra le fila della Titanedi: che ti aspetti da questa nuova avventura? Paure? Certezze?
La certezza che ho è di passare in un team serio e che mi vuole far crescere con calma e costanza. Ci sono ottime persone che lo gestiscono, dalle atlete ai dirigenti. Le mie paure? Credo nessuna. Sono conscia del fatto che la fatica da fare sarà tanta, ma io ci metterò ancora più impegno. La scala per arrivare in cima sarà ripidissima da percorrere e so che tutto quello che ho fatto in questi anni sara' cancellato completamente e quindi dovrò ricominciare quasi da zero. Che devo dire, ho una voglia matta di provarci!
A proposito: sentito quello che sta succedendo tra Safi e Titanedi? Ti sei fatta un'idea a tal proposito?
Un po' capisco le altre squadre che remano contro questa novità. D'altra parte apprezzo moltissimo il fatto che un team di altissimo livello come la Safi abbia voluto investire su noi giovani, creando una squadra che ci permetta di fare esperienza. Penso che tutti dovrebbero essere lieti di questo, altrimenti noi "piccole" quando inizieremmo a correre?
Una campionessa come Noemi Cantele ha dimostrato che si può essere una buona studentessa e contemporaneamente una fuoriclasse sui pedali. Tu hai già deciso cosa fare dopo la maturità?
Adoro gli animali e la natura e, come ho già detto, mi piacerebbe studiare per diventare veterinario anche se la vedo un po' difficile per la frequenza obbligatoria. Mi interessa molto anche il campo della produzione delle energie rinnovabili, biogas, biomasse. Ho ancora più di un anno per decidere, la cosa certa è che voglio fare l'università e sono sicura che qualche facoltà legata all'ambiente che faccia al mio caso la troverò.
Ti stuzzica l'idea, nei prossimi mesi, di far conoscere meglio ai lettori di Cicloweb.it la realtà delle ragazze juniores, magari con dei resoconti mensili scritti di tuo pugno?
Sono veramente entusiasta di avere questa possibilità...! Il mondo del ciclismo femminile è ancora troppo poco seguito, a mio parere, e vorrei far capire a tanta gente che anche il ciclismo rosa è affascinante come quello maschile che si vede in tv! La mancanza di grossi sponsor sicuramente ci penalizza, ma io continuo a sperare in un futuro migliore per le ragazze sulle due ruote. Sarà un onore per me contribuire a far conoscere a tutti questo sogno di tante ragazze attraverso le pagine di Cicloweb.it!
Allora lo prendiamo come un impegno.
Affare fatto!